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“Yesod – Fondamento”, installazione site specific di Tobia Ravà, sino al 15 marzo 2015, Padova

Creato il 12 marzo 2015 da Alessiamocci

Dal 1 al 15 marzo 2015 sarà visitabile a Padova l’istallazione site specific di Tobia Ravà negli ambienti di Palazzo Trevisan, in pieno centro storico, sede del Centro Universitario in via Zabarella 82. La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00 ed è ad ingresso libero.

A cura di Beatrice Rizzato, l’esposizione è in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata dell’Università degli Studi di Padova, nonché il Centro Interdipartimentale di Studi Interculturali e delle Migrazioni.

L’installazione “Yesod – Fondamento”, questo il titolo, è stata programmata nell’ambito della Seconda edizione della rassegna Interreligious dedicata al dialogo tra le diverse religioni.

La suggestiva location propone al visitatore una mostra di tipo “itinerante”, dislocata fra il suggestivo androne che si affaccia sul curatissimo giardino interno, la biblioteca e l’interno del palazzo vero e proprio. Quindi anche l’itinerario non è qualcosa di statico, ma di articolato, che si offre da stimolo per visitare, al contempo, anche l’incantevole palazzo ora centro universitario, pregno di una sua storia.

Le opere, tutte di dimensioni importanti, costituiscono un forte impatto visivo che si sofferma da subito sul colore, per poi scendere nei particolari.

Dopo avere sperimentato diversi percorsi creativi inerenti al rapporto fra arte e scienza, Tobia Ravà, artista multimediale nato a Padova nel 1959, ha avviato una ricerca legata a correnti mistiche dell’ebraismo, che vanno dalla Kabbalah al Chassidismo, proponendo un nuovo approccio simbolico attraverso le infinite possibilità combinatorie dei numeri.

La logica letterale e matematica, che sottende le opere di Ravà, è intesa come codice genetico e raccoglie elementi sia filosofici sia linguistici che vanno a costituire una sorta di “magma pittorico” fatto di lettere e numeri. Ciò che ne deriva è un percorso cognitivo paradossale, al contempo logico e mistico.

Tobia Ravà, che lavora a Venezia, ha frequentato la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia ed Urbino. Si è laureato in semiologia delle arti all’Università di Bologna, ed è stato allievo di Umberto Eco, Renato Barilli, Omar Calabrese, Flavio Caroli.

Dipinge dal 1971 e, dal 1977, ha esposto in mostre personali e collettive in Italia, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Spagna, Brasile, Argentina, Giappone e Stati Uniti. Dal 1998 è tra i soci fondatori di Concerto d’Arte Contemporanea, l’associazione culturale che si propone di riunire artisti con le stesse affinità per riqualificare l’uomo,  ponendolo in sintonia con l’ambiente.

Lo scopo è di rendere l’arte contemporanea conscia dei suoi rapporti con la storia e la storia dell’arte, interagendo anche in maniera espositiva con parchi, ville, edifici storici e piazze di città d’arte. Dal 1999 ha avviato un ciclo di conferenze, invitato da università e istituti superiori d’arte, sulla sua attività nel contesto della cultura ebraica, della logica matematica e dell’arte contemporanea.

Al di là della simbologia e di tutto il resto, anche il visitatore profano potrà godere di queste opere d’arte. Sarà sicuramente attirato dai colori, brillanti e vivaci; apprezzerà quelli che ad un primo colpo d’occhio sembrano monumentali paesaggi. Filari di alberi che stagliano la prospettiva e aprono sempre una strada, così come pianeti sospesi e decori di sorta. Poi, a voler ben guardare, le figure sono date da piccole macchie di colore, che si espandono e creano una prospettiva d’insieme. Contrasti di colore.

Ma ci si corregge subito. Non sono macchie. Bensì numeri, a riempire il vuoto.

 

Written by Cristina Biolcati

 


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