X AGOSTO, oggi

Da Nuvolesparsetraledita

Il temporale, stanotte, ha rinfrescato l’aria e la mattinata ti accoglie ristorata, meno stanca, con il volto non più segnato come gli altri giorni. Le gambe non ti fanno più male, le braccia hanno voglia di afferrare stringere, hanno voglia di curvare le dita per accogliere nuove idee, nuovi sogni. Intrecci parole mentre rifai il letto e ti prepari a stirare, definisci Luca, il suo amore, la sua giornata tra poco interrotta da quella telefonata.

Ritorna la voglia di progettare e di realizzare, la voglia di sorridere, la voglia di fare: il cervello ovattato dalla calura dei giorni d’afa non ti aveva lasciato più spazio nè tempo. Dieci agosto, estate avanzata e primi temporali, primo capitolo che si snoda leggero fra l’innamorato miagolio del gatto e le auto che passano sulla strada.

E’ grigia l’aria, di un grigio azzurrato appena segnato dal giallo tenue e dal rosa del sole nascosto da qualche parte:   è vicino, il sole,  ma gioca a lasciare spazio alle nuvole distratte e ad una pioggerellina fine che dà sollievo alla terra riarsa. Cinguettano gli uccellini nella siepe, sembra un canto di gioia; tacciono le cicale, il loro frinire si è acquietato – finalmente – magari per poco ma si è taciuto. Luca ora ha un corpo, un senso, parole e gesti.

Dieci agosto, primo capitolo, mattina presto, Luca protagonista: una pioggia leggera che stasera ti impedirà di vedere le stelle cadenti se continuerà, la sorpresa della telefonata inaspettata, realtà e romanzo che si confondono nella mattinata fresca di un giorno ancor lungo d’estate.

Ricordi – i ricordi –  ma ora li cacci perchè hai altro da fare: ci sarà tempo dopo, ci sarà nuovamente spazio. La mattinata fresca non ti lascia indugiare. Dieci agosto, aria tranquilla, lieve pianto del cielo: scrivi, non lasciarti portare via da pensieri rresoluti e malvagi, dai forma e senso alle notti insonni, ai pensieri ritorti e arruffati dalla tua inconcludente paura.

X agosto, oggi, San Lorenzo e le stelle cadenti.

E per amore morì, titolo provvisorio; primo capitolo, Luca protagonista.

Si rigira nel letto quasi felice; dal bagno lo scrosciare dell’acqua della doccia, una pioggerellina lieve che picchia sul soffitto della mansarda affacciata sui tetti di Milano. Una pioggerellina calda, certo, amica: stempera la torrida estate che sembra non voler finire; oggi Milano sarà più fresca, forse, potranno passeggiare insieme lungo i Navigli e prendere un gelato aspettando la sera. Parleranno di tutto, come sempre quando sono insieme, sorrideranno guardando la gente accaldata, siederanno al tavolino di quel bar dove riescono ad andare ogni tanto.

Luca si rigira nel letto quasi felice, allunga le gambe, sgranchisce le dita dei piedi; si alzerà, fra poco, preparerà il caffè e la colazione. Intanto si gode lo scrosciare dell’acqua della doccia, dal bagno, più bello di una sonata per pianoforte di Bethoven, più bello di qualunque altra musica…

Dieci agosto, la sua casetta sui tetti, Milano, la libertà.

Dipinti di Anselme Kiefer

San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de’ suoi rondinini.

Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono…

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!

Giovanni Pascoli, X agosto


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