.§il bacio sulla guancia§.
Giulietta amava andare a scuola, perchè aveva riposto nel cuore dell’anima sua come un prezioso talismano il sorriso della sua splendida maestra. e ogni giorno per lei era una festa, che si concludeva con il rituale bacio di arrivederci, stampigliato sulle fresche gote della piccola alunna modello.
Giulietta amava andare a scuola, perchè in classe non era la stessa cosa di quando stava a casa, quasi sempre sola, o al massimo con i vecchi zii, uno più rimbambito dell’altro. Giulietta amava ripensare alla sua aula calda e luminosa che l’aveva custodita per quasi tutto il giorno verso la fine del pomeriggio, spesso passandosi una manina sulle guance, lì dove poco tempo prima si erano posate le dolci labbra leggermente raggrinzite della sua maestra.
Giulietta non amava invece il sorriso caustico dello zio Fefè, di quando col fiato che gli puzzava di vino le chiedeva di recitare sempre la stessa poesia imparata a memoria, quella natalizia – richiesta in qualsiasi occasione, addirittura anche a Ferragosto! Giulietta non amava le sue mani indurite dal tempo e dai calli, non amava il suo odore untuoso e le sue pesanti carezze, ma non osava fiatare perchè lo zio era insostituibile in casa, come diceva la mamma sua. Perciò Giulietta di sera tardi cacciava a forza indietro le lacrime, e nella sua cameretta pensava solo al bacio del giorno dopo della sua adorata maestra, e non alle luride manone dello zio -aride come sabbia del deserto e colme di straziante solitudine.
con questo post partecipo al Writing Tuesday di Silbietta – Interno 105.