Domenico Scali
“Auschwitz – dichiara Scali – non può essere un racconto, ma solo una testimonianza. Il silenzio ti accompagna per tutto il viaggio, e nel corso della sua durata, sembra di udire le voci di chi, qui, ha perso la libertà, la dignità e la vita … Perché? questo sembravano domandarmi le migliaia di foto di deportati all’interno del blocco 6….Domanda a cui non si riesce a dare risposta. Quel perché mi ha accompagnato per tutto il periodo che sono stato lì …Tante volte avevo visto in foto, documentari, libri, il famoso cancello con la scritta Arbeit Macht Frei ma trovarmelo davanti mi ha fatto un effetto terribile, ti toglie ogni parola … Auschwitz…ti cambia la vita, lo ha fatto per quasi due milioni di persone…vittime e carnefici….e lo fa anche per chi, dopo tanti anni, ripercorre quel luogo. Mai dimenticherò quel giorno … Mai dimenticherò quei visi fotografati … Mai dimenticherò quel silenzio … Mai dimenticherò …”
(foto Mosaico-Cem.it)
Al progetto si sono uniti Giuseppe Curtale, appassionato come Scali di fotografia, blogger con buone conoscenze di tecnologie informatiche e Giovanni Certomà, docente di lettere e filosofia, autore di varie pubblicazioni, esperto quindi della comunicazione di massa e collaboratore di varie emittenti radio web/Tv. Entrambi coadiuveranno Domenico in questa impresa, sia per la raccolta di documenti scritti e fotografici, sia per proporre a quanti (circoli privati, amministrazioni pubbliche o associazioni) vorranno divulgare questa ricerca, con i vari mezzi oggi a disposizione (mostre, depliants, o collegamenti in streaming video attraverso il web), in quanto convinti, come l’autore, della necessità di “non dimenticare” quanto accaduto e, soprattutto, avvertendo il profondo obbligo morale di opporsi con forza alle preoccupanti tendenze negazioniste che stanno emergendo.Informazioni:Giovanni Certomà – Uff. Stampa/Resp. Comunicazione (e mail certoma@oltreilcampo.it http://www.oltreilcampo.it)