Wilfred ruprecht bion e chiara daino: amore, odio e conoscenza

Da Postpopuli @PostPopuli

di Simone Provenzano

Scrivere non è affatto facile. Nel mio caso si tratta di tirare giù, di fermare parole e pensieri su una pagina. Fermare qualcosa che nel mio caso è in perenne movimento al mio interno.

Non sento di conquistare pensieri facendoli miei. Piuttosto il contrario: sono alcune parole ed alcuni pensieri a conquistarmi; divento campo di battaglia, terra di conquista per nuove idee. Non sempre sono in grado di afferrarle e bloccarle per presentarle in righe di senso compiuto.

Da studente rimasi colpito dall’affermazione di Wilfred Bion, per cui non tutti i pensieri sono frutto del pensare di un soggetto; ci sarebbero altri pensieri.

Wilfred Bion – psychoanalysis.org.uk

Pensieri che vengono raccolti, pescati, trovati. Non ci appartengono. Siamo noi ad appartenergli.

Quello di cui molto spesso mi trovo a scrivere, tratta di questa categoria di pensieri, qualcosa che si avvicina più all’animale che all’uomo.

Questo ordine di pensieri, che si presenta fuso con la carne del nostro corpo, ho ritrovato con forza nelle parole dell’ultimo lavoro che Chiara Daino ha prodotto per PostPopuli (se non lo avete letto fateci un salto, qui).

Capisco di cadere nell’autoreferenzialità discutendo di un post del nostro stesso blog ma non me ne curo.

Chiara nel suo intervento riversa sentimento e pensiero ragionato affiancato all’altro ordine di pensiero, quello che Bion definiva indipendente dal pensatore.

Ascoltate Chiara nella sua valanga espressiva all’interno del post, ne coglierete sicuramente un che di primordiale. Qualcosa che si lega alla forza e al potere del femminino come archetipo.

Femminile come un serpente, femminile come il mare. Pericoloso ed accogliente. Archetipico.

Mostrare come la brava Daino esprima nei suoi scritti un esempio di femminilità archetipica non è l’unico motivo per cui la tiro in ballo. Ritrovo nel suo scrivere un principio di onestà, qualcosa che può essere utile approfondire in questa sede.

Continuiamo ad affiancare la Daino a Bion e vediamo che succede.

Chiara si permette l’onestà di non nascondere e non dissimulare il rapporto tra l’esperienza ed il sentimento. Non è facile, brava.

Adesso veniamo a Bion: lo psicologo inglese definisce tre sentimenti fondamentali: amore, odio e conoscenza.

Fondamentali se sperimentati in modo autentico, nel qual caso c’è un vero coinvolgimento emotivo e di conseguenza c’è crescita e sviluppo della personalità. C’è apprendere dall’esperienza. Crescita.

Ma se non sperimentiamo autenticamente i nostri stessi sentimenti, non saremo veramente coinvolti nell’esperienza  e non potremmo nemmeno essere realmente e profondamente toccati dalle cose e dalle persone. In due parole siamo fuori dalla vita.

Ecco il vero pericolo, il rischio che vorrei non correre mai e dal quale voglio mettere in guardia:

fingere e dissimulare il rapporto e l’esperienza dei sentimenti, sbarazzarsi del loro vero contenuto, li trasforma.

Trasforma l’amore in cinismo.

L’odio in bigottismo.

La conoscenza in ipocrisia.

Per quanto sia difficile amare, per quanta paura faccia odiare e per quanto la conoscenza ci ponga davanti verità scomode, facciamo come Chiara nel suo post.  Permettiamoci di rendere il fuori simile al dentro. Senza nascondere, senza vergogna.

Preferisco l’innamorato deluso al disincantato perché amerà ancora.

Preferisco chi si adira carico d’odio a chi si mostra sconcertato da una forma diversa dalla convenzione, perché non ha paura di mostrarsi e si fida di ciò che sente.

Preferisco qualcuno che continua a cercare piuttosto che uno che pensa di aver capito.  È ovvio il perché!

Questo ci racconta Wilfred Ruprecht Bion, a questo ho pensato leggendo, e rileggendo, il post di Chiara Daino.

Vi lascio con una preghiera di uno che mi tira sempre su il morale, Platone:

“caro Pan, e tutti voi altri dei che siete in questo luogo, concedetemi di diventare bello dentro. E che tutte le cose che ho di fuori, siano in accordo a quelle interiori.”

P.S.

La settimana scorsa mi ero addentrato nel difficile campo della relazione tra pensiero e linguaggio. Scherzosamente qualcuno mi aveva invitato a parlare di femmine (argomento assai più interessante!). Spero di aver accontentato i più includendo Chiara ed il suo femminino in questo post. Mi scuso preventivamente con Chiara se nel mio scrivere le dovessi aver attribuito qualcosa che non le appartiene.