Tarocchi.
Era da poco passato mezzodì e come ogni giorno gli occhi di Marta erano incollati allo schermo della tv, appassionatamente incollati. nonostante i capricci del digitale terrestre, anche questa volta poteva scrutare con ansia le carte meticolosamente disposte su di un tavolo ricoperto da un drappo dai colori cangianti, tra una candela dalla fiamma vibrante e la statuina sbrecciata di un angioletto alato.
le mani ingioiellate della cartomante intanto indicavano mano a mano i vari simboli dei tarocchi spiegandone il significato all’incognito spettatore di turno, desideroso di una consulenza telefonica sul suo prossimo futuro. il numero di telefono della veggente nel frattempo appariva con prepotenza nella scritta in sovrimpressione a caratteri cubitali, seducente più del canto di una sirena.
e fu a quel punto che Marta quasi come ipnotizzata, compose i fatidici numeri che l’avrebbero condotta verso le strabilianti rivelazioni sul suo destino, rivelazioni che sicuramente avrebbero di colpo mutato il grigiore di quella giornata autunnale.
questo post partecipa al writing tuesday di Silbi