Wilko johnson & roger daltrey going back home

Creato il 02 marzo 2014 da Maurozambellini


Quando le notizie sulla salute di Wilko Johnson, cancro al pancreas, avevano fatto il giro del mondo, è arrivato a sorpresa questo lavoro a due tra il chitarrista ex-Dr.Feelgood ed il cantante degli Who, Roger Daltrey. Da rimanere increduli, quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare, così Wilko Johnson ha reagito alla crudele diagnosi, con una decisione che può lasciare attoniti, gettandosi in un' infinita serie di concerti (l'ultimo dei quali a Londra pochi giorni fa), cercando di sfruttare al massimo i pochi mesi di vita che gli hanno prospettato. L'idea di Going Back Home nasce quattro anni fa quando Roger e Wilko si sono trovati uno accanto all'altro ad un music award ed hanno iniziato a parlare dei vecchi tempi e della vecchia scuola del British rhythm and blues. Entrambi erano innamorati del suono di Johnny Kidd &The Pirates i cui hits, Shakin' All Over e Please Don't Touch, sono stati una influenza per entrambe le loro band, quell'inimitabile sound da heavy power trio che faceva da supporto ad un cantante solista, fu una vera e propria istituzione del rhythm and blues inglese. Così Johnson e Daltrey hanno pensato che poteva essere una buona idea mettere insieme un tributo a quella musicaed appena Daltrey terminò il suo tour con gli Who, ben felice di apprendere che Wilko era ancora in discreta forma, si ritrovarono in un piccolo studio di registrazione a Uckfield nel Sussex, lo Yellow Fish, felici di unire le loro forze e i loro talenti. L'album è stato registrato lo scorso novembre in una settimana coinvolgendo due membri della touring band di Johnson, il bassista dei Blockheads Norman Watt-Roy ed il batterista Dylan Howe. A loro si sono aggiunti l'ex tastierista degli Style Council, Mick Talbot ed il produttore Dave Eriga.Il risultato è un album scoppiettante, onesto e sentito, una collezione di nuove versioni di brani del repertorio di Johnson, setacciati dal periodo coi Dr.Feelgood, coi Solid Senders e dai suoi dischi solisti degli anni ottanta. In più c'è la ballata inedita Turned 21 ed una composizione del 1975, Going Back Home, composta assiemeal chitarrista di Johnny Kidd & The Pirates, Mick Green, già interpretata dai Feelgood delle origini. Il disco esce per la storica etichetta di Chicago, Chess, tanto amata daibritish-bluesmen.

Suono asciutto, assoli fulminei e concisi, drive secco e veloce, Going Back Home si regge sull' inconfondibile stile chitarristico di Wilko Johnson, un marchio riconoscibile nell'ambito del R&B e del pub-rock inglese, il suo modo di suonare essenziale e teso, più da ritmico che da solista, accompagna il sound dell'intero disco, come se fosse una continua riproposizione del tiro di Roxette, con sotto una spiccia ma efficace sezione basso/batteria e sopra un Roger Daltrey, che al primo ascolto lascia un po' perplessi per la voce grave e tuonante ma poi ci si abitua. Talbot ci mette del suo "toccando" allaJerry Lee Lewis, sostanzialmente è Wilko Johnson a fare da mattatore, basta ascoltarsi la partenza, All Through The City presa dal repertorio di Dr.Feelgood, per capire come andranno le cose. Trascinante e birrosa, sembra di essere tornati a Stupidity, e così è per la sincopata Sneaking Suspicion eSome Kind of Hero dove anche l'armonica fa la sua parte. Keep It Out Of Sight è uno dei pochi momenti lenti mentre la title track viene virata British Blues da un' armonica coi fiocchi. Everybody's Carryng A Gunha i germi di una ballad elettrica alla Dylan pur essendo stata registrata originariamente coi Solid Senders , Dylan ricompare in Can You Please Crawl Out Your Window, sua è la firma di questa canzone incisa nel 1965, che salì le classifiche inglesi all'inizio dell'anno successivo e venne pubblicata in album solo nel 1978 e nel 1985. Johnson la sdoganò nel 1981 nel suo album Ice On The Motorway e qui ne dà una versione molto più scapigliatae adrenalinica di quella folk-rock diDylan.
Semplice ma godibile, Going Back Home è probabilmente il testamento di Wilko Johnson, musicista che non ha goduto della popolarità che meritava pur essendo stato uno deglistilisti della seconda generazione del British R&B. Le royalties di questo disco saranno donate ad una fondazione che combatte il cancro giovanile.
MAURO ZAMBELLINI  

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