Per il post di oggi ho scelto, tra i miliardi di libri letti negli ultimi mesi e che poco alla volta riuscirò a recensire, tre romanzi di altrettante saghe fantasy young adult. Si tratta di tre secondi volumi, quindi di tre letture molto rischiose. Ogni volta che comincio una saga, che sia una semplice trilogia o qualcosa di più consistente, arrivata al secondo volume arriva la delusione. E' così complicato riuscire a tenere alta l'attenzione del lettore anche nei seguiti? Così impossibile chiedere una storia che non sia semplicemente un pallido seguito del volume precedente e un noioso trait-d'union tra il primo e il successivo? Bé, io mi son resa conto che questi seguiti mi stanno facendo impazzire. Mi irritano, mi vien voglia di liberarmene il prima possibile. Non è così per tutte la saghe, ma ben poche riescono a mantenere viva la mia attenzione.
Qui sotto troverete la mia esperienza negativa con una ragazza alle prese con la sua natura di licantropo, una protagonista che deve accettare il fatto di essere l'unico angelo senza ali, e l'ultima, una sirena, che ha scelto la vita sulla terra anziché in mare. Non starò qui a elencare eventuali paragoni e similitudini tra le varie storie, non perché non ce ne siano, ma perché peccherei di mancanza di originalità. Si sa, il canovaccio è quello. C'è chi sceglie di seguirlo pedissequamente e chi riesce a personalizzarlo. Ma pare che nessuno voglia abbandonarlo del tutto.
Lost Grace di Bree Despain
Recensione: Se al primo volume della trilogia avevo affibbiato tre stelline e una recensione tutto sommato positiva, per questo secondo non posso assolutamente ripetermi. Dark Divine aveva dalla sua innanzitutto la freschezza della novità, e aveva trovato in me una lettrice non ancora satura di young adult come sono oggi. Pertanto leggere Lost Grace è stato, ahimè, una tortura. Perché l'ho letto? Perché speravo che la storia a un certo punto mi coinvolgesse, mi facesse ricredere o mi facesse comprendere il perché dei miei complimenti al primo volume. In Lost Grace ho trovato totale mancanza di originalità e una struttura fin troppo prevedibile. La protagonista, Grace, è alle prese con il dover accettare e adattarsi alla sua nuova natura; il suo ragazzo, Daniel, quell'amore con la A maiuscola in Dark Divine, ora preferisce allontanarsi da lei (per proteggerla? perché nasconde qualche segreto? perché gliel'ha consigliato Edward Cullen?); entra in scena un nuovo personaggio, Talbot, per creare una parvenza di triangolo amoroso (ma non ci preoccupiamo troppo, tanto si sa che l'amore con la A maiuscola vince sempre). Qualche colpo di scena e un po' di azione - ma non dimentichiamoci anche quel po' di depressione (una famiglia distrutta, una Grace confusa) - non bastano a rendere la lettura interessante e gradevole. Se alla fine del primo volume avevo espresso un senso di ansia verso la pubblicazione del resto della saga, alla fine di Lost Grace tra uno sbadiglio e l'altro ho pensato che la saga per me può concludersi qui. Cos'altro può aver mai da dirmi la Despain di così sorprendente? Conto sul lieto fine, sul trionfo dell'Amore, sulla rinascita della famiglia e su qualche altro piccolo dettaglio che, di sicuro, non cambierà la mia vita di lettrice.
