Yara. Le nostre angosce e quella piccola stella senza più cielo

Creato il 27 febbraio 2011 da Marcotoresini
Yara è morta e in noi, padri e madri, è come se fosse morta quella speranza che aveva continuato ad animare, un po' doping, un po' narcotico, il pensiero che forse poteva non finire così. Hanno trovato Yara affogata nel fango e sono tornati a vivere i mostri che popolano gli angoli bui dei nostri sogni di genitori inquieti e apprensivi. Sono usciti dall'inconscio e hanno incominciato a vagare nei perimetri a noi più famigliari, in quelle strade che tutti vorremmo sicure.Quel corpo oltraggiato dal tempo ci inquieta, ci disegna scenari di angoscia, ci traccia strade buie lungo le quali non vorremmo mai camminare e, soprattutto, non vorremmo mai far camminare i nostri figli. Qualcuno ha infangato le ali di una farfalla e ha spento una piccola stella, perchè a quell'età non si può essere altro che stelle e farfalle. Capire il perchè e il come è forse meno angosciante di constatare che con Yara, a Brembate come in altre simili scene del crimine, si è smarrita l'umanità e il rispetto, si è fatta pascolare la follia, là dove camminiamo ogni giorno, là dove siamo nati, dove coltiviamo un presenze fatto di certezze e regole condivise e dove vorremmo costruire un futuro carico di aspettative e speranze per chi ci sta accanto. Aspettative e speranze, che la famiglia di Yara ha lasciato ieri all'imbrunire in riva al Brembo. Là dove, cara Yara, qualcuno ti ha voluto piccola stella senza più cielo. Là dove qualcuno ha liberato, in noi padri e madri di questa Italia attonita e affranta, l'angoscia. Là dove qualcuno ha oscurato l'orizzonte. Un cielo che ora ci spaventa, così come la brutalità degli uomini lo ha ridotto. Senza più stelle e senza più farfalle. 

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