YAC - Yet Another Cleaner (Ancora un altro Cleaner) è un programma moderno che fornisce tutte le opzioni automatiche per fare la manutenzione del computer e farlo tornare scattante come quando era nuovo.
Anche se di alternative non mancano e posto che l'utilità di tool di questo tipo è variabile a seconda dell'uso che si fa del PC stesso, può essere interessante provarlo e vedere se ha effetti benefici generali.
YAC può essere scaricato gratis per PC Windows 7, XP e Windows 8, in italiano (AGGIORNAMENTO: Ho tolto il link per accertamenti riguardo la sicurezza di questo tool).
La prima cosa che si nota dopo l'installazione è un contatore dati visibile in basso a destra, zona dalla quale è possibile lanciare YAC che, come si capisce subito, rimane in background in Windows.
Cliccandoci sopra si possono leggere informazioni riguardanti i processi che occupano più memoria e i programmi che occupano più banda internet.
È possibile avviare la finestra principale del programma con un clic sulla barra di sistema dell'applicazione. Il programma visualizza i vari moduli che offre in una barra laterale sulla sinistra della finestra principale, e le opzioni del modulo attualmente selezionato sulla destra di esso.
Premere poi l'icona di notifica (nascosta sulla freccetta verso l'alto vicino l'orologio) per accedere alla schermata principale.
YAC è apprezzabile per la sua interfaccia elegante e pulita divisa in diverse sezioni:
- Controllo dove YAC aiuta a individuare i problemi del sistema, per cancellare i file spazzatura e ottimizzare le impostazioni.
Il controllo assegna un punteggio di salute del computer ed elenca tutte le impostazioni da ottimizzare ed i file che è meglio cancellare.
In questa fase è possibile fare un'ottimizzazione ed una pulizia complessiva del sistema senza entrare nei dettagli che è una cosa che personalmente sconsiglio sempre di fare.
- Sicurezza per verificare la la protezione del computer contro i siti web che richiedono informazioni sensibili e componenti pericolosi in generale.
I filtri e le protezioni possono qui essere disattivate.
- Plugin fa un controllo dei componenti aggiuntivi del browser identificando eventuali estensioni pericolose o maligne.
- Pulizia Rapida per pulire file temporanei, cestino e altri elementi non più utili al sistema.
- Pulizia completa permette di usare YAC come pulitore più profondo .
- System Speed Up raccoglie le funzioni da ottimizzatore che sono poi le più interessanti.
Essendo scritto in italiano si possono leggere i vari consigli e applicarli uno per uno in modo automatico, semplicemente cliccandoci sopra.
Se si ha fiducia in YAC, si può ottimizzare il sistema tutto in una volta applicando le correzioni
Questa caratteristica molto utile accelera il vostro sistema in una volta, identificando quei programmi o strumenti che ostacolano il tempo di avvio del PC. Esegue la scansione semplicemente, individua e ottimizza il tempo di avvio della gestione dei programmi di start-up, come richiesto.
Nella stessa sezione si può trovare la scheda per ottimizzare l'avvio del computer e per eliminare programmi dall'avvio del sistema accelerando il tempo di boot.
C'è anche una sezione per decidere quali servizi mantenere attivi e quali fermare, con i consigli di YAC.
- Software Manager è invece la schermata dove disinstallare programmi, con i consigli di chi usa YAC.
Alal fine YAC è un tool pulitore e ottimizzatore molto valido, non così pieno di funzioni come IOBit Advanced System Care, non così famoso come Ccleaner, ma all'altezza di altri programmi free per ottimizzare il computer come Glary Utilities e può essere una scelta valida per gli utenti che sono alla ricerca di programmi di questo tipo.
Chi ha il PC lento e pieno di cose inutili, di toolbar, che naviga su internet lentamente a causa dei plugins, che ha il PC che si avvia dopo mezzora, allora YAC è davvero consigliato.