Titolo: Lost Grace
Titolo originale: Lost Saints (#2) Autore: Bree Despain
Traduttore: E. Villa Editore: Sperling & Kupfer Pagine: 352 Isbn: 978882005257 Prezzo: €17,90 Valutazione: 2 stelline Data di pubblicazione: 18 settembre
Devilish di Dorotea De Spirito
Recensione: Questo romanzo mi ha un po' delusa, e ne sono davvero dispiaciuta. Della De Spirito tempo fa avevo letto Angel e mi ero dichiarata ottimista: all'epoca ancora ragazzina, l'autrice aveva dimostrato di saper imbastire una storia sicuramente apprezzabile, seppure non originalissima. Non eravamo ancora stati invasi dall'ondata di fantasy adolescenziali tutti uguali, per cui Angel era riuscito a colpirmi. Quando poi ho letto della stessa autrice ho letto Dream, bé, lì mi sono innamorata della storia e della capacità di Dorotea di far sognare una ultratrentenne come me. Speravo pertanto che con Devilish potesse accadere qualcosa di altrettanto magico, ma l'incanto non c'è stato. Avevo apprezzato Angel, anche se la storia non mi aveva appassionata troppo. Come sarebbe stato ritrovare gli stessi personaggi in un seguito di cui non avevo mai effettivamente sentito la necessità? Una chance ho voluto dargliela, in omaggio alle emozioni provate con Dream. Ecco, mi son ritrovata di fronte una storia senza infamia e senza lode. Non penso sia stata una brutta lettura, né che sia stata memorabile. Una lettura d'intrattenimento per un pomeriggio altrimenti fin troppo noioso, ma che ben presto abbandonerà i miei ricordi. Devilish è un romanzo più d'azione che di sentimento (grande differenza coi romanzi del genere cui appartiene), con un ritmo abbastanza serrato che non si perde dietro melensaggini e sdolcinatezze. Se da una parte posso apprezzare la mancanza del solito amore impossibile, o delle prime difficoltà di una storia d'amore, così come la mancanza dell'ovvio scontatissimo triangolo amoroso (grazie, Dorotea, per averci risparmiato) dall'altro non posso fondare il mio apprezzamento esclusivamente sull'assenza degli stereotipi del genere cui la storia appartiene. Ci vuole ben di più, ci vuole un'idea più avvincente, dei dialoghi più interessanti, dei personaggi meglio caratterizzati. Ma quella che mi son ritrovata tra le mani è stata una storiella fin troppo veloce. Del romanzo salvo solo le descrizioni, elemento davvero bello ed efficace. Per il resto, Devilish lo lascio nel limbo dei romanzi che non mi hanno cambiato la vita e di cui non mi ritroverò più a parlare, né nel bene né nel male.
Titolo: Devilish (#2) Autore: Dorotea De Spirito Editore: Mondadori - Chrysalide Pagine: 320 Isbn: 9788804621997 Prezzo: €17,00 Valutazione: 2 stelline Data di pubblicazione: 9 ottobre 2012 Il destino della sirena Tera Lynn Childs
Recensione: Ecco un libro che avrei voluto non fosse stato scritto, né progettato o pensato. Mi sarebbe piaciuto se l'autrice si fosse fermata a quel primo Bacio della sirena, romanzo fresco, frizzante, vivace. Un romanzo non certamente originale, ma raccontato in maniera così allegra da perdonargli la presenza di qualsiasi stereotipo. A pochi mesi di distanza, ecco che arriva il secondo capitolo e immediatamente mi cascano le braccia. Perché? Perché dover creare una trilogia quando un solo romanzo potrebbe essere perfetto? Non è questo il luogo né il momento per rispondere alla mia disperata domanda: fatto sta che ormai le trilogie sono un must e la Childs non poteva essere da meno. Mi sono avvicinata alla lettura, quindi, con uno stato d'animo tra lo scettico e il curioso, sperando che non si verificasse il solito appiattimento da "secondo volume" di una serie. Vana speranza. L'ironia, così efficace nel primo volume, qui stenta a coinvolgere il lettore. Ci prova ma non ci riesce. La storia lascia il tempo che trova: Lily si barcamena tra la sua decisione di restare umana, il suo futuro universitario, il suo rapporto con Quince e l'arrivo della perfida cugina Dosinia, affidatale per un periodo di tempo indefinito. Toccherà a Lily farle da baby-sitter, tenerla lontana dai guai o riparare quelli commessi. A tutto ciò va poi aggiunto l'arrivo di un terzo incomodo, col pericolosissimo spauracchio del triangolo amoroso, nascosto dietro ogni angolo di ogni ya, e l'accettazione del proprio destino. Un romanzo che tutto sommato si fa leggere, pur senza la forza e l'ironia del primo. Qualche colpo di scena viene piazzato verso la fine per cercare di renderlo più interessante, ma la trovata non ha una grande efficacia. Leggerò anche il terzo, ma non ho nessuna fretta.
Titolo: Il destino della sirena
Titolo originale: Fins are forever (#2) Autore: Tera Lynn Childs
Traduttore: Francesca Toticchi Editore: TRE60 Pagine: 128 Isbn: 9788867020270 Prezzo: €9,90 Valutazione: 2,5 stelline Data di pubblicazione:24 gennaio 2013 Inchiostro di Girasonia76 a 09:18
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