Mah, mah...non l'avevo acquistato al momento della sua uscita in occasione del quarantennale. E forse la decisione era stata giusta.
Se Woodstock è il punto di arrivo di una generazione;
Se Woodstock è l'apice della musica rock;
Se Woodstock è ciò che la sua generazione e quelle future hanno sognato per sempre;
Se Woodstock è il massimo concentrato dei migliori gruppi rock - e non solo - della fine degli anni '60 (e quindi anche di oggi)
Se Woodstock è un'esperienza sociale che mai si era vissuta prima e che a maggior ragione non si è mai più vista dopo
Se Woodstock è una tappa fondamentale nella storia del '900
Se Woodstock...
beh, allora, questo libro è un'occasione mancata per raccontare, punto.
Credo che chiunque abbia acquistato questo libro si aspettasse di sapere sì come è nata l'idea, come si è generata e sviluppata, ma soprattutto volesse avere un racconto direttamente dal vivo di ciò che sono stati quei tre giorni.
Bellissimo, ma un po' residuale rispetto alle aspettative di chi vuole sapere di più del festival.
L'ultima parte, che un po' - solo un po'... - racconta la tre giorni dell'agosto 1969, ci lascia qualche sparuto parere di qualche protagonista, che più che altro parla dell'autore e delle sue capacità organizzative.
Bellissimo, o meglio, interessante, ma veramente parziale.
Forse sarebbe stato meglio un doppio volume in cui in uno si aggiorna il lettore su come 'l'impresa' Woodstock nasce e muore tra debiti e contrasti societario/legali, e un'altro in cui si racconta la tre giorni, si legge quello che i protagonisti dal palco hanno vissuto e pensato, si narra la musica e chi ha assistito alle performance.
Probabilmente libri come questi ce ne sono in circolazione, ma avere tutto ciò da chi Woodstock l'ha creata e vissuta in prima persona - vista l'autorevolezza - credo che sarebbe stato meglio.
Un'occasione mancata, cosa che il film invece raccoglie alla grande.
Peccato.