Yi enuncia nel suo testo che il tempo non esiste, che passato e futuro non esistono, che esiste solo il qui e ora e che per il nobile morire tosto o tardi non fa alcuna differenza.
Detto così sembra solo un gioco di parole, uno dei giochi orientali in cui il vecchio saggio con la barba, di solito taoista, utilizza il paradosso per esprimere altissimi concetti di raffinata filosofia che chissà che cosa diavolo vogliono veramente dire.
Questo atteggiamento è però dettato dalla visione occidentale che, ottenebrata dagli stereotipi in cui ha categorizzato ciò che non conosce, rileva solo quello che è in grado di tradurre nel proprio schema mentale predefinito oppure no. Per un occidentale un discorso tecnico e teorico non si imposta di certo così, per uno scienziato qualunque cosa ricordi anche solo lontanamente un atteggiamento superficiale e visionario come questo, viene immediatamente cassato.
Vero.
Ma c'è stato un altro signore, fisico di una certa fama mondiale, che ha enunciato un interessante modello di universo olografico. Questo signore, tale David Bohm, ha semplicemente rilevato che le particelle subatomiche restano in contatto indipendentemente dalla distanza che le separa. Se due elettroni vengono mandati in direzioni opposte e durante il percorso viene cambiato lo spin di uno dei due, automaticamente e contemporaneamente anche lo spin dell'altro si inverte, come se cambiassero posto nello stesso identico momento. L'informazione è quindi immediata e tutto accade nello stesso istante perchè lo spazio e il tempo non esistono. Sono solo percezioni (metodi di misura) che la coscienza utilizza per concretizzare la propria manifestazione.
Applicando lo stesso modello a Yi si scopre una cosa interessante. Il comportamento delle particelle è applicabile al movimento delle linee quando mutano. Cambiano polarità, cioè senso di movimento, contemporaneamente. Quindi se lo switch è una causa/effetto immediata, significa anche che una è la conseguenza sincronica dell'altra.
Questa dinamica è interessante se esaminiamo la mappa di movimento del principio del Tao, invece che il semplice simbolo, il Tai Ji, che lo rappresenta.
Se partiamo dall'uno e ammettiamo che la dualità Yin/Yang sia la mappa di un movimento fisico contenuto all'interno dell'uno stesso, quindi la sua totalità, otteniamo questo processo simbolico.
Se immaginiamo che il Tai Ji sia una sfera che gira vorticosamente su sè stessa in tutte le direzioni contemporaneamente, perchè al suo interno il bianco si accorge di sè solo se si contrappone al nero cambiando polarità, cioè senso di movimento, ovvero lo spin (On/Off - contrazione/espansione - dx/sx), avete l'unica regola di cui parla il Tao Te Ching.
In Yi il ciclo della nascita/morte, Yin/Yang, On/Off è quindi misurato attraverso la successione delle stagioni e il ripetersi più o meno statistico dei fenomeni naturali, mentre le 6 direzioni possibili del mutamento (sopra/sotto - davanti/dietro - dx/sx) vengono esplorati nelle 6 linee che compongono l'esagramma.
In questo modo l'esagramma diventa quindi foto, un'immagine che poi diventa simbolo (cioè contenitore di un'informazione), del momento rappresentato perchè se "l'istante osservato è il totale di tutti gli ingredienti", come sosteneva Jung, a ogni esagramma sincronico al nostro stato di coscienza è come se elaborassimo un'immagine della nostra reale posizione nell'universo.
Posizione che è a-temporale e a-spaziale, ma che si riconosce nel mutamento.