Writer's Coffee Chat: Intervista a Elena Mauli Shapiro, autrice di Vita privata di una sconosciuta
Creato il 28 marzo 2011 da Alessandraz
@RedazioneDiario
Cari lettori,
ecco a voi un'interessantissima intervista all'autrice americana Elena Mauli Shapiro, autrice di Vita privata di una sconosciuta, edito in Italia dalla Garzanti. Il libro ci mostra un'appassionato e sensibile ritratto di Louise Brunet, donna parigina vissuta tra ottocento e novecento, che prende vita tra le mani di uno studioso americano di letteratura francese, grazie ad alcune lettere e oggetti di uso comune che Trevor Stratton, così si chiama l'uomo, ritrova in una misteriosa scatola... Potete leggere la mia recensione, che spero possa invitarvi alla lettura di questo notevole romanzo: QUI.
INTERVISTA CON L'AUTRICE 1) Cosa ti ha spinto verso la scrittura? La tua famiglia ha incoraggiato questa tua passione? Non ho avuto bisogno di incoraggiamenti, credo che il mio desiderio di scrivere racconti fosse innato. Ancor prima di imparare a leggere, disegnavo sagome sulla carta, le ritagliavo e le facevo interagire tra di loro inventandomi delle storie. Aprivo i libri facendo finta di sapere cosa c’era scritto sopra. Sono da sempre stata ossessionata dalle strutture narrative, e dai libri come oggetti materiali.
2) Cosa fai di solito quando scrivi? Segui un particolare procedimento? Qualche “rito”? Mentre scrivevo 13 rue Thérèse e dovevo prendere un oggetto dalla scatola di Louise Brunet, di solito poggiavo la mano sul coperchio e l’aprivo dopo aver meditato per un momento. Cercavo di manovrare gli oggetti il meno possibile: non volevo disturbarli troppo e quando dovevo farlo, chiedevo loro gentilmente il permesso.
3) Di solito scrivi al PC, con una macchina da scrivere o con una penna / una matita? Scrivo sempre al computer. Ero solita scrivere su della carta di buona qualità con una penna stilografica perché mi piaceva la sensazione che mi trasmetteva, ma negli anni sono passata al computer. Mi piace il senso di libertà di poter visualizzare le mie parole sullo schermo, la possibilità di poterle cancellare o spostare con un semplice click. È come se le parole restassero in sospensione in una parte del mio cervello prima che io mi impegni stampandole fisicamente su carta.
4) Qual è il libro dal quale non ti separeresti mai? Madame Bovary, di Gustave Flaubert. Credo sia un libro sorprendente.
5) A cosa ti sei ispirata per scrivere questo libro, a parte la scatola? Come sei riuscita ad immaginare un racconto partendo dalle memorie reali ma frammentarie di una donna che non hai conosciuto? Alla vita in senso generale: alle mie esperienze, a persone che ho conosciuto. Ho inserito queste cose tra le memorie parziali di una donna sconosciuta, e inventato una nuova Louise Brunet, una donna che non esiste, un miscuglio tra vita e morte.
6) Quale tipologia di ricerca hai intrapreso per scrivere questo libro? Non ho sostenuto una grande quantità di ricerche come si potrebbe pensare. Non ho passato molto tempo in biblioteche ad indagare. Le ricerche principali le ho fatte sul contenuto della scatola stessa, osservandoli attentamente e fotografandoli. Entravo in stato meditativo e mi immaginavo all’interno dei corpi delle persone raffigurate nelle foto.
7) Com’è andato il processo di pubblicazione per questo tuo primo romanzo? È stato lungo e piuttosto affascinante! Come essere iniziata ad una serie di misteri.
8) Possiedi una scatola dei ricordi? A chi vorresti lasciarla? Cosa provi se immagini che uno sconosciuto la trovi un giorno e “riscriva” la tua storia basandosi sulle sue sensazioni? Non posseggo una scatola dei ricordi, ma memorie sparse. Considero anche quello che scrivo una sorta di scatola dei ricordi. Lascio tutte queste cose a mio marito. Se uno sconosciuto dovesse trovarle e cercasse di fare ipotesi su come avrei potuto essere, penso che sarebbe una cosa meravigliosa. In quanto esseri umani, facciamo questo in continuazione: mettiamo insieme indizi per immaginare come sia in realtà la mente degli altri. Non è possibile sapere cosa passi per la testa degli altri, possiamo solo filtrare le nostre conoscenze unicamente attraverso la nostra mente. La conoscenza dell’altro è un miscuglio tra ciò che questi lascia intravedere, e le nostre congetture personali – il mio libro riflette in parte su questo concetto.
9) Sei più tornata in rue Thérèse a Parigi? Se sì, eri alla ricerca di qualcosa in particolare (ispirazione per scrivere il tuo libro, le tue memorie d’infanzia…)? Ci sono tornata qualche volta. Per me è molto commovente tornarci, una sorta di viaggio nel tempo. Mi fa rivivere le mie memorie di quando ero bambina, e immaginare come sarebbe stata la mia vita se non me ne fossi mai andata. È come visitare un universo parallelo, e fonte di continua ispirazione per scrivere racconti.
10) Parlando di Henri e Xavier, pensi che Louise abbia scelto tra uno di loro alla fine? E tu al posto suo chi avresti scelto? Penso sia chiaro che lei non abbia intenzione di lasciare suo marito. Io di solito propendo per colui che non dice mai bugie.
