Un giorno di ordinaria follia. E non c’entra nulla Joel Schumacher. Nella severa aula di Palazzo Madama, ridotta a foro boario dai berluschini, ieri ne sono successe di tutti i colori. Procediamo con ordine. A presiedere i lavori della seduta per la votazione finale del ddl sull’Università, era la leghista Rosa Angela Mauro detta Rosy. un pezzo di donna che deve avere fra le sue corde psicanalitiche una devastante invidia del pene. Ad un certo punto è accaduto che, nella fretta di portare a termine la scontatissima votazione, considerati i numeri che la maggioranza di governo ha in Senato, Rosy ha dato per approvato un emendamento proposto dal Pd. L’approvazione della norma avrebbe comportato una quarta lettura della proposta di legge della Gelmini alla Camera, fatto ritenuto inammissibile dal governo che prima di Natale avrebbe voluto portare a casa la riforma. Motu proprio, la Mauro ha invalidato il risultato e ha cercato di proseguire la votazione dopo aver avvertito il presidente Schifani (me’ cojoni!) dell’accaduto. Il senatore Pancho Pardi le ha fatto cortesemente notare che la votazione non avrebbe avuto alcun senso visto che sul voto di un comma in particolare, la presidenza del Senato aveva dato tre esiti diversi. Wonder Woman a quel punto ha perso la trebisonda e ha iniziato una votazione a raffica che si è svolta con sullo sfondo le urla dei senatori dell’opposizione. Non resasi conto di quanto effettivamente stesse facendo e incurante dei richiami del segretario del Senato, pietrificato in piedi vicino a lei che cercava di richiamarla a una diversa conduzione della seduta, la Mauro ha continuato ad inanellare fregnacce fino a quando ha dato per approvati gli emendamenti 6.21 6.303 e 6.23 non rendendosi minimamente conto di quello che aveva combinato. A fronte delle proteste dell’opposizione e redarguita pesantemente dagli stessi compagni di coalizione, la Mauro, in piena enfasi creativa, ha iniziato il suo show: “Emendamento numero...non ammissibile, emendamento numero...inammissibile, emendamento numero...respinto...emendamento numero...respinto...colleghi dell’opposizione siete dei maleducati la presidenza si è espressa...emendamento numero...respinto...colleghi abbiate rispetto...colleghi vergogna...colleghi siete dei figli di puttana...senatore Pardi lei è un vigliacco...emendamento numero...respinto...colleghi del Pd siete dei paraculi...emendamento numero...respinto...vergognatevi...irrispettosi maleducati...terùn...democristiani di merda...”. Fine. Viva la foca.
Wonder Woman al Senato. Se sbarella la leghista
Creato il 22 dicembre 2010 da Massimoconsorti @massimoconsortiUn giorno di ordinaria follia. E non c’entra nulla Joel Schumacher. Nella severa aula di Palazzo Madama, ridotta a foro boario dai berluschini, ieri ne sono successe di tutti i colori. Procediamo con ordine. A presiedere i lavori della seduta per la votazione finale del ddl sull’Università, era la leghista Rosa Angela Mauro detta Rosy. un pezzo di donna che deve avere fra le sue corde psicanalitiche una devastante invidia del pene. Ad un certo punto è accaduto che, nella fretta di portare a termine la scontatissima votazione, considerati i numeri che la maggioranza di governo ha in Senato, Rosy ha dato per approvato un emendamento proposto dal Pd. L’approvazione della norma avrebbe comportato una quarta lettura della proposta di legge della Gelmini alla Camera, fatto ritenuto inammissibile dal governo che prima di Natale avrebbe voluto portare a casa la riforma. Motu proprio, la Mauro ha invalidato il risultato e ha cercato di proseguire la votazione dopo aver avvertito il presidente Schifani (me’ cojoni!) dell’accaduto. Il senatore Pancho Pardi le ha fatto cortesemente notare che la votazione non avrebbe avuto alcun senso visto che sul voto di un comma in particolare, la presidenza del Senato aveva dato tre esiti diversi. Wonder Woman a quel punto ha perso la trebisonda e ha iniziato una votazione a raffica che si è svolta con sullo sfondo le urla dei senatori dell’opposizione. Non resasi conto di quanto effettivamente stesse facendo e incurante dei richiami del segretario del Senato, pietrificato in piedi vicino a lei che cercava di richiamarla a una diversa conduzione della seduta, la Mauro ha continuato ad inanellare fregnacce fino a quando ha dato per approvati gli emendamenti 6.21 6.303 e 6.23 non rendendosi minimamente conto di quello che aveva combinato. A fronte delle proteste dell’opposizione e redarguita pesantemente dagli stessi compagni di coalizione, la Mauro, in piena enfasi creativa, ha iniziato il suo show: “Emendamento numero...non ammissibile, emendamento numero...inammissibile, emendamento numero...respinto...emendamento numero...respinto...colleghi dell’opposizione siete dei maleducati la presidenza si è espressa...emendamento numero...respinto...colleghi abbiate rispetto...colleghi vergogna...colleghi siete dei figli di puttana...senatore Pardi lei è un vigliacco...emendamento numero...respinto...colleghi del Pd siete dei paraculi...emendamento numero...respinto...vergognatevi...irrispettosi maleducati...terùn...democristiani di merda...”. Fine. Viva la foca.
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