I batteri fastidiosi
La scoperta dei batteri fastidiosi è avvenuta nel 1974 nel corso di studi su una forma di nanismo del trifoglio. Sebbene si notasse entro i tubi cribrosi delle piante malate presenza di una miriade di piccoli batteri, i tentativi di isolamento ebbero insuccesso. La scoperta della specie più nota ebbe luogo circa un decennio dopo quando fu descritto l’agente causale di una forma di disseccamento delle foglie e avvizzimento delle viti detta malattia di Pierce. La malattia, nota in tutte le regioni statunitensi attorno al golfo del Messico, dalla Florida alla California, causa ingiallimenti e disseccamenti cuneiformi a progressione centripeta nelle foglie, avvizzimento dei grappoli e può avere esito letale per le piante. Nel lume dei vasi delle nervature e dei piccioli delle foglie malate si può osservare la presenza di numerose cellule batteriche. I primi tentativi di isolare questi batteri endoxilematici non ebbero successo. Solo nel 1987 si riuscì a coltivarli su substrati arricchiti e ad ottenerli in coltura pura. Si dimostrò che l’agente della malattia di Pierce era un batterio Gram-negativo inusuale, e si descrisse la nuova specie Xylella fastidiosa. In anni successivi si scoprì che altre forme della stessa specie erano responsabili di deperimenti di altre piante.
Questo batterio ha cellule bastoncelliformi, aventi una membrana esterna assai circonvoluta. Ha comevettori cicadellidi (cicadellidi e cercopidi). Potenziali vettori in Europa, dove finora è assente, sono cicalina verde (Cicadella viridis) e sputacchina media (Philaenus spumarius). I vettori sono insetti che si nutrono nello xilema ed hanno capo voluminoso per il grande sviluppo dei muscoli della potente pompa cibariale necessaria a creare una depressione tale da aspirare il liquido xilematico avente un potenziale di pressione negativo nella pianta traspirante. Acquisito in meno di 2 ore, il batterio si moltiplica nell’insetto creando colonie a palizzata sull’epitelio di un tratto iniziale del tubo digerente; dall’area colonizzata a tappeto il batterio è immesso nella pianta ospite durante i rigurgiti. Altre piante ospiti coltivate di Xylella fastidiosa sono mandorlo, susino, pesco, agrumi, quercia; il batterio alberga anche dentro i vasi di piante erbacee spontanee, dove i vettori possono prelevarlo e trasferirlo nelle piante coltivate.
Bibliografia Agrios G.N.,1995. Plant Pathology, Elsevier, Academic Press, 922 pp. Alexopoulos C.J., Mims C.W., Blackwell M.,1996. Introductory Mycology, John Wiley & Sons, Inc., 868 pp. Deacon J.,2006. Fungal biology, Blackwell Publishing, 371 pp. Giunchedi L., Gallitelli D., Conti M., Martelli G.P.,2007. Elementi di Virologia Vegetale, Piccin Ed., 333 pp. Kado C.I., 2010. Plant Bacteriology, APS Press, 336pp. Autore: Dr. Antonio Mazzucchi, Consulenze fitopatologiche VPS. L’argomento, oggetto di una relazione al convegno “I microrganismi, i vegetali e l’uomo” (Brescia,13 Maggio 2014) a cura della Fondazione Iniziative Zooprofilattiche e Zootecniche (via Istria 3/b, 25125-Brescia) è stato pubblicato nel volume N° 96 (pag.19-45) della collana curata dalla stessa fondazione. Fonte: http://www.fitopatologiavps.it/?p=414