Introduzione della recensione di “Wristcutters: A Love Story“, commedia di Goran Dukic
“Brevemente vi sarà risposto: quando l’anima feroce del suicida si separa dal corpo dal quale essa stessa si è distaccata con la forza, Minosse (il giudice infernale), la manda al settimo cerchio (“foce”), dove cade nella selva a caso, dove la fortuna la balestra (di nuovo un verbo legato alla caccia). Lì nasce un ramoscello, poi un arbusto: le Arpie mangiando le sue foglie gli arrecano dolore e il dolore si manifesta in lamenti (chiasmo riferito a come dai rami rotti possano uscire parole e lamenti)” (vv. 93-102).
Poi Pier racconta come, dopo il Giudizio universale, le loro anime trascineranno i corpi alla foresta e li appenderanno ciascuna al
Non fronda verde, ma di color fosco;
non rami schietti, ma nodosi e ‘nvolti;
non pomi v’eran, ma stecchi con tòsco.
Recensione
Quando ti suicidi non succede un granché a parte che finisci in un appartamento con un ciccione che si lamenta perché la fai fuori dal buco, lavori in una squallida pizzeria, e non puoi ridere.
Quando ti suicidi puoi fare strani incontri, come un musicista russo alcolizzato legatissimo alla famiglia ed una ragazza superfiga che dice di essere lì per sbaglio.
Quando ti suicidi puoi ancora guardare il cielo, ma non ci sono più le stelle.
Per radio passano Tom Waits, i Gogol Bordello ed i Joy Division.
Sotto al sedile della macchina c’è un buco nero, attenzione, se ti cade qualcosa non lo recuperi più.
A proposito di macchina, ricordati che chi si siede di dietro non ha il cazzo.
Insomma se hai il cazzo è meglio che ti siedi davanti.
A proposito di cazzo, quando vuoi una cosa con tutto te stesso ricordati che non succederà mai un cazzo.
Dicono che le cose belle succedono da sè quando te ne freghi, insomma quando non te ne fotte un cazzo.
Cazzo, c’è pure Gloomy Sunday, di cui avevamo già parlato.
Ma avevamo parlato chi?
Quando hai delle stronzate da scrivere ed un paio di alter ego a farti compagnia non sei mai solo.
Quando ti suicidi finisci nel mondo dei suicidi.
Guido io, accomodati dietro.
A proposito di stelle, le stelle sono fiammiferi che volano fino in cielo.
Fine della “recensione”, Underground.
Voto 7
Written by Maurizio Ercolani
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