Sardegna una terra di fascino e di misteri, non ultimo il ritrovamento di un misterioso sottomarino lungo ben 77 metri, affondato non poco lontano dalle coste di Is Arenas (Sinis) e, stranamente, ma soprattutto misteriosamente, ricoperto da una energica colata di cemento, che si può vedere in questa zona di mare dove , l’acqua è limpida e la corrente assente.
Il giallo è fitto, in quanto nessuno si è mai preoccupato di indagare sul mezzo affondato e tanto meno di recuperarlo, nessuna autorità ne ha mai parlato o ne ha mai menzionato l’esistenza.
Se in molti ritengono sia stato un sottomarino italiano, il sommergibile Veniero del gruppo di base a la Spezia scomparso durante la seconda guerra mondiale, altri suppongono sia un u-boot tedesco, affondato dagli alleati.
Gli esami eseguiti dal laboratorio dell’Università di Venezia parlano esclusivamente di un sottomarino, che riporta evidenti danni da uno o piu attacchi di artiglieria, ricoperto da una colata di cemento. Secondo molti, si potrebbe trattare di qualcosa di pericoloso e di ben più segreto e pericoloso, e molti sono gli interrogativi che contribuiscono a fare di questo ritrovamento un vero e proprio giallo.
Perché mai la Marina Militare, nel tempo, non è mai intervenuta? Perché mai un relitto dovrebbe essere ricoperto da una colata di cemento? Che cosa ci sarebbe da nascondere? Domande a cui da tempo l’associazione archeo sub di Forlì cerca invano una risposta e si convincono sempre più si tratti del Veniero 2.
Nel frattempo con una ordinanza della Capitaneria di Porto di Oristano, nella zona di Sa Rocca Tunda e per un raggio di cinquecento metri, è stata interdetta la navigazione “da parte di qualunque unità, alla pesca in qualunque forma esercitata, ad attività nautiche di qualunque natura, alle attività balneari e subacquee”. Questa decisione infittisce maggiormente il mistero.
Si vogliono evitare i curiosi? Si cerca di evitare che qualcuno abbia a trafugare qualcosa dal relitto’o non si vuole far conoscere la vera natura dei materialo dello scafo? L’interrogativo più pressante rimane sempre: cosa nasconde quest’angolo di mare?
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