World Invasion. Backstage

Creato il 25 agosto 2015 da Manuela Bonci
   Tanto abituati a vedere film sugli alieni così quanto abituati a vedere quelli di guerra. Ma se si fondono due generi così longevi quali sono entrambi, il risultato può essere simile a quello ottenuto da World Invasion (2011) di Jonathan Liebesman. Non mi soffermo sul film in sè, nè sul cast o sulla vicenda narrata ma quello che ho trovato interessante di questa pellicola è l'idea di base e la sua realizzazione tecnica, scenica e pratica. Il film è un documentario di guerra su un'invasione aliena a Los Angeles. E già la cosa in sè è accattivante perchè lo stile documentario su una narrativa offre un'ottica piuttosto originale rispetto a ciò a cui siamo abituati. Non viene raccontata un'invasione globale ma c'è assoluta specificità. E' l'ottica di una squadra di Marines, e il brivido che si sperimenta durante la visione è quello della loro sopravvivenza. Si ha tempo per conoscere ogni personaggio e muoversi con loro per le strade invase. 
La difficoltà primaria sta nel trovare un giusto equilibrio tra il genere guerra e fantascienza. Liebesman risolve il problema aggiungendo ad un documentario un'angolazione da cinema verità. La pellicola infatti è ricca di movimento come un action movie. Ci sono riprese dall'elicottero, sopra e sotto acqua, ci sono esplosioni, sporcizia e rapidità. Non mancano elementi di un "grande" film, quali suspance, brivido classico degli alieni, uniti alla precisione realistica di un documentario.La ripresa è manuale, camera a braccia dalle angolazioni più disparate. I cameramen giravano sui camion, sopra i tetti, da dietro il fuoco e questo richiedeva un lavoro di squadra piuttosto complesso poichè le cineprese erano disposte ovunque sul setting. Liebesman cercava naturalezza, ecco perchè gli operatori giravano a due passi dalle esplosioni ricreate sul set e gli stessi interpreti non venivano avvertiti di rumori o suoni improvvisi durante le riprese. La difficoltà di girare sullo schermo blu è per gli attori quella di spingersi oltre la recitazione. Quando non si ha davanti un'immagine reale di ciò che si inscena, come nel caso degli alieni fisicamente assenti nel set (o quasi, dato che solo un alieno di 2,40 m era stato riprodotto e usato nella sequenza della autopsia, e gli altri riprodotti in post production con la CG), l'attore deve immaginare la minaccia e reagire di conseguenza. Liebesman aiuta il suo cast con rumori assordanti improvvisi che innescavano reazioni naturali. Tutto viene filmato, anche battute fuori dal copione. Nella ricerca della realisticità vengono anche sfruttati consulenti militari che effettivamente mettono del loro nelle sequenze belliche. Sono loro a dire come avrebbero dovuto disporsi i Marines in un'azione di salvataggio di civili, quando e come muoversi ecc...   Il lavoro di presentazione di Liebesman ha entusiamato i produttori per primi e poi la Sony. Lui concorreva con altri registi alla realizzazione del film e per la sua presentazione ai produttori ha proposto una realizzazione digitale di come pensava il film. In cinque borse aveva messo immagini, fotografie di militari, bozzetti degli alieni, ecc. Si è ispirato ai videogames moderni, pescando anche da YouTube, e con software di CG ha ricreato il set e il design grafico degli alieni. Per i produttori era cosa fatta, ma toccava convincere gli studio e così Liebesman prende il cast, lo porta sul set un giorno intero e filma. Filma "a caso" movimenti, battute, sequenze tipiche da documentario, creando una sorta di trailer d'azione in stile game del film, da presentare allo studio. Ovviamente ce la fa e anzi, pare che il suo lavoro sia ancora richiesto da vari produttori di Hollywood come riferimento da proporre ai loro registi nella fase di preparazione di un film. Liebesman ha impiegato tanto tempo e denaro per una sola realizzazione grafica, senza la certezza di essere scelto, che la cosa non è rimasta inosservata.
   Il set: reale. Disponevano di armi, un elicottero militare, divise. C'era ovunque roba incendiata, sporca. Solo gli alieni sono stati creati con la computer grafica e (a parte quello fisicamente creato che citavo prima) si muovevano sul set un paio di operatori con tute adattate che simulavano gli spostamenti degli ET. L'intento era quello di creare un design dell'alieno completamente originale, che non traesse idee dalle cinematografie precedenti. Gli ideatori attingono molto dalla natura, pensando ad un lungo tentacolo che si trascina da una gamba e facendoli muovere quasi strisciando sul pavimento. L'alieno doveva essere minaccioso e paradossalmente credibile.   Che il film in sè possa essere piaciuto o meno, sia agli amanti di genere bellico che a quelli di sci-fi, è cosa discutibile. Da apprezzare in World Invasion è la creatività tecnica e la ricerca di qualità che sono di valore aggiunto alla pellicola. Personalmente ho apprezzato il film e mi è piaciuto soprattutto rivivere quella atmosfera carica che mi ricordava tanto Black Hawk Down.

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