Quindi benissimo.
Casomai l'unico cruccio in un film del genere è quello di essere passivi e pigri sotto al plaid con tanto di tisana: si vorrebbe danzare e volteggiare sul soffitto, leggeri e romantici, poi ci si deprime un pò perchè non è così facile...
Il film è come me lo aspettavo.
Le scene ambientate in mezzo al traffico un pò futuristico sono davvero wendersiane. Le musiche anche, indubbiamente. Coinvolgenti, serrate.
Lo stile con il quale la Bausch dava vita ai suoi spettacoli mi ha affascinato tantissimo, considerato che la conoscevo ma non ero mai andata a fondo, non mi ero mai soffermata a rifletterci. Lei sarebbe stata una fantastica pittrice, o grafica.
Per il modo che aveva di creare le ambientazioni, le atmosfere, per gli abiti dai colori primari e dalle linee nette che sceglieva insieme alle sue ballerine.
Tutto l'insieme ha enormemente appagato il mio sguardo: i volti imperfetti, dall'espressività tagliente, i corpi bellissimi, nodosi, potenti e fragili insieme. I gesti ripetuti. La città. Il contatto fisico forte con la natura. La grazia, mai leziosa, mista alla violenza. Una violenza gentile: esiste, pare strano, ma è così.
Se esiste un modo di ballare che sia perfetta metafora della vita, del nostro amare ed essere amati, rifiutati, desiderati, del nostro rincorrerci, questo modo è stato perfettamente scoperto dalla Bausch. La sua danza è davvero una metafora dalla precisione chirurgica dei più sofferti umani desideri: la passione, la gelosia, l'abbandono, la tenerezza. Non sembra esserci nulla di artefatto: la vita è talmente reale e visibile sui volti, tra i corpi dei ballerini che sembra di assistere allo svelarsi delle loro anime; e allo stesso tempo tutto è gioco, tutto è lieve, come uno scherzo, un sogno buffo e un pò crudele.
Pochi passi. Due corpi che ondeggiano e si contorcono. Un pò come leggere un grande classico russo dell'ottocento.
Perchè anche Nanni Moretti, l'autore del famosissimo tormentone "Le parole sono importanti!", sogna da sempre di essere un ballerino.