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I show up for you people adults[ii]TesiIl gioco è una sorta di “Rapo” di secondo grado, fino a quando non provoca guasti permanenti e irrimediabili, o che i giocatori preferirebbero tenere ,o tengono, in qualche modo nascosto; e di terzo grado, perché non ci sono esclusioni di colpi e perché, nella trama di Gombrowicz, tre vanno in obitorio e uno in ospedale. E’ come “il bacio da lontano” ,o “l’indignazione”, frequentissimo nelle riunioni di società, in cui la donna fa capire di essere disponibile e si gode il corteggiamento e che, quando compromette abbastanza l’uomo, si chiude. Ma contiene virtualmente all’interno della struttura anche elementi di “Vedetevela tra di voi”: come rituale, in questo caso ha la tragedia dentro ma non per i protagonisti: l’uso esige che due uomini combattano per la donna, qui invece ci sono almeno 4 uomini con cui la ragazza gioca a “Vedetemi tra voi”[I show up for you people adults], in cui lei, mentre lo spasimante ufficiale, il fidanzato prescelto, si batte da solo, fa godere due Adulti e un Bambino.
Tipo clinicoIsterico.
DinamicaIl gioco ha forti elementi uretrali per via della durata, ma essendo incentrato sul tatto ha connessioni orali, è un gioco bagnato e intenso. Esempio: “Non lo dirò a nessuno, sporcaccione”.
PartiIl Poeta, la Ragazza Polacca, il Ragazzo Polacco: qui nella Lebenswelt.Nel romanzo di Gombrowicz: lo Scrittore e l’Amico(gli Adulti), i Ragazzi.
Paradigma psicologicoBambino-Bambina-Genitore.Genitore alla Bambina: “Cerco di farti toccare il Bambino affinché io ti veda”.Bambina: “Io cerco di farmi toccare perché l’Adulto se ne avveda e senza che l’Adulto in me abbia da ridire qualcosa al mio Genitore”.Adulto dell’autore. “Che figli di puttana, ‘sti ragazzi!”
Paradigma socialeAdulto-AdultaAdulto:”Non si può procedere”.Adulta: “Con questi Genitori e Adulti da cui è guardato e guidato il contatto che possiamo fare se non allearci col Bambino del Genitore, alimentare l’eretismo della libido del Genitore del Bambino del Poeta adesso e nel tempo finché la giovinezza superi il limite della sua istantaneità artificiale.
VantaggiPsicologico interno:”Me la faccio con il Bambino mio pari facendo godere il Genitore dell’Adulto”.Psicologico esterno: evita l’intimità sessuale. Tiene in scacco e beffa l’Adulto e il Genitore della ragazza.Sociale interno:”Te la vorresti fare la ragazza polacca. O almeno vorresti farti toccare con quelle sue mani”. Tiene in attesa il Bambino del ragazzo per far godere il Bambino del poeta.Sociale esterno: “Vedetemi tra voi” vs “Vedetevela tra voi”[iii]; “Non è terribile e io non sono una figlia di puttana”.Biologico: scambi sessuali intensi, diurni, meridiani, crepuscolari e notturni.Esistenziale: godendomela così, quale Adulto avrà da ridire? Oppure: “Me la godo con l’Adulto del poeta mentre il suo Bambino si dà il bonheur”.
Maglietta[iv]Davanti: “L’Adulto mi dà il bonheur facendomi partecipare leggermente con le mie mani e le gambe alla soppressione di un adulto”.Dietro: “Il Bambino è qui con me ma,dietro, l’Adulto se la gode”.