11) Esprimi la tua vena artistica tramite altri mezzi oltre alla scrittura (dipingi, suoni qualche strumento..)? Suono il pianoforte ad orecchio a volte, anche se non sono capace di leggere la musica. Un tempo disegnavo e dipingevo parecchio, ma ora non lo faccio più. Andando avanti con l’età mi focalizzo sempre di più sul linguaggio.
12) Come reagisci di fronte al successo internazionale che al seguito della pubblicazione del tuo libro? È fantastico e un tantino surreale! Amo l’idea di essere tradotta, le mie parole decifrate in lingue che non sono in grado di comprendere. È un processo molto affascinante da osservare.
13) Quali sono i tuoi piani futuri? Un libro in corso d’opera o che sta per essere pubblicato? Sto scrivendo un altro romanzo al momento, momentaneamente intitolato "In the Red". Ignoro quale aspetto avrà alla fine, o quanto ci metterò, ma la parte divertente del processo di scrittura è scoprire tutto ciò!
14) Grazie per aver accettato il nostro invito, è stato un vero piacere per me avere l’opportunità di intervistarti e averti ospite nel nostro blog. Vuoi aggiungere qualcosa prima di salutarci? Vorrei ringraziarvi per la chiacchierata e per avermi incluso nel vostro sito! Un saluto alla famiglia Mauli di Verona, miei lontani parenti. INTERVIEW WITH THE AUTHOR 1) What did motivate you to write? Did your family encourage this passion? I didn't need encouragement; I think my drive to tell stories was innate. Even before I could read, I would draw figures on paper, cut them out, and have them interact with each other, building stories that way. I would pick up books and pretend to know what was in them. I was always obsessed with narrative structures, and books as physical objects. 2) What do you usually do when you write? Do you follow a special process? Some “rites”? When I was writing 13 rue Thérèse and I needed to get an object out of Louise Brunet's box, I would usually put my hand on the lid and meditate for a minute before opening it. I handled the objects as little as possible: I didn't like disturbing them too much and when I had to, I asked them gently for access. 3) Do you usually write on your PC, on a typewriter or with a pen / pencil? I always write on a computer. I used to write on good paper with a fountain pen because I enjoyed the feel of it so much, but over the years I switched to the computer. I enjoy the freedom of having my words on the screen, of being able to delete them or move them around with the click of a button. It's almost like the words are still in a staging area for the inside of my head before I have to commit to physically printing them out on paper. 4) Which is the book without which you wouldn’t go anywhere? Madame Bovary, by Gustave Flaubert. What a stunning book. 5) What inspired you to write this book, apart from the box? How did you come to imagine a novel from real but fragmentary memories of an woman you didn’t know? Life in general: things I'd experienced, people I knew. I projected these things onto the fragmentary memories of a woman I didn't know, and made a new Louise Brunet, a woman who doesn't exist, a mixture of the living and the dead. 6) What kind of research did you carry out to write this book? Not as much as you'd expect. I didn't spend a lot of time in libraries looking things up. Most of the research happened inside the box itself, with detailed observations of the objects and photographs. I entered a meditative state where I placed myself inside the bodies of the people in the pictures. 7) As this is your debut novel, how was your publishing process?It was long, and quite fascinating! Like being initiated into a series of mysteries. 8) Do you have a memory box? To whom would you like to leave it? How would you feel if a stranger would find it and “rewrite” your story through his feelings?I don't have a box, but I do have scattered mementoes. My writing, too, is a kind of memory box. I leave all these things to my husband. If a stranger were to find these objects and speculate about who I might have been, I'd think it was marvelous. As human beings, we are constantly doing that: we assemble clues to imagine what is really in the minds of other people. You will never really know what it's like to live inside somebody else's head, you can only filter your knowledge of them through you own mind. Your knowledge of other people is an amalgam of what they let you see, and what you choose to fill in--this is partially what my book is about. 9) Did you ever come back to rue Thérèse in Paris? If yes, were you looking for something (inspiration to write your book, your childhood memories…)? Yes, a few times. It is very moving for me to go back there, like time traveling. It does make me relive my childhood memories, and imagine the life I might have had if I'd never left. It's a visit to an alternate universe, and that's always very inspiring for writing stories. 10) Talking about Henri and Xavier, who do you think Louise could have chosen at the end? And you, who would you have? I think it is clear that she does not intend to leave her husband. I always choose the man who never lies. 11) Do you express your artistic vein through other means other than writings (painting, playing some instruments..)? I play the piano by ear sometimes, though I can't really read music. I used to draw and paint a lot, but don't anymore. The older I get, the more I focus on language. 12) How do you feel about this huge international success which followed the publication of your book? It is wonderful, and a bit surreal! I love the idea of being translated, of having my words rendered in these languages I don't understand. It's very interesting to watch. 13) What are your future plans? Do you have any other book “in progress” or about to be published? I am currently writing another novel, tentatively titled "In the Red." I don't know what it's going to look like, or how long it will take, but the fun of the process is in finding these things out! 14) Thank you for accepting our invitation, it was a real pleasure for me to have the chance to interview you and have you as guest on our blog. Would you like to add something before we say goodbye? Many thanks for chatting with me and featuring me on your website! Hello to the Mauli family in Verona, my distant relatives.
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