Willima Shakespeare: da "Riccardo III"

Creato il 27 marzo 2013 da Silvy56

Ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell'oceano. Ora le nostre fronti sono cinte di ghirlande di vittoria, le nostre armi malconce appese come trofei, le nostre aspre sortite mutate in lieti incontri, le nostre marce tremende in misure deliziose di danza. La guerra dal volto grifagno ha spianato la fronte corrugata, e ora, invece di montare destrieri corazzati per atterrire le anime di nemici impauriti , saltella agilmente nella camera di una signora al suono seducente di un liuto. Ma io che non fui fatto per tali svaghi , nè fatto per corteggiare uno specchio amoroso; io che sono di stampo rozzo e manco della maestà d'amore con la quale pavoneggiarmi davanti a una frivola ninfa ancheggiante, io sono privo di ogni bella proporzione, frodato nei lineamenti dalla natura ingannatrice, deforme, incompiuto, spedito prima del tempo in questo mondo che respira, finito a metà, e questa cosi' storpia e brutta che i cani mi abbaiano quando zoppico accanto a loro, ebbene io , in questo fiacco e flautato tempo di pace , non ho altro piacere con cui passare il tempo se non quello di spiare la mia ombra nel sole e commentare la mia deformità. Perciò non potendo fare l'amante per occupare questi giorni belli ed eloquenti, sono deciso a dimostrarmi una canaglia e a odiare gli oziosi piaceri dei nostri tempi. Ho teso trappole, ho scritto prologhi infidi con profezie da ubriachi, libelli e sogni per spingere mio fratello Clarence e il re ad odiarsi l'uno contro l'altro mortalmente

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