Wonderful Primavera

Da Pamirilla

Alla fine Primavera eccola qui e neanche in ritardo, a dire il vero.
Non riesco a credere che solo una settimana fa c’era la neve. E ora invece guarda che tripudio di sole e fiori e profumo nell’aria. Peccato essersi distratti così, rischiare di perderla.
Giorgio “quasi arreso” ha finito per arrendersi del tutto: si è chiuso in casa e mangia solo lacrime.
Caterina “mezza confusa” ha finito per confondersi del tutto, gira per le strade, persa nel niente e mangia solo tristezza e fatica.
Teresa, della quale abbiamo intuito un segreto ed un mistero, qualcosa di nascosto, abbiamo finito per non aver avuto il tempo di conoscerla e non è bastata la pazienza per sopportarla.
Siamo finiti tutti a mangiar sabbia.
Nutrirsi così male proprio ora, proprio in Primavera!
Avevo deciso di arrendermi, anche io. Basta lottare, mi sono stufata.
Poi un piccolo fiume di lacrime mi ha spostato un po’ più in là.
Avevo deciso di perdermi anche io e non fare più niente per cercare la via del ritorno o quella dell’andare, una via del cacchio qualunque. La fatica di questo vivere e la tristezza di questi cuori che ho intorno e la mia si fondono, confondono, si intrecciano, si arrotolano. Soffro di empatia. E poca lucidità.
Si è formato, di nuovo, un piccolo fiume di lacrime e mi ha spostato un po’ più in là.
Alla fine ho deciso di non decidere niente. Lacrime, un fiume mi ha lambito i piedi, mi è girato intorno ed è scorso via.
Il viaggio è cominciato, comunque. Un viaggio irreversibile. Quindi cammino, di malavoglia, smoccolando e chiedendo a Dio di non lasciarmi in questo fango di lacrime e Lui sghignazza e mi ricorda che io detesto la gente che si piange addosso e quelli che non hanno il coraggio e quelli che non vanno avanti e non camminano. Io Gli dico che lo so, mi ricordo, ma sono pronta a ritrattare tutto e pentirmi di aver biasimato quanti hanno ceduto, neanche provato a lottare e perso. Perdo anche io stavolta, ok Dio? Non ho più voglia di faticare e camminare, sono stanca e mi fanno male i piedi, non si finisce mai e non si arriva da nessuna parte. Silenzio.
Non me lo merito, comunque.
Silenzio.
Non è sicuramente il mio turno un’altra volta!
Silenzio.
È troppo per me, davvero dico, non ce la faccio, non ce la posso fare.
Silenzio.
Si può mandare Dio a quel paese?