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YETI: IL GIGANTE DEL XX° SECOLO (1977) di Frank Kramer (Gianfranco Parolini)

Creato il 19 ottobre 2013 da Fascinationcinema

yeti il gigante fascination cinema 163x300 YETI: IL GIGANTE DEL XX° SECOLO (1977) di Frank Kramer (Gianfranco Parolini)Quando la mancanza cronica di mezzi, idee, capacità e talento possono indistintamente danneggiare il risultato di un ambizioso progetto, c’è solo una soluzione cui si può far ricorso: l’autoironia. Purtroppo nel film di Parolini si punta altissimo senza le carte giuste (o forse senza aver ben compreso le regole), imponendosi irresponsabilmente di girare il nuovo King Kong col budget di una commedia sexy.

“Un maremoto che ha sconvolto l’Artico riporta alla luce, ibernato in un blocco di ghiaccio un esemplare di Yeti l’abominevole uomo delle nevi. L’industriale Morgan Hunnicut, che vorrebbe servirsene per far pubblicità alle sue imprese, affida all’amico paleontologo Harry Wassermann il compito di rianimare il gigante. Tornato a vivere, lo Yeti dimostra di non gradire le folle che gli si assiepano intorno, mentre si affeziona a Wassermann e soprattutto ai due giovani nipoti di Morgan, Jane e Erwin”

Cosa dire di un film nei quali titoli di testa si segnala – tra gli attori – il cane Indio, si ringrazia la pellicceria Fendi e, per l’esecuzione del tema dello Yeti, la band musicale degli “Yetians” ? Il regista, dal background di tutto rispetto (per lo più western, tra i quali i classici “Se incontri Sartana prega la tua morte” e “Ehi amico… C’è Sabata, hai chiuso!”) partorisce un pretenzioso antikolossal fantascientifico, ricorrendo alle trovate tecniche di messa in scena più improbabili e disarmanti: elicotteri giocattolo, tremendi blue-back (con proporzioni talvolta sballate), un’assillante musica pomposa ed infine, pecca maggiore dell’intero progetto, un make up dell’attore Mimmo Crao, imparruccato male e visibilmente imbarazzato dal ruolo.

In conclusione difficile salvare un’opera tanto confusa, che comunque non risparmia chicche sorprendenti nel casting stesso: lo storico Tony Kendall ed Antonella Interlenghi sotto lo pseudonimo “Phoenix Grant”. Nessuno esclude che tra qualche anno sarà rivalutato a dovere per la sua natura squisitamente camp; nell’attesa andate alla ricerca della colonna sonora del film, rivisitazione bislacca ed originale dei Carmina Burana di Carl Orff!


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