Wisława Szymborska con il Corriere della Sera

Creato il 27 dicembre 2011 da Sulromanzo

Prima azione compiuta: a pagina 1 leggo: A cura di Nicola Crocetti. Bene, penso.

Seconda azione: mi catapulto nella quarta di copertina girando la mano. Leggo: Nulla due volte accade | né accadrà. Per tal ragione | si nasce senza esperienza, | si muore senza assuefazione.  

Terza azione: vado in seconda di copertina e, a colpo d’occhio, compare un nome: Pietro Marchesani. Mi chiedo subito: ‘Ma Marchesani, oltre a essere un suo noto traduttore, non è… il mese scorso?’. Cerco su internet. Sì, lo scorso mese, lo avevo letto in un articolo da qualche parte. Scriveva: Ed è l’incanto della poesia che rende al lettore la vita su quello stesso universo più sopportabile e lieve.

L’introduzione è di Marchesani, come la traduzione delle poesie. Garanzia di qualità. Leggere Wisława Szymborska è sempre spiazzante e non consolatorio.

Il Corriere della Sera, da oggi, è in edicola con Un secolo di poesia, una nuova collana in 30 volumi dedicata ai poeti del ‘900. Il primo volume costa 1 euro, dal secondo il prezzo sarà 7,90 euro. Quali saranno i poeti dopo Szymborska? Finora si conoscono alcuni nomi, come è possibile vedere nel link dedicato.

Sfoglio e leggo una sua poesia che non conoscevo.

Scrivere il curriculum

Che cos’è necessario?

È necessario scrivere una domanda,

e alla domanda allegare il curriculum.

A prescindere da quanto si è vissuto

il curriculum dovrebbe essere breve.

È d’obbligo concisione e selezione dei fatti.

Cambiare paesaggi in indirizzi

e malcerti ricordi in date fisse.

Di tutti gli amori basta quello coniugale,

e dei bambini solo quelli nati.

Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.

I viaggi solo se all’estero.

L’appartenenza a un che, ma senza perché.

Onorificenze senza motivazione.

Scrivi come se non parlassi mai con te stesso

e ti evitassi.

Sorvola su cani, gatti e uccelli,

cianfrusaglie del passato, amici e sogni.

Meglio il prezzo che il valore

e il titolo che il contenuto.

Meglio il numero di scarpa, che non dove va

colui per cui ti scambiano.

Aggiungi una foto con l’orecchio in vista.

È la sua forma che conta, non ciò che sente.

Cosa si sente?

Il fragore delle macchine che tritano la carta.

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