Ieri avevo già annunciato all'interno del gruppo facebook dell'Astropate che avrei cominciato un racconto sulla Crociata dell'Undicesimo Giudizio che avrebbe avuto come protagonista Yatta, personaggio già apparso nei miei racconti brevi "Yatta, il Folle Sacerdote delle Undici Entità" e "L'acquisizione delle Centurion". Ho visto che complessivamente il personaggio piace, ma necessita ancora di maggiore caratterizzazione, anche se voglio mantenere molto mistero sul suo conto. Ad esempio non vi svelerò mai come fa a dissolversi e a riapparire sfruttando il materiale intorno a sé, ma magari potrei svelare qualche dettaglio sul suo conto in questo e in futuri racconti.
Penso di dividere questo racconto in tre parti e confido nel fatto che continuiate a dirmi le vostre opinioni al riguardo in modo che possa migliorare ancora di più nella scrittura. Spero di appassionarvi alla mia Crociata e ai loro componenti, magari portando pure a creare discussioni su di loro, ma questo penso che avverrà, se avverrà, molto più avanti. E ora godetevi la prima parte.
Gli alloggi di Yatta erano enormi, i più grandi di tutta la nave sebbene lo spazio occupato fosse uguale a quello di stanze molto più piccole. Nessuno capiva quale distorsione spaziale fosse in atto in quel posto, ma di sicuro non era un potere psionico, altrimenti Sigismund avrebbe potuto immediatamente eliminare l'effetto tramite i suoi poteri da Paria. Gli alloggi rimanevano un mistero come il suo proprietario e la sua abilità di dissolversi e rimaterializzarsi attraverso l'ambiente circostante. Sigismund era enigmatico, ma Yatta lo batteva. Non ricordava nemmeno da quale capitolo o banda da guerra provenisse prima di entrare nella Crociata.
"Gradisci una tazza di the, Sigi?" disse Yatta rivolgendosi a Sigismund mentre stava seduto su una sedia di legno davanti a un tavolino abbinato.
"No, sai che non mi piace".
"Lo so, ma ci provo comunque".
Sigismund prese la sedia dall'altra parte del tavolino e si sedette, fissando Yatta "Venendo al punto, come mai mi hai chiamato?".
"Dovrò assentarmi per qualche giorno. Devo fare una cosa su un pianeta"
Sigismund si accigliò.
"Mi devo infiltrare in un'alleanza di Bande da Guerra di Marine devoti agli altri Dei del Caos. Recentemente hanno trovato una causa comune e quindi voglio approfittarne per creare dissenso e inimicizie volte ad un auto-annientamento. Non parteciperò a scontri diretti se non assolutamente necessari, lascerò che si distruggano da soli come degli stolti" il ghigno di Yatta si allargò più del solito.
"C'è un fine a tutto ciò o è solo per soddisfazione personale? Sai che dobbiamo sfruttare tutte le possibili occasioni per convertire nuovi individui alla nostra causa e non possiamo sprecare tempo in passatempi del genere" Yatta bevve del the dalla sua tazza, poi si alzò con il suo ghigno ancora stampato in faccia e cominciò a gironzolare per la stanza. Sigismund osservò attentamente i suoi movimenti, ma non capiva chi aveva davanti, se un uomo pensieroso o senza preoccupazioni; magari non era neanche un uomo, ma un essere mistico di dubbia provenienza. Il suo sorriso nascondeva tutto e anche se ad un primo sguardo poteva sembrare un sorriso dovuto a pura felicità, a volte celava sentimenti del tutto diversi che solo lui conosceva e non condivideva con altri.
"Tranquillo Sigi, non sto facendo tutto ciò per puro passatempo. Ogni cosa che faccio è per un certo fine, perché loro mi parlano e mi dicono cosa fare. Anch'io so leggere il Grande Libro della Disperazione e il Necronomicon e a volte me ne vengono svelati i segreti più oscuri. Verità che farebbero vacillare le più grandi menti e farebbero esplodere quelle più deboli. Ogni mio passo è dettato da esseri superiori e un giorno voglio che tu condivida con me le parole e le visioni che loro mi offrono. Tu sei il prescelto per guidarci, ma non puoi fare tutto tu. Gli affari di mente sono prevalentemente miei" Yatta si fermò davanti al Signore della Crociata, offrendogli il suo viso pallido e segnato dal tempo. Sigismund poteva giurare di aver visto un viso differente l'ultima volta che si erano incontrati.
"Anche questa missione ha un suo perché. Sotto la superficie del pianeta su cui loro hanno creato quest'alleanza c'è un manufatto molto importante per Colui Che Non Dev'essere Nominato, il Re in Giallo. Un'arma rituale che lui vuole sia conservata sulle nostre navi, ma che è minacciato dalle esplorazioni dei nostri nemici. Non deve cadere nelle mani della feccia degli altri quattro Dei del Caos, altrimenti potrebbero contaminarla" Sigismund si alzò a sua volta, costatando l'altezza decisamente superiore di Yatta, nonostante lui non fosse neanche in armatura, ma solo coperto da un lungo mantello nero che velava ogni parte del corpo a parte le mani protese all'esterno.
"Bene Yatta, per un momento pensavo fosse solo questione di divertimento, ma sono felice del tuo vero fine. Aspetterò con ansia il tuo ritorno accompagnato dall'arma sacra" il Signore della Crociata si volse verso l'uscita e se ne andò, lasciando Yatta alla sua solitudine che a volte sembrava ultraterrena. Il Folle Sacerdote delle Undici Entità ritornò al suo tavolino e si versò un'altra tazza di the, assaporandola in tutto il suo gusto.
"Forse capisco perché a quegli Ultramarine non sono stato simpatico. Sono gli unici a cui non ho chiesto se gradissero una tazza di the...".