- I dati sono rappresentati in formato specifico, per cui si è vincolati all’applicazione stessa per recuperarli; incrementale:
- Backup completo - Consente il salvataggio indistinto di qualsiasi file indicato, senza alcuna relazione con backup precedenti; paga: per recuperare un file all’interno di un set incrementale bisognerà recuperare prima il file conservato nell’ultimo backup completo e poi, via via, tutti le copie incrementali, fino ad arrivare al set che contiene la versione richiesta. Il che, ancora intuitivamente, porta l’evidente svantaggio di richiedere tempi di restore lunghi e uno swapping di supporti che in alcuni casi si può rivelare notevole. Diventa quindi necessario implementare una policy di backup che alterni registrazioni complete e incrementali basandosi su fattori contingenti, quali l’importanza data a un restore veloce, per esempio in sistemi pubblici con livelli di servizio cogenti, oppure le limitazioni dovute alla scarsa capacità dei supporti o al loro numero carente, oppure alla frequenza di rilascio dei dati e il conseguente riutilizzo dei supporti stessi o, ancora, alla frequenza con la quale vengono modificati i file da salvare. E’ un’alchimia, più che un’equazione, e il backup è un’arte minore, più che una scienza. Oltretutto, sistemi sofisticati richiedono un database in cui possa venire registrata la corrispondenza fra set di backup, file registrati e supporti sui quali viene salvato il tutto. Il che espone il rischi di trovarsi con un insieme di dati non coerenti nel momento in cui quest’unico database risulti corrotto. Certo, programmi come Afbackup provvedono a spedire un’email dopo ogni backup, allegando un set minimo di informazioni da utilizzare per il recupero dei dati, proprio nel caso in cui venisse a mancare il database di collegamento, ma il rischio permane in soluzioni meno evolute. Che fare, allora? Se non si hanno grandi quantità di dati da backuppare e questi possono essere tenuti giusto per poco tempo, due settimane o un mese, giusto per avere qualche set di emergenza per un pronto ripristino di un server, quindi non per un’archiviazione di lungo termine ma per un disaster recovery, è possibile affidarsi a qualche vecchia conoscenza del mondo Unix, ovvero all’accoppiata TAR/FTP, il tutto condito da poche righe di shell scripting.
Ultima versione stabile rilasciata: 3.5.3
- Backup completo - Consente il salvataggio indistinto di qualsiasi file indicato, senza alcuna relazione con backup precedenti; paga: per recuperare un file all’interno di un set incrementale bisognerà recuperare prima il file conservato nell’ultimo backup completo e poi, via via, tutti le copie incrementali, fino ad arrivare al set che contiene la versione richiesta. Il che, ancora intuitivamente, porta l’evidente svantaggio di richiedere tempi di restore lunghi e uno swapping di supporti che in alcuni casi si può rivelare notevole. Diventa quindi necessario implementare una policy di backup che alterni registrazioni complete e incrementali basandosi su fattori contingenti, quali l’importanza data a un restore veloce, per esempio in sistemi pubblici con livelli di servizio cogenti, oppure le limitazioni dovute alla scarsa capacità dei supporti o al loro numero carente, oppure alla frequenza di rilascio dei dati e il conseguente riutilizzo dei supporti stessi o, ancora, alla frequenza con la quale vengono modificati i file da salvare. E’ un’alchimia, più che un’equazione, e il backup è un’arte minore, più che una scienza. Oltretutto, sistemi sofisticati richiedono un database in cui possa venire registrata la corrispondenza fra set di backup, file registrati e supporti sui quali viene salvato il tutto. Il che espone il rischi di trovarsi con un insieme di dati non coerenti nel momento in cui quest’unico database risulti corrotto. Certo, programmi come Afbackup provvedono a spedire un’email dopo ogni backup, allegando un set minimo di informazioni da utilizzare per il recupero dei dati, proprio nel caso in cui venisse a mancare il database di collegamento, ma il rischio permane in soluzioni meno evolute. Che fare, allora? Se non si hanno grandi quantità di dati da backuppare e questi possono essere tenuti giusto per poco tempo, due settimane o un mese, giusto per avere qualche set di emergenza per un pronto ripristino di un server, quindi non per un’archiviazione di lungo termine ma per un disaster recovery, è possibile affidarsi a qualche vecchia conoscenza del mondo Unix, ovvero all’accoppiata TAR/FTP, il tutto condito da poche righe di shell scripting.