Xera si risollevò lentamente, l’impatto era stato più violento di quanto credesse, procurandole persino dei forti capogiri che tuttavia preferì ignorare. Soltanto poco dopo si accorse del vicolo cieco che le occludeva il cammino. La luce del primo sole iniziò a far capolino sull’orizzonte, illuminando pian piano il silente villaggio. Xera accarezzò il muro di pietre compresse e all'improvviso incominciò a ridere a crepapelle. La risata però divenne sempre più acuta, fino a trasformarsi in suoni dettati solo dalla rabbia. Il suo corpo allora si fece sempre più caldo, le mani le formicolarono e una forte energia si concentrò nel braccio destro, <<Adesso sono proprio arrabbiata!>> asserì alzano il pugno al cielo.Elesya e Reilhan raggiunsero la statua prima che l’alba incominciasse a colorare il cielo d’azzurro; la piazza era vuota, sintomo di un villaggio ancora assopito. Reilhan strinse a se Rhinvel, il cui calore riuscì a infondergli un po’ di coraggio. Elesya invece non cessò un solo istante di fissare Vheles, una sorta di rituale che presagiva un addio definitivo. L’artefatto non le parlò mai per tutto il tempo e il protratto silenzio rese la giovane maga più nervosa. <<Stiamo facendo la cosa giusta, vero Rei?>> domandò Elesya titubante, <<Sono soltanto oggetti>>rispose il curatore, pur sapendo di mentire a se stesso. <<Dobbiamo farlo ora, il primo sole sta per sorgere>> la spronò il Novizio ma Elesya ebbe un attimo d’esitazione. <<D’accordo, sarò io a iniziare>> commentò posando la spada scarlatta alla base della statua e lo stesso fu per l’anellino d’argento che estrasse dalla tasca della cintola. Elesya fissò ancora un po’ l’artefatto e infine, spronata dal gesto del curatore, ne imitò i movimenti abbandonando la fida staffa accanto ai due artefatti. In un primo momento nulla sembrò cambiare, poi però sulla superficie rocciosa della statua, alcune lettere incisero lo spesso materiale. Reilhan riconobbe subito le parole che lo avrebbe privato dei suoi poteri, ma dell’antidoto nessuna traccia. <<Non reciterò la formula, se non mi mostri il nostro compenso!>> urlò a squarciagola, sperando così di sollecitare il responsabile del ricatto. La formula brillò con più intensità ma nessuno rispose alla minaccia del ragazzo. Reilhan allora provò a insistere ma di nuovo il silenzio prevalse. Quando infine il curatore decise di mantenere la sua posizione, notò che alcune parole all’inizio della formula presero a lampeggiare perdendo man mano d’intensità. <<Rei! Guarda sta svanendo>> lo redarguì Elesya <<Si ho visto … non ho altra scelta>> asserì. Reilhan posò entrambe le mani sulla base della statua e facendo attenzione alla pronuncia, ripeté ad alta voce ogni singola parola incisa sulla roccia. Tuttavia solo nel momento in cui fu a metà testo, la magia incominciò ad abbandonarlo assorbita dalla formula stessa. Da lì in poi ogni lettera pronunciata fu per lui dolorosa al pari di una ferita, mettendo a dura prova la sua forza d’animo. Restava così soltanto una frase per ultimare il rituale, ma le energie gli vennero meno e il chierico si accasciò contro la parete. Elesya si avvicinò per sorreggerlo, ma il ragazzo la scacciò in malo modo. <<Non mi toccare! … Vuoi forse perdere i tuoi poteri?>>. La giovane maga indietreggiò con volto rammaricato e subito Reilhan non mancò di scusarsi. <<Ti prego lascia che continui da solo>> affermò infine rimettendosi in piedi. La formula lentamente sparì sotto i suoi occhi e soltanto l’ultima frase ormai lampeggiava sulla roccia. Reilhan riprese coraggio e strinse i denti, mentre gocce di sudore freddo scivolarono via dal suo visto stanco. Poggiò quindi i due palmi sulla statua e schiaritasi la voce, lesse ciò che rimaneva della formula, ma quando giunse alle ultime tre parole, un tonfo assordante alle sue spalle lo costrinse a fermarsi.Una nuvola di polvere e detriti si estese sul fondo della piazza, da cui ne uscì qualcuno con il pugno serrato. La piccola mano era ferita e impolverata ma sul volto della fanciulla non era il dolore ad essere rappresentato. <<Che cosa pensavate di fare?>> urlò loro, <<Giuro che questa volta sono davvero furiosa!>>.
[Giovani leve, ci rivediamo ad Agosto. Buone vacanze e buona lettura]