[i]Enrichetta, dal terratsu Einrietta, che è il “pane secco”(Dauzat, Arg.mét.)[questa evocazione onomastica con tutto il suo bagliore illumina la scena nel capitolo 3 del romanzo -in cui c’è lei che si era chinata in avanti improvvisamente per tagliare con i denti il filo, con cui cuciva una camicetta, ed era bastato questo rapido gesto del suo corpo e dei denti perché nell’angolo divampasse e s’infiammasse l’altro ragazzo sotteso e connesso al fatto che il romanziere rilevi che Federico, l’amico adulto, giocasse con le palline di pane- quando ormai Enrichetta, il pane secco, era semiaddormentata con le braccia annoiate…(cfr. pag. 45 della 2a edizione italiana)], all’assonanza con cui si avvicina a una ricchezza indefinita, ancora “secca”, appunto, una ricchezza stretta, contenuta, un qualcosa che arricchisce è questo donarsi per il godimento degli adulti; anche in spagnolo, per via della lunga permanenza in Argentina di Witold Gombrowicz (non si dimentichi che “Pornografia” è del 1960 e che, come ricorda l’autore stesso, “fino al 1957 ero quasi sconosciuto, un emigrato stabilitosi in Argentina”), Enriqueta involve l’ “enriquecer” dell’”arricchire” ma anche l’”enriscado”, l’ ”enrocar” dell’”erto”, lo “scosceso”, l’”arroccare”, se non l’”enrojecer” dell’”arrossare”, “tingere di rosso”, e dell’”arrossire”. Ma va da sé che rica è anche “squisita”,”eccellente”, “deliziosa”, e ha in sé l’”incanto”, l’”amore” di ricura; come termine figurativo familiare, “rica” è “carina”, “graziosa”, “bella”: Enriqueta: qué niña tan rica! Che ragazza carina! Una “fichetta”, insomma: una pija. D’altro canto, l’ Enriqueta di assonanza spagnola ha questa bellezza dentro que es queda, “quieta”,”sottovoce”, qualcosa inferiore al valore, appunto(come scrive nel Diario del 1955 Gombrowicz: ”La giovinezza m’era apparsa come il valore più alto della vita…questo ‘valore’ si distingueva però per un tratto caratteristico davvero diabolico: si trattava della giovinezza, quindi di qualche cosa di inferiore al valore”), ma que queda, cioè “resta”,”rimane”[che è un po’ come la intende Jean Baudrillard:”La vera immobilità non è quella di un corpo statico, è quella di un peso all’apice del suo pendolarismo, le cui oscillazioni si sono appena fermate e che ancora impercettibilmente vibra. E’ quella del tempo nell’istante- quella dell’ “istantaneità” fotografica dietro cui circola sempre l’idea del movimento, ma solo l’idea- in cui l’immagine è l’attestazione presente del movimento senza mai farlo vedere, ciò che ne toglie l’illusione. E’ di questa immobilità che le cose sognano, è di questa immobilità che sogniamo. E’ su di essa che si attarda sempre di più il cinema, nella sua nostalgia del rallentatore e del fermo immagine come apice della drammaticità” e non specificava un po’ sopra che “E’ raro che un testo si offra con la stessa evidenza, la stessa istantaneità, la stessa magia di un’ombra, di una luce, di una materia”? Concludendo che “Tuttavia in Nabokov o Gombrowicz, per esempio, la scrittura ritrova talvolta qualcosa dell’autonomia materiale, oggettiva, delle cose senza qualità, del potere erotico e del disordine soprannaturale di un mondo nullo”: J. B., Perché l’illusione non si oppone alla realtà, in Id., Patafisica e arte del vedere, trad.it. Giunti, Firenze 2006, pagg. 93-94], è”, “si trova”, “sta “,” piano”, “sommessa”, Enriqueta vi dà anche appuntamento, “queda con los adultos a las cinco”, Enriqueta, è questo, è la fichetta che sta ferma, ha fermato l’immagine, nega il reale, inventa un’altra scena, impone la sua discontinuità, il suo frazionamento, la sua istantaneità artificiale, sparisce meglio por vosotros. He show up for you people adults; ella parece por vosotros adultos: “Yo me hago ver entre vosotros adultos”, questo è il gioco spagnolo che corrisponde a “I show up for you people adults”, sarebbe il “Vedetemi tra voi” con cui Enriqueta jugarìa en Argentina: bien mirado, un juego de niños! Ma si noti bene che nella versione spagnola( che ha per titolo La seducción, Editorial Seix Barral, Barcelona 1968) non c’è Enriqueta ma l’effettivo nome polacco Henia, e il diminutivo Heniusia, (Heniutka, Henjeczka), che come pure tutti gli altri nomi sono stati usati nella forma originale, cioè polacca. E’ evidente come l’H di Henia sia speculare alla H di Hip, rendendo vieppiù manifeste le implicite connessioni con la razza Wielkopolski. Henia, o Heniusia, trova così maggiore adesione con Harriet Moudron, di cui alle note 3, 4 e 6.Sempre nell’ambito dell’assonanza, Enrichetta si connette al nome della protagonista del favolello più antico(secolo XII) che ha lasciato al francese antico il nome Richeut a significare “cortigiana”, “mediatrice”(cfr. Bruno Migliorini, Dal nome proprio al nome comune, casa editrice Olschki , Firenze-Roma-Ginevra 1927: pag. 167); né, pertanto, sarà azzardato connettere la nostra protagonista alla Rigolette, “ragazza leggera”, dei Mistères de Paris di Sue(1842). La leggerezza