Dedicato ad Antonio Pinna
1. Il pronunciamento del prof. Pettinato sul 'cuneiforme' presente nell'oggetto. - Era noto ed è noto che sul detto documento, rinvenuto in località Serra 'e sa Fruca di Mogoro, ci fu subito un notevole interesse nonché un chiaro pronunciamento da parte del prof. Pettinato in quanto lo studioso orientalista ravvisò subito in esso la presenza di cunei di tipologia ugaritica (1).
Il frammento di Mogoro
Sull'interesse e sul pronunciamento 'tecnico' però, in tanti anni, nonostante nostre diverse sollecitazioni (2), non fu spesa mai una sola parola 'ufficiale', né da parte di archeologi né da parte di funzionari della Sovrintendenza sarda; così come, da quanto ora bene si sa (3), non fu prestata la dovuta attenzione da parte del dott. Antonello Costa, l'archeologo che rinvenne il coccio, affinché ne fosse data tempestiva comunicazione ed affinché esso venisse, come di dovere, non solo catalogato ma anche ben custodito in qualche Museo. Mancata segnalazione, custodia e visibilità che appaiono tanto più strani in quanto il dott. Costa è stato, per tanto tempo, il curatore del Museo di Senorbì, luogo dove sono esposti numerosi reperti provenienti dagli scavi nell'agro mogorese (Serra 'e sa Fruca).Dopo un silenzio durato oltre trenta anni su di un caso clamoroso di autorevole pronunciamento epigrafico, di cui erano a conoscenza non pochi studiosi e archeologi, in seguito alla pressioni della nota petizione popolare in Parlamento a firma dei Senatori Massidda e Sbarbato, la Sovrintendenza si decise, in quanto costretta e messa, per così dire, alle corde, a dare finalmente spiegazioni sul reperto al Ministro e, indirettamente (ma con evidente speranza, anzi quasi la certezza, che la relazione rimanesse segreta e solo circoscritta in certi ambiti) al pubblico.Sighi a lèghere