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Words, tears and blood. Ma chi ce lo fa fa’ de sta’ qui a tribolà?

Creato il 06 dicembre 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Words, tears and blood. Ma chi ce lo fa fa’ de sta’ qui a tribolà?Gratta gratta, uno legge il blog di Piergiorgio Odifreddi e si rende conto che manco le lacrime della professoressa Elsa Fornero sono “amare”. Scrive Odifreddi: “Ovviamente, erano lacrime di gioia, visto che le misure di contenimento delle pensioni sono la sua specialità, e che lei è stata chiamata al ministero delle sedicenti Politiche Sociali proprio per farle passare dalla teoria universitaria alla pratica governativa”. Ancora. Grattando grattando, ci si rende conto che chi pagherà di più in tutta questa fosca storia, saranno le famiglie più povere: circa 600 euro l’anno, per la serie, piove sempre sul bagnato. E ancora. I nati nel 1952 forse è meglio che se ne vadano subito (se avranno maturato i diritti pensionistici entro il 31 dicembre), perché altrimenti rischiano di maledire per sempre i genitori che non li hanno procreati un anno prima o quello successivo. A chi compirà 60 anni il prossimo anno, infatti, il governo “chiagni e fotti” ha in serbo il più bel regalo dopo il weekend: pensione tutta contributiva e tre anni di lavoro in più senza passare dal via. Evviva Gesù. Si sono scatenati i sondaggisti e hanno scientificamente accertato che la maggioranza degli italiani non ritiene equa la manovra ma “indispensabile”. Il lavaggio del cervello, e il terrorismo psicologico di queste ore, compreso l’ultimo discorso di ieri del Professore alla Camera dei deputati, ha sortito l’effetto voluto, gli italiani si sono cagati addosso e, obtorto collo, pagheranno. In fondo ci sono sempre i quasi 170 punti in meno di spread a testimoniare che siamo sulla strada giusta. Siccome siamo convinti che cambiando l’ordine dei fattori (i provvedimenti) il risultato non sarebbe comunque cambiato, ci chiediamo per quale giusta causa gli scudati debbano pagare solo l’1 e mezzo per cento in più sul denaro sporco lavato per mano dello stesso Stato quando, arrivando al 2 (solo per fare un esempio) la perequazione sulle pensioni avrebbe potuto comprendere anche la fascia successiva a quella minima; lo ha detto Bersani non noi. Purtroppo per i nostri amici artigiani e lavoratori autonomi, tutti sanno che una parte della nauseabonda sacca di evasione fiscale gravita in quei paraggi, e che il prelievo contributivo per queste categorie è del 21 per cento invece che del 33 dei lavoratori dipendenti. Non si poteva pensare di pagare meno le pensioni degli autonomi (o di aumentare i contributi visto che solitamente continuano a lavorare fino al giorno prima della dipartita) e recuperare un’altra fascia pensionistica di chi ha lavorato pagando le tasse fino all’ultima lira? Non vogliamo offendere nessuna categoria ma, a naso, gli elettricisti, i meccanici, i carburatoristi, i muratori, gli idraulici, gli imbianchini, i meccanici dentisti, e i commercianti sono quelli che di solito sfoggiano suv della madonna e vanno in Sardegna (o alle Seycelles) per le vacanze. Ma toccare loro sarebbe stato un vilipendio alla cara, vecchia Italia delle botteghe e dei laboratori, dei sottoscala e dei garage attrezzati per il taglio delle tomaie, meglio punire i lavoratori della catena di montaggio, delle fonderie e gli impiegati già vessati da Renatino Brunetta. Permetteteci di tornare su alcuni argomenti trattati nei giorni scorsi. È bene avere chiare le idee. Abbiamo l’impressione che prima di andarsene, Silvio abbia dettato al nascente governo accademico una serie di condizioni capestro. Non si capisce, nell’ordine: a) per quale cazzo di motivo Mario Monti lo ringrazi a ogni piè sospinto, sottolineando la bontà del lavoro del suo governo quando tutti sanno che Silvio è il colpevole principale della sottovalutazione della crisi e della intempestività dei provvedimenti (troppa figa, a una certa età, rallenta il funzionamento delle sinapsi); b) per quale cazzo di motivo lo stato debba regalare a Mediaset le frequenze per le sue tivvù digitali (e a pagamento), quando in ogni altra parte del mondo i governi ci fanno un sacco di soldi; c) per quale cazzo di motivo non abbia introdotto una patrimoniale vera cavandosela con un provvedimento sui beni di lusso che perfino i democristiani adottarono trent’anni fa in uno dei tanti momenti di crisi del paese (ricordate l’austerity e la soppressione della Befana a cura di Giulio Andreotti?); per quale cazzo di motivo non ha proposto la incompatibilità economica per i doppi e i tripli incarichi rifugiandosi nel populistico “pago io”, che se avessimo lo stipendio da senatore a vita pronunceremmo volentieri anche noi. Non abbiamo capito, infine, cosa intenda il chiarissimo Professore quando pronuncia la parola “equità”. Magari per lui è una specialità dell’ippica. Nel frattempo è venuta fuori una lettera maramalda di Gianni Letta nella quale, il galantuomo più galantuomo della recente storia italiana, scrive a Guido Bertolaso: “Caro Guido, aiuta gli amici di Verdini”. Annàmo, va! Morto ammazzato per morto ammazzato, ma chi ce lo fa fa’ de sta’ qui a tribolà? (indovinello cinematografico).

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