Cap. 8 Lì dove giace lo spirito centenario
Erano trascorse settimane dall’ultima volta che il trio aveva varcato l’uscio della capanna sulla scogliera, eppure quella dimora riusciva sempre a sorprenderli. Abituarsi alle stranezze di quel luogo non era semplice, considerando che il suo aspetto esteriore contrastava fortemente con quello interiore. Sebbene l’isola riserbasse continuamente innumerevoli sorprese, l’idea di una fatiscente capanna il cui interno eguagliava quello di una sontuosa magione, era forse la loro preferita.Bastò bussare due volte affinché la porta – apparentemente diroccata – si aprisse di sua iniziativa, rivelando il vero aspetto della struttura. Occupata la sala d’ingresso, i tre ragazzi decisero di attendere in silenzio, l’arrivo della donna che gestiva la dimora di Murdar, poiché era noto a tutti quanto lei odiasse essere scavalcata. Al suo posto però si presentò una bambina dagli abiti un po’ troppo sproporzionati, il cui volto era celato da una lunga frangia che le copriva gli inquietanti occhi scarlatti. Quando incrociò i volti dei ragazzi, il suo viso si allargò in un ghigno, lasciando intravedere i piccoli denti aguzzi che intimorirono Elesya. L’unica ad avvicinarsi alla bambina fu Xera, per la quale manifestò simpatia e cordialità. <<Signorina Hillin, è un piacere rivedervi>> disse la guerriera quasi recitando un copione, che tuttavia sembrava sempre funzionare con il demone mutaforma. La bambina sorrise compiaciuta e battendo le mani, iniziò a correre attorno alla giovane leva. Anche Reilhan ed Elesya si rivolsero a lei con il medesimo rispetto, nonostante Hillin non li avesse degnati di uno sguardo. Xera estrasse dalla bisaccia un fagotto finemente decorato, porgendolo poi alla bambina che afferrato avidamente, ne scoprì ben presto il contenuto. Era ricolmo di biscotti maleodoranti provenienti dalle cucine di Aldaria, la quale una volta saputo dove fossero diretti, si era preoccupata di rifornirli di ciò che Hillin più apprezzava. Dopo che li ebbe spazzolati, anche Reilhan le porse il suo dono e così Elesya.
La bambina ripulì in fretta il suo vestito rosa confetto e facendo loro un cenno, li condusse in una stanza che in passato avevano già avuto modo di visitare: il suo ufficio. Di nuovo attesero diversi minuti prima di essere ricevuti dal demone nelle sue spoglie reali. Il trio si accomodò di fronte alla sua scrivania ma al posto dei tre sgabelli fatiscenti, vi erano delle poltrone sontuose di velluto rosso. Hillin invece era seduta sulla sua scrivania con le gambe accavallate e ancora senza scarpe, com’era solita spostarsi. <<Son curiosa di sapere cosa vi porta dal saggio Murdar, questa volta. Volete tornare a casa?>> disse ghignando malignamente benché le leve non parvero irritate dalle sue insinuazioni. <<Signorina Dinn, non è per il saggio che siamo venuti>> asserì Elesya sforzandosi di non tremare, ma il demone non s’ingannava facilmente. Con un gesto fulmineo, la donna si portò a pochi passi dal volto della maga che colta alla sprovvista indietreggiò cadendo rumorosamente all’indietro. Il demone si ritrasse ridendo e con un cenno sollevò la sedia che ritornò al suo posto come nulla fosse. Elesya invece impiegò alcuni minuti prima di tornare a sedersi, aiutata da Reilhan che l’aveva subito soccorsa. <<Sono io a dirvi quando potete parlare>> si giustificò tornando a occupare la scrivania. Xera al contrario del Novizio, non aveva mosso un passo dimostrando una certa indifferenza per le sorti della compagna che convinsero il demone a cederle la parola. <<Mi dispiace per la maleducazione dei miei amici!>> disse freddamente, irritando Reilhan che intanto era tornato a sedersi. <<Purtroppo il rispetto è una dote che non tutti possono vantare>>rispose lei sembrando quasi dispiaciuta per la guerriera. <<Per quale motivo desideri parlare con me>> aggiunse Hillin ignorando il resto del gruppo e rivolgendo la sua attenzione soltanto a Xera. <<In vero non è una visita di cortesia la nostra>> rispose <<Sebbene ci fossimo già ripromessi di tornare, per ringraziarvi come si compete della gentilezza mostrata nei nostri confronti in passato>> spiegò e la donna sembrò apprezzare ogni singola parola pronunciata dalla ragazza. << È il mio lavoro, anche se preferirei divorare la metà di quelli che varcano questa porta>> rivelò intimorendoli << Dopo tutto, farei loro un favore; riesco sempre a capire chi ce la farà e chi invece no>> sentenziò fissando Elesya per alcuni secondi. Xera rabbrividì, tuttavia continuò a ostentare distacco e attendendo il consenso di Hillin, riprese a parlare. <<Abbiamo da poco accettato una missione che richiede grande conoscenza e capacità non da meno di cui purtroppo difettiamo, data la nostra giovane età>> affermò la guerriera, che però fu sul punto di indispettire il demone, avendo toccato un argomento per lei tabù. Reilhan allora colse la palla al balzo e intervenendo bruscamente - anche a costo di essere aggredito dalla donna – aggiunse, <<Sebbene rivolgendoci a voi, sappiamo che nonostante l’esigua differenza temporale che ci separa, il vostro intelletto e le conoscenze acquisite sono ben lungi dall’essere anche solo immaginate da delle menti mediocri come le nostre>>. Hillin osservò il curatore con attenzione e per la prima volta nel suo sguardo non vi erano né disprezzo né indifferenza. La donna mosse le dita e presto la sedia del ragazzo fece un balzo in avanti, portando così il Novizio a pochi passi da lei. Reilhan cercò di non farsi sfuggire neanche il più piccolo gemito, emulando la stessa sicurezza dell’amica che pareva essere molto apprezzata dal demone. <<Ragazzo, hai il permesso di parlare>> gli disse non distogliendo mai lo sguardo dal suo volto e accavallando le gambe nel senso opposto. Reilhan in un primo momento arrossì, poiché il vestito attillato della donna copriva a malapena le sue gambe, poi però riprese il controllo e subito iniziò a narrarle di come loro fossero alla ricerca di alcuni spiriti centenari di cui tuttavia non avevano alcuna informazione. <<A Kodur è risaputo che nessuno conosce Horsia meglio dell’Archivista!>> spiegò infine. Hillin raccolse svogliatamente un paio di occhiali - rosa anch’essi – dalla scrivania e indossandoli iniziò a sfogliare alcuni documenti presenti sul pregiato mobile. <<Sono troppo occupata per badare alle vostre richieste>> disse loro spiazzandoli, <<Murdar invece sarà più che lieto di darvi retta, sono certa che vi aiuterà: tra coetanei ci si conosce un po’ tutti>> aggiunse sogghignando divertita. Senza molti convenevoli, li scacciò dal suo ufficio continuando a fissarli al di sopra dei suoi occhiali, ma poco prima che si congedassero il demone si rivolse alla guerriera soltanto affinché gli altri non sentissero <<Diffida da coloro che vendono il proprio aiuto a caro prezzo, poiché è quasi certo che ti stanno ingannando>>. La porta si richiuse bruscamente e Xera si ritrovò nella stanza accanto più confusa di prima, cercando di comprendere cosa Hillin le avesse voluto dire.