Willy Boselli e il “ballerino nell’albero”

Creato il 27 gennaio 2014 da Tipitosti @cinziaficco1

William Boselli, per tutti Willy,  bolognese, 50 anni appena compiuti, fino a 19 anni ha una vita normale, serena. Ha un lavoro , è appassionato di pallacanestro e tifa Fortitudo, una delle due squadre di Bologna, di “Basket City” e nell’ambiente sportivo ha molti amici.

Nel 1982 scopre di avere un angioma al midollo spinale e nel 2005 viene operato per rimuovere l’angioma.

Tra i suoi tantissimi amici, c’è Alessandro Dall’Olio, 54 anni, bolognese, poeta, scrittore, ideatore di di rassegne culturali, giornalista che ha lavorato per 32 anni alla redazione cittadina di Repubblica, ha collaborato con riviste di cinema e ha curato mostre di arte contemporanea oltre ad aver vinto il concorso di racconti noir “Serial Chillers” per Maglio Editore.

Alessandro si mette a disposizione di Willy ed insieme decidono di scrivere un libro. Nasce “Il ballerino nell’albero”.

Ecco cosa ci hanno detto.

 Willy, come ti è venuta questa malattia? 

Nel 1982 ho scoperto d’avere questo angioma, ed ovviamente la mia vita ha preso una piega diversa. Mi sono ritrovato “disabile” in un istante. Poi fino al 1988 sono stato sottoposto a embolizzazioni per mantenere controllata e circoscritta la malformazione. In seguito a una di queste manovre, sempre nel 1988, sono  diventato  tetraplegico.

Le reazioni della tua famiglia? 

La mia famiglia si è stretta attorno alla mia vita, permettendomi di superare tutte le difficoltà, anche quelle apparentemente insuperabili, e ha contribuito a fare di me l’uomo che ora sono.

Il tuo rapporto con la disabilità?

Non esiste. Non sono disabile. La mia è una condizione di differente mobilità (l’albero del titolo del nostro libro), sono nato senza ruote e poi mi sono spuntate. Questa è la mia relazione con la disabilità. La mia unica disabilità è non riuscire a fare le cose in autonomia, ma la mia Famiglia e i miei  Amici sono le mie braccia e le mie gambe. E faccio tutto quello che fate voi che state leggendo questo testo.

Qual è stato il momento peggiore e come sei riuscito a superarlo?

La notte in ospedale a Madrid, dopo l’operazione del 2005. Anzi: quella notte a Madrid. Io così la ricordo. E’ l’unico momento della mia vita che mi turba anche solo ricordandolo. Nel libro ha un capitolo a sé che si chiama “L’incubo”. Credo che basti questo a dare la misura di quella sensazione. Come ho fatto a superarlo, dite? Solo attraverso otto ore di angoscia.

Veniamo all’amicizia, quella vera. Grazie all’amicizia nasce Wtkg, cos’è ?

I miei amici, come detto poco fa, sono i miei arti, il mio sorriso, la mia voglia di stare al mondo. Wtkg è la testimonianza di come può esprimersi in maniera tangibile l’Amicizia. Si tratta di un’associazione fondata attorno alla mia persona (l’acronimo significa Willy The King Group) che, attraverso eventi e manifestazioni di solidarietà di ogni forma, raccoglie fondi per le eventuali necessità che si possono presentare nel corso della mia vita. Tengo a sottolineare che il Wtkg è una idea della quale non ho mai saputo nulla fino a cose fatte. Anche questo è un ulteriore tassello dello straordinario mosaico affettivo che i miei amici hanno saputo donarmi.

Nel gruppo di amici c’è Alessandro Dall’Olio: perché due persone che si incontrano decidono di scrivere un libro?

