Words and pictures

Creato il 08 luglio 2015 da Lamacchinadeisogni

TITOLO: WORDS AND PICTURES

GENERE: COMMEDIA

RATING:  * * *

TRAMA:

Jack Marcus insegna letteratura in un college del New England. Anticonformista, eccentrico, innamorato della sua materia, con il suo entusiasmo coinvolge gli allievi e, durante la pausa in sala professori, con i suoi giochini tormenta anche gli altri docenti della scuola. Un tempo era una astro nascente della letteratura, ma ormai sono anni che non pubblica più nulla, ed i suoi problemi di alcolismo lo portano a vedere minacciato il suo stesso posto di lavoro.

Durante l’anno arriva a far parte del corpo docenti una nuova insegnante di belle arti, la famosa pittrice Dina Delsanto, costretta al’insegnamento da una grave forma di artrite reumatoide. Tra il solare Jack e la crepuscolare Dina scatta una scintilla d’amore-odio che si manifesta e prende corpo attraverso una appassionata sfida: sono più potenti le parole o le immagini? La tenzone, che coinvolge anche gli studenti del college, finirà per assumerà connotati sempre più romantici e cambiare per sempre i destini dei due contendenti …

(Regia: Fred Schepisi – anno 2014)

COMMENTO:

Intelligente ed originale ma non emozionante. Tuttavia si potrebbe ribaltare l’affermazione e trovare emozionante proprio la sua intelligenza ed originalità. Diciamo allora che tutta la forza del film sta negli interessanti spunti di riflessione su un tema affascinante: sono più potenti le parole o le immagini? Una provocazione, una sfida intrigante che coinvolge e chiama lo spettatore a trovare dentro di se una risposta.

Con le parole si può aiutare a vedere ciò che gli occhi non vedono, ma con le immagini si può aiutare a percepire ciò che le parole non riescono a dire. Le parole aprono nuovi orizzonti e scenari mentali, le immagini li interiorizzano con un’emozione diretta ed intuitiva. Forse le parole parlano alla nostra parte razionale, mentre le immagini più a quella suggestionabile ed emotiva.

Più ci si  pensa e più si trovano nuova argomentazioni che fanno propendere la sfida ora da un lato ora dall’altro. Questa è la forza di Words and pictures.

Mi viene in mente l’evangelista Giovanni e la Genesi: “In principio era la parola …”, ed ancora “Dio disse: «Sia luce!» E luce fu.”. Forse la realtà bisogna prima nominarla per poterla creare e quindi darle una immagine, ma poi pensi che le cose esistono a prescindere dal fatto che le si dia un nome e quindi una parola…

Quando pensiamo nella nostra mente vediamo immagini alle quali diamo un nome, ma siamo capaci anche di pensare oggetti astratti che hanno un significato ma non un denotato. Possiamo parlare di universi a 5 o più dimensioni, ma non possiamo dargli una immagine, in quanto la nostra mente non può concepire qualcosa che abbia più di tre direzioni ed un tempo; allora ci si accorge che la parola crea mondi nuovi, concetti che hanno un nome ma non una immagine, come i segni della matematica possono teorizzare realtà non percettibili ma possibili … del resto la filosofia non usa le parole? Forse la verità sta in una congiunzione: non “parole O immagini” ma “parole E immagini” .. ops … anche adesso ho usato una parola!

La sfida è aperta, a voi la risposta!



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