Ylenia Parasiliti: “Creare un gioiello è pura magia”

Creato il 31 agosto 2011 da Harimag

I suoi gioielli emozionano, le sue parole trasportano in un mondo magico, ricco di luci, suoni e colori. Ylenia Parasiliti, dopo essersi distinta tra gli alunni dell’Accademia grazie alla sua collezione Le ali della memoria, è stata scelta per lavorare come designer per una nuova linea di gioielli. Intervistandola abbiamo scoperto che dietro al suo successo c’è una musa d’eccezione: la sua dolce nonna.

  • Quando e perché ti sei avvicinata al mondo del gioiello?

La mia avventura inizia nove anni fa, quando ho deciso di iscrivermi all’Istituto Statale d’Arte Ernesto Basile di Messina. Questa scelta era motivata dalla mia già profonda attrazione per tutto ciò che è disegno: forma, colore, personalità, stile, vita. Presto, mi sono addentrata nel mondo dell’ oreficeria. Lì, con molta sorpresa, ho scoperto gli scenari di un mondo dove non sono le parole a comunicare  ma la materia stessa: dai metalli alle pietre, dalle conchiglie ai tessuti, dal legno alle plastiche. I gioielli sono anime che raccontano e si raccontano, divenendo i veri protagonisti di un percorso che ha segnato profondamente il nostro passato e continuerà ad impressionare il futuro.

  • Cos’è che ti affascina tanto di questo prezioso mondo?

La magia che offre a chi ha la fortuna di viverlo! Il pensiero di poter creare dal nulla qualcosa di unico è fantastico. Ecco che immagini, suoni, profumi, parole trascendono dalla loro comune funzione, divenendo le principali fonti d’ ispirazione. Da lì, un variegato di linee, forme, colori si intrecciano alle emozioni di chi crea in un’ atmosfera davvero singolare … Non è magia?

Quali sono i tuoi materiali preferiti?

Non ho un particolare materiale che mi sta a cuore. Amo le infinite possibilità che il mondo orafo offre con qualsiasi materiale esistente: dai metalli alle plastiche, dai vetri ai tessuti. La capacità del designer sta nel creare una sinergia tra passato e presente, tra tradizione e tecnologia, affinché il monile da lui creato, possa valorizzarsi grazie alla propria unicità.

Qual è il primo gioiello che hai progettato?

Il primo gioiello che ho progettato è nato dalla passione che ho per le farfalle: creature la cui vita si svolge in un periodo brevissimo e, proprio per questo motivo, condotta pienamente. Sono state le protagoniste di una particolarissima collana in argento lucido che ritrae una farfalla posata non sul petto (come comunemente si indossano le collane) ma sulla schiena, dando per questo una visione innovativa del gioiello che non vuole essere soltanto vissuto come una tradizione, ma rivestire il ruolo di rivisitazione dell’ epoca passata contestualizzata nel nostro tempo.

  • Dopo gli studi a Messina, ti sei iscritta all’Accademia Euromediterranea. Quale corso hai seguito con maggiore interesse?

Sicuramente progettazione. Come ho già affermato, la cosa che più mi affascina di questo magico mondo è la capacità che dà ad ognuno di noi di farne parte creando. È indescrivibile l’ emozione che si prova tenendo in mano una semplice matita davanti ad un paesaggio bianco. Ed è ancora più emozionante dopo ore e ore di riflessione, assistere finalmente alla materializzazione di un pensiero attraverso il disegno.

  • Qual è il progetto o i progetti dei quali vai particolarmente fiera? Ti va di spiegarci perché?

Il progetto del quale vado particolarmente fiera è stato svolto nell’ ultimo anno del corso di gioiello che ho frequentato in Accademia. È un progetto che mi ha impegnata tantissimo visto il tema affrontato e il titolo che ho scelto per questa collezione è Le ali della memoria. È un lavoro concentrato sul tema degli angeli e dei ricordi. Tali temi, naturalmente, non sono stati scelti a caso. Li ho privilegiati rispetto ad altri in seguito ad un triste episodio: la morte della mia cara nonna. Nonostante il periodo di lacerazione interiore che ho attraversato dopo la sua morte, ho trovato la forza per dedicarle una collezione esclusiva. Probabilmente sarà una magra consolazione, ma mi piace pensare che lei, ovunque si trovi, ha un posto riservato per me nel suo cuore.