Il nostro incontro è stato casuale ma gratificato da una immediata empatia. Non avevamo intenzione di scrivere un vero e proprio libro, ma si voleva semplicemente depositare nero su bianco il dono che la famiglia e i gli amici mi avevano fatto. Una sorta di annotazioni e testimonianze che potessero in qualche modo sottolineare, se non ripagare, tutte le attenzioni e l’affetto che in questi anni ho sempre ricevuto senza mai nulla chiedere. Alessandro ha raccolto questo mio desiderio e man mano che i nostri incontri e i nostri appunti divenivano più frequenti, abbiamo realizzato che questo nostro comune lavoro poteva essere condiviso. Alessandro, ha proposto questo progetto ai suoi editori che ne sono rimasti entusiasti fin dalla prima lettura.

Perché il titolo “Il ballerino nell’albero”?

“Il ballerino nell’albero” è la condizione che più mi appartiene ed è uscita dalla nostra scrittura improvvisamente e ci è piaciuta. E questa figura è nata durante la stesura del libro, poiché io penso di sapere ballare – con la mente e con il corpo – benissimo, solo che ho i movimenti imprigionati nel tronco di un albero. Per questo voi non lo vedete.

Alessandro,  Willy è una grande persona, ha molti amici e molto cuore: cosa è nato dopo il libro?

Dopo il libro è nata l’associazione Wtkg, poi è nata “Happy Hand”, manifestazione di sport ed integrazione che dal 2011 si propone di avvicinare le persone mediante lo sport. La nostra idea di non dividere lo sport in categorie, abili/disabili, ma di guardare sempre e solo alle persone, perché lo sport le unisce, le fa incontrare, non potrà mai dividerle. In attesa di vedere, prima o poi, una sola olimpiade, perché siamo sicuri che qui arriverà il mondo, noi continuiamo a divertirci e a stare insieme con le nostre iniziative. Happy Hand, che è diventata anche Happy Art, Happy Food, Happy Music, Happy Theatre, sarà molto presto un format. In questi anni abbiamo stretto amicizia con gruppi di volontari, associazioni e semplici persone che vivono a Firenze, Padova, Caserta, Ischia, Parma, Ravenna, Mogliano, Amalfi, con tanti atleti disabili che sono diventati i nostri supereroi. Siamo stati contattati da Cefa Onlus, che ha progetti da 40 anni in Africa, per pianificare la possibilità di portare il nostro modello di inclusione, Happy Hand appunto, anche nel Continente Nero, dove la disabilità è un tabù molto duro da superare.

Willy, il tuo progetto per la scuola?

Il progetto “Willy torna a scuola” parte dal rapporto tra disabilita e tecnologia per arrivare al rapporto tra i cuori delle persone. Sappiamo che purtroppo le insidie sono sempre dietro l’angolo e ci si può ritrovare disabili in un attimo. Non per questo, però, la vita è da buttare. Quando incontro i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado, parlo proprio della gioia di vivere, della vita che cambia, ma continua, del suo essere positivo nell’affrontarla con la forza della famiglia e degli amici. La scuola fa e ha fatto tanto per ricodificare tanti messaggi distorti sulla disabilità e per integrare scolari e studenti che hanno problemi.

Che rapporto hai con i bimbi?

Splendido. Mi hanno insegnato tanto e fatto capire ancora di più che bisogna dire quello che si pensa sempre, la spontaneità, anche quando non politicamente corretta, è valore. Attraverso il rapporto con i bambini ho aumentato il mio attaccamento alla vita, probabilmente perché loro sono ancora incontaminati dalle sovrastrutture che noi adulti sviluppiamo nel corso dell’esistenza. Le loro mani che mi scartano la caramella e me la ficcano in bocca senza timore alcuno, le loro mani che mi scrivono biglietti augurali, i loro sorrisi che vedo attraverso skype, i disegni colorati e meravigliosi che mi inviano, sono pane per il mio cuore.

Cosa è cambiato nella tua vita?

Dalle scarpe alle ruote!!!

Altri progetti? Cosa bolle nella tua pentola?

Stasera mangerò un passato di verdura – ecco cosa bolle in pentola, si sente il profumo da qua!!!.  Domani, se le mie cuoche soddisferanno il mio desiderio, passatelli in brodo. Se passate di qua ditecelo prima, che facciamo mettere un coperto in più! Saluti a tutti e ricordatevi di sorridere.

                                                                                                                       Matteo Sèlleri


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