C'è poi la nuova star Nicholas Hoult nei panni di Bestia, impersonato nel terzo capitolo da Kelsey Grammer, la neo-premiata agli Oscar Jennifer Lwarence che sostituisce Rebecca Romijn-Stamos ad interpretare Mystica e tutti gli altri mutanti, da Havok a Emma Frost, senza dimenticare Sebastian Shaw, uno dei villain più importanti dell'universo mutante portato sullo schermo per la prima volta da un perfetto Kevin Bacon. Oltre al cast già fin troppo elogiato, a dare il tocco di novità e di stile, leggermente perduto con Conflitto finale e con il capitolo singolo su Wolverine (che in questo film torna con un cammeo dell'ormai iconico Hugh Jackman), ci pensa il regista/sceneggiatore Matthew Vaughn che regala dei giochi di specchi ottimi e dei virtuosismi d'azione davvero spettacolari, cercando nello script una coerenza narrativa minuziosa assieme agli altri tre sceneggiatori Ashley Miller, Zack Stentz e Jane Goldman e trovando nella regia un solido punto d'intrattenimento fisso sulla particolare più importante di questo universo, ovvero i personaggi e i loro rapporti: senza di essi infatti X-Men: L'inizio non sarebbe nient'altro che l'ennesimo cinecomic. Vaughn invece fa la scelta giusta e mette in primo piano (letteralmente) i protagonisti, lasciando che siano loro a raccontare la storia, a portare avanti la suspense e a rendere il tutto spettacolare e coinvolgente, aiutati dalle musiche a metà tra l'epica e il rock composte da un Henry Jackman che dà il meglio di sé e illuminati assieme agli sfondi (digitali e non) dalla fotografia precisa e sempre al servizio della macchina da presa di John Mathieson. A rendere il tutto ancora più adrenalinico troviamo il montaggio serrato e intenso del duo Eddie Hamilton e Lee Smith, sempre pronti a fare valere le performance degli attori ma senza mai dimenticarsi della componente tecnica, effetti speciali e azione in genere. Non mancano i temi cardine dell'universo mutante Marvelliano, ovvero il razzismo, la lotta per la sopravvivenza, l'evoluzione, la supremazia della razza, la convivenza pacifica e via dicendo, tematiche che hanno fondato un fumetto nato ormai nei lontani anni '60 e che riescono ancora oggi a colpire, a coinvolgere e a fare riflettere. E, dopo aver visto la ripresa di stile della saga, non ci resta che aspettare con impazienza The Wolverine ma, soprattutto, Days of the Future Past, che segnerà il ritorno dietro la macchina da presa di papà Bryan Singer.
C'è poi la nuova star Nicholas Hoult nei panni di Bestia, impersonato nel terzo capitolo da Kelsey Grammer, la neo-premiata agli Oscar Jennifer Lwarence che sostituisce Rebecca Romijn-Stamos ad interpretare Mystica e tutti gli altri mutanti, da Havok a Emma Frost, senza dimenticare Sebastian Shaw, uno dei villain più importanti dell'universo mutante portato sullo schermo per la prima volta da un perfetto Kevin Bacon. Oltre al cast già fin troppo elogiato, a dare il tocco di novità e di stile, leggermente perduto con Conflitto finale e con il capitolo singolo su Wolverine (che in questo film torna con un cammeo dell'ormai iconico Hugh Jackman), ci pensa il regista/sceneggiatore Matthew Vaughn che regala dei giochi di specchi ottimi e dei virtuosismi d'azione davvero spettacolari, cercando nello script una coerenza narrativa minuziosa assieme agli altri tre sceneggiatori Ashley Miller, Zack Stentz e Jane Goldman e trovando nella regia un solido punto d'intrattenimento fisso sulla particolare più importante di questo universo, ovvero i personaggi e i loro rapporti: senza di essi infatti X-Men: L'inizio non sarebbe nient'altro che l'ennesimo cinecomic. Vaughn invece fa la scelta giusta e mette in primo piano (letteralmente) i protagonisti, lasciando che siano loro a raccontare la storia, a portare avanti la suspense e a rendere il tutto spettacolare e coinvolgente, aiutati dalle musiche a metà tra l'epica e il rock composte da un Henry Jackman che dà il meglio di sé e illuminati assieme agli sfondi (digitali e non) dalla fotografia precisa e sempre al servizio della macchina da presa di John Mathieson. A rendere il tutto ancora più adrenalinico troviamo il montaggio serrato e intenso del duo Eddie Hamilton e Lee Smith, sempre pronti a fare valere le performance degli attori ma senza mai dimenticarsi della componente tecnica, effetti speciali e azione in genere. Non mancano i temi cardine dell'universo mutante Marvelliano, ovvero il razzismo, la lotta per la sopravvivenza, l'evoluzione, la supremazia della razza, la convivenza pacifica e via dicendo, tematiche che hanno fondato un fumetto nato ormai nei lontani anni '60 e che riescono ancora oggi a colpire, a coinvolgere e a fare riflettere. E, dopo aver visto la ripresa di stile della saga, non ci resta che aspettare con impazienza The Wolverine ma, soprattutto, Days of the Future Past, che segnerà il ritorno dietro la macchina da presa di papà Bryan Singer.
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