Sullo sfondo di una romantica Parigi del 1912 è ambiantata la storia d’amore che ha come protagonista femminile uno dei miei personaggi preferiti della letteratura rosa.
“Chéri tornò ad avviarsi verso la strada, aprì il cancello e uscì. Sul marciapiede si abbottonò il soprabito, per nascondere la camicia del giorno prima. Léa lasciò cadere la tenda, ma ebbe il tempo di vedere che Chéri alzava la testa verso il cielo primaverile e i castagni carichi di fiori e camminava aspirando l’aria a pieni polmoni, come un evaso.”
L’unica cosa negativa che ho riscontrato in questi due romanzi è il loro ritmo narrativo lento che a tratti può anche scadere nella noia. La scrittrice infatti si sofferma a descrivere troppo dettagliatamente ogni scena nella sua scenografia e nell'introspezione psicologica dei personaggi e così l’attenzione del lettore lentamente scema. L’intera storia viene narrata nel primo libro che risulta molto interessante dal punto di vista narrativo e di contenuti mentre il secondo che ha una trama non particolarmente ricca di avvenimenti, e che ruota intorno alla sofferenza del protagonista nell’atto finale, risulta maggiormente noioso e meno appassionante.
Credo, tuttavia, che questo romanzo debba far parte della libreria di ognuno perché la storia d'amore tra questi due personaggi è veramente molto avvincente e ben articolata, nonostante la tragicità che avvolge il triste finale. Da sottolineare è il rapporto tra Léa e Madame Peloux. Sono amiche/nemiche, due donne molto diverse, ma allo stesso tempo molto legate: quanto la prima è bella, ricca e di classe, l’altra è subdola, invidiosa e grassa. E insieme formano una coppia fantastica! Non si sopportano, anzi si odiano e in passato sono state addirittura “rivali”, ma allo stesso tempo devono essere amiche, perché entrambe sono viste malamente dalla società che si diverte con loro la notte e le snobba di giorno.
di coincidenze, ma da un rivale imbattibile: il tempo.
Ho scelto dunque Léa come prima donna per inaugurare questa rubrica perché la vedo come un’eroina.
“Una donna così non va a finire i suoi giorni in braccio a un vecchio. Una donna così, che ha avuto la fortuna di non sporcarsi mai le mani né la bocca su una creatura avvizzita!... Sì, guardala, la “vampira”, quella che vuole solo carne fresca…”E’ bella, ricca e intelligente, le sue ex-colleghe le invidiano la salute e l’amante. Non si scompone mai, se non nell’intimità della sua camera da letto… è una vera Signora, di quelle con la S maiuscola! Nonostante ciò è condannata da una forza invincibile a vivere senza amore. Ma cosa avrà fatto di male? E’ forse una colpa quella di dedicare tutta la vita al piacere e lo sfarzo, e trovare il grande amore troppo tardi?
Léa è una delle figure femminili che preferisco. Mi piace perché è una donna che ha un grandissimo coraggio; non ha solamente la forza di vedere chiaramente che il loro amore è destinato a non sopravvivere semplicemente perché è “troppo tardi”, ma ha anche quella di riuscire ad accettare, seppur gradualmente e non senza illudersi, l’inevitabilità del proprio invecchiare. Riuscire ad ammettere quest’ultima cosa non è facile per una donna, soprattutto per un ex cortigiana, dato che la bellezza era sempre stata la sua fonte di guadagno, di attenzioni e di fortuna.
Fosse venuta in mente a me questa storia, avrei chiamato il libro “Lèa” e non “Chéri”, perché l’anima di tutto il racconto è lei. E’ la nostra Nounoune che decide di partire per dimenticarlo, è lei che lo riaccoglie tra le sue braccia, è sempre lei che vuole fuggire con lui ed è lei che, alla fine, ha il coraggio di lasciarlo. Il suo unico peccato? Essere nata 25 anni prima del suo grande amore. Allora vi chiedo: DAVVERO IN AMORE L'ETA' NON CONTA?
CURIOSITA':
Articolo scritto da Camilla