Wikileaks,quello che non ti dico

Creato il 05 dicembre 2010 da Pocheparole

Oggi sul Fatto Quotidiano compare un’editoriale di Barbara Spinelli,”Wikileaks, il giornalismo deve difendere Assange“,in cui l’autrice ci spiega perchè”il mondo dell’informazione dovrebbe difenderlo(Assange,Ndr) con pubbliche iniziative, quali che siano i danni che ha procurato”.

Per la Spinelli dunque Assange dovrebbe ricevere solidarietà e aiuto soprattutto dai colleghi giornalisti in quanto”nei file di Wikileaks non c’è un granché, per la verità, ma in fondo non è quello che conta e Frattini lo sa: quel che davvero conta, e che per i governanti italiani è la calamità satanica cruciale, è la rivoluzione dei media, che Wikileaks conferma e amplifica straordinariamente. È l’assalto ai Palazzi d’Inverno, che mette spavento ai falsi troni dove siedono, spesso, falsi re. Anche nell’informazione regnava, fino a ieri, l’ordine westphaliano: ogni Stato sovrano ha la sua informazione, chiusa in recinti nazionali accuratamente separati. Invece ecco che Wikileaks parla del mondo e al mondo, apre su di esso un grande occhio indagatore, sfata re che non sono re, diplomazie che sfangano senza uscire dal fango. I cabli sono spesso insipidi perché insipidi sono i regnanti cui sono riservati.”

Arrivando poi ai rapporti di Berlusconi e Putin,l’autrice scrive che”su tutte queste cose Assange getta una luce forte, strappa veli. Così come in Italia strappa veli sulle visite clandestine di Berlusconi in Russia: nessun giornalista lo segue, le Tv tanto prodighe di sue immagini non mostrano nulla o ce lo mostrano che s’aggira a Roma – boss attorniato da guardie del corpo: il filmato è un tormentone del Tg1 – mentre se ne sta nella dacia con Putin a fabbricare non si sa quale lucroso accordo energetico, indifferente alla solidarietà tra europei e al diritto degli italiani all’informazione. Il Tg1 ha perfino azzardato, giovedì, un paragone glorioso tra il premier ed Enrico Mattei. Frattini avrebbe detto, stando a Wikileaks: nulla so di questi connubi. Ma perché parla, se non sa?”

Quindi per Barbara Spinelli Assange non sarebbe altro che un “benefattore per l’umanità”,che sta rischiando la vita per farci sapere tutti i retroscena della politica mondiale e a cui noi tutti dovremmo essere riconoscenti.

Nessun dubbio su chi potrebbe celarsi dietro Wikileaks o chi potrebbe finanziarlo.No,questo dubbio all’autrice non viene.

Un dubbio che pero è venuto a molti.Ci si chiede infatti come faccia l’organizzazione di Assange che,come svelato dal Wall Street Journal,paga stipendi a poco meno di una decina di dipendenti e che per stessa ammissione di Assange ha ricevuto un milione di dollari in donazioni,ad ottennere miriadi di documenti riservati .Buona parte delle transazioni economiche orbita comunque intorno alla Wau Holland e ricevere i soldi non è per nulla semplice. Per ottenere il denaro Wikileaks deve presentare delle ricevute alla fondazione che poi attiva i rimborsi. La legge tedesca richiede però alle fondazioni di rendere pubbliche le spese, così quelli di Wikileaks utilizzano altre organizzazioni secondarie per mettere insieme diverse ricevute e presentarle poi alla Wau Holland. In pratica Assange e colleghi cercano di disperdere le tracce delle loro spese e dei soggetti con cui fanno affari inserendo passaggi intermedi che garantiscano l’anonimato.

Ma tutto questo alla Spinelli non sembra interessare.Cosi come non si chiede chi davvero ci guadagna da tutta questa”fuga di notizie“.

L’unico Paese che ne esce davvero rafforzato da tutte queste rivelazioni è infatti Israele.

Israele non è stato affatto danneggiato dalle pubblicazioni di Wikileaks“, ha detto Benyamin Netanyahu.Anzi, le rivelazioni hanno dato ragione a Israele sul pericolo rappresentato dall’Iran. “,ha dichiarato il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu.Per approfondire l’argomento leggi qui o qui.

E quella frase della Spinelli“..(Berlusconi)mentre se ne sta nella dacia con Putin a fabbricare non si sa quale lucroso accordo energetico” risulta essere alquanto”ambigua”.Può essere che la Spinelli non abbia capito che il lucroso accordo energetico è proprio il punto sul quale gli americani stanno facendo maggiore pressione su Berlusconi?Che il South Stream,a cui è interessata la nostra Eni,sta scombussolando tutta la “politica energetica”degli USA?..E possibile che alla Spinelli sfugga quel file dove,come riportato nel pezzo,”I rapporti Italia-Russia, l’Ambasciata USA ed il declino di Berlusconi“di Daniele Scalea:

“L’Ambasciata afferma d’essersi impegnata in colloqui con esponenti politici interni ed esterni al Governo, col fine esplicito di creare, soprattutto all’interno del suo partito, una corrente ostile alla russofilia di Berlusconi. Inoltre, non meglio precisati “pensatoi” sono stati ingaggiati per costruire una corrente d’opinione pubblica ostile alla Russia e, si compiace Spogli(l’ambasciatore Usa a Roma) dal 10 agosto 2005 al 6 febbraio 2009, «lo sforzo sembra che stia pagando». L’opposizione si è subito regolata, impegnandosi nella critica del rapporto di Berlusconi con Putin, e taluni membri del PDL si sono rivolti privatamente ad un’ambasciata straniera – ovviamente quella degli USA – «per contrastare l’infatuazione di Berlusconi per la Russia».

No,tutto questo non sembra essere rilevante.



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