briccona di Enrichetta è questo il suo tratto polacco che seduce lo scrittore ed eccita la sua libido; questa “bricconeria polacca” è sottesa, se proprio vogliamo addentrarci nella strettezza della gola di Grocholice, dal termine spagnolo polaca, che ha un uso dispregiativo per come faccia alludere alla particolarità negativa, a una certa singolarità maledetta, di “catalana”. E questa “polacchina”,con la sua singolarità così stretta, questa non-pienezza che la rende inferiore al valore, con le sue scarpe, con cui schiaccia il verme insieme al ragazzo prescelto -inconsapevolmente da lei ma consapevolmente disposto nel circuito della sessualità e dell’alleanza teso dallo scrittore e dal suo amico Federico- o con il piede nudo sul piede di lui, non fa che calzare un dispositivo di sessualità il cui semivalore connette diabolicamente alla sua stretta leggerezza la rigidità disposta non dall’Adulto ma dal Genitore. Un rinnovamento dell’erotismo polacco, che passa con le scarpe, i piedi, le gambe di Enrichetta, questo passo stretto e felino che taglia corto col sentimento, o almeno lo meccanizza, ne fa l’incanto, la “ricura” di Riqueta, che va, sale le scale, con la sua immobilità vibrante, media il decreto di morte e condensa il suo potere erotico facendo sognare –fantasmare- la forma segreta della sua assenza, la non-pienezza del suo esserci, l’incanto iconico della sua strettezza immobilizzata nell’istantaneità artificiale del suo eterno semivalore dell’età introduttiva, la giovinezza.Sotto il nome di Enrichetta corre l’ipogramma[ma sotto il nome di Henia corre l’ hippogramma, visto che è figlia di Hipolit?], di cui abbiamo svelato alcune marche, che fa riproporre l’istantaneità artificiale della ragazza mediante l’analemma esponenziale: il suo residuo insolubile, che le permette di farsi fantasma perenne, ha sterminato il valore e si è diffranto attraverso il tempo e il geografico, l’economico e il sociale. L’economia libidica, che è nel ciclo della letteralità perché va dalla reversibilità alla disseminazione, declina il suo nome, che, attraverso il suo valore pieno e fallico – o meglio: il suo semivalore non-pieno e uretrale – si diffrange nel romance temporale con una modalità siderale, che, con la propria convertibilità istantanea, ha un ritmo in cui si leva e tramonta come un sole artificiale. Come nel poema che rimanda a qualcosa, e sempre a nulla, al termine nullo, significato zero, c’è la vertigine della risoluzione perfetta, che lascia il posto del significato, del referente e che costituisce l’intensità del poetico: nel détour di questo romanzo, in cui l’ipogramma temporale, il Bonheur o il nome di Dio o di Enrichetta o di Heniukta, pur non conoscendolo, esplode poi nella Lebenswelt e che quando avviene è bene non gridarlo, né denotarne la singolarità, ‘ché l’invocazione letterale del nome, come di Dio e del Bonheur, è pericolosa, per le potenze nocive ch’essa scatena: l’incantesimo velato, questa compitazione rigorosa del Bonheur, ma deviata, “perché il significante vale come assenza, come dispersione e uccisione del significato”[Jean Baudrillard, La sterminazione del nome di Dio, capitolo sesto di: Lo scambio simbolico e la morte(1976), trad. it. Feltrinelli, Milano 1990: pag. 223] :il nome del Bonheur vi appare nell’eclisse medesima della sua distruzione, nel modo sacrificale, sterminato nel senso letterale del termine. Non va sottaciuto il fatto che Enrichetta, essendo festeggiata il 15 giugno, abbia una relazione speculare con l’autore del romanzo in quanto Witold, che, non casuale perciò, viene festeggiato anch’egli il 15 giugno: questa modalità operativa dell’ipogramma sembra che sottentri anche nell’analemma esponenziale in ragione della Lebenswelt: dal diminutivo tedesco di Heinrich, che è Heinz, deriva Enzo, che da noi viene ormai usato a sé, anche come abbreviativo di Lorenzo, Vincenzo, che, appunto, è il nome del poeta [Val la pena qui sottolineare che per la Chiesa il nome Ippolito, che è il padre di Enrichetta,vedi più avanti, sia quello di un ufficiale romano martirizzato con San Lorenzo?]. D’altronde, il semivalore della giovinezza è fatto per alimentare fantasmi narcisistici e un po’ fallici, per questo gli oggetti d’amore con questa longilineità un po’ amorfa-attiva
·[La fallicità longilinea un po’ amorfa
di Enrichetta è speculare al fantasma
narcisistico e fallico dello scrittore
e del poeta]·
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[iii] Cfr. “Let’s you and him fight” in: Eric Berne, ed. cit., pag.124.[iv] Per Bambino, Adulto, Genitore e altri termini dell’Analisi transazionale, vedi: Eric Berne, Games People Day, ed. cit., trad. it.: A che gioco giochiamo?, Bompiani, Milano 1967; Eric Berne, “Ciao!”…e poi?, La psicologia del destino, trad. it. Bompiani, Milano 1979. Per lo specifico in ambito letterario, vedi: V.S.Gaudio, O’Connor’s Life Games, © 2003; Idem, L’embardage-Duras, © 2003.· da: v.s.gaudio, henia's game, © 2007 ·