  • E’ bellissimo quello che dici, Ylenia. La passione e l’amore che vi hai infuso nel crearli  erano palpabili, per questo la tua collezione ha emozionato ed entusiasmato tutti, al punto che, dopo aver aperto il MADEINMEDI alle Ciminiere di Catania, i tuoi gioielli hanno sfilato a Montecarlo per FreestyleClub by Kemon. Cosa è successo dopo?

Dopo la bellissima esperienza vissuta a Catania e al Fairmont Hotel, nel magico scenario di Montecarlo, ho ricevuto una proposta di lavoro da una già nota commerciante di pietre preziose e semipreziose. Il suo sogno è quello di creare un Atelier del Gioiello a Catania che offra ai propri clienti la possibilità di avere un gioiello unico e prezioso. Il mio ruolo nel futuro Atelier, sarà quello di curare la parte progettuale. Ho infatti il compito di creare graficamente i gioielli, partendo da un’idea, fino ad arrivare al prodotto finito, abbracciando quindi tutto l’ iter progettuale.

  • Fantastico! A cosa si ispirerà questa nuova linea di gioielli? Puoi darci qualche anticipazione?

Purtroppo, non essendo ancora avviato il progetto dell’ Atelier, non posso darvi molte notizie riguardo le collezioni. Posso anticiparvi che affrontano temi particolari, differenti fra loro ma soggetti, allo stesso tempo, a svariate analogie. Seppur nate da tematiche diverse, le collezioni presentano un unico filo conduttore: la personalità. Per tutto il resto, bisognerà attendere la nascita delle preziose creature che ancora una volta si racconteranno e racconteranno il favoloso mondo dell’ oreficeria.

  • Qual è il tuo sogno nel cassetto, se ne hai uno?

Diventare una famosa designer. Non per fame di notorietà ma per soddisfazione personale. Poter prendermi cura di una o più collezioni è una cosa che mi entusiasma terribilmente!

  • E qual è, invece, il sogno che hai realizzato?

Credo che il sogno più ambito sia proprio quello di diventare qualcuno che possa dare un prezioso contributo al mondo del gioiello. Diciamo che ricevere una proposta di lavoro subito dopo il termine dell’accademia è stata una grande soddisfazione. Tuttavia, sono consapevole del fatto che bisogna avere parecchia esperienza in questo campo. Proprio per tale motivo ho voglia di crescere e accrescere la mia cultura in merito frequentando altri ambienti e partecipando a tutte le esperienze che la vita prospetterà nel mio cammino.

Quindi, quali sono i tuoi piani per il futuro?

Nonostante mi dispiaccia terribilmente lasciare la mia amata Messina,che nonostante le ferite inflitte negli anni è pur sempre una bellissima città, credo che per potermi concentrare al meglio e sfruttare le mie capacità, mi trasferirò in una terra che offra più prospettive lavorative in merito al mio campo. Tuttavia, non mi dispiace pensare che in futuro, la cultura siciliana possa migliorarsi, arricchirsi per potermi offrire e poter offrire a chi ama questa professione, un posto nella società.

Tre designers e artisti a cui ti ispiri: secondo te cosa trasmettono di diverso rispetto agli altri?

Anche per le varie personalità protagoniste nel mondo del gioiello non ho particolari preferenze. Il mio stile, nonché la mia personalità è eclettico. Questo vuol dire che amo passare da uno stile ad un altro senza pormi limiti. Ciò che mi colpisce è proprio il tipo di stile adottato: i temi che vengono affrontati, le linee che nascono e si sviluppano grazie ad essi e i materiali con i quali i designers concretizzano i gioielli. Amo tutto ciò che mi provoca una forte emozione, per questo la mia vita professionale si anima attraverso la ricerca.

  • Una celebrities o un personaggio storico (del passato o del presente) per il quale ti piacerebbe creare un gioiello e di quale gioiello si tratta.

Sono sempre stata attratta dalle musiche composte da Enya. Tali melodie, animate di suono, vibrazioni e profumi, mi trasportano in un mondo magico: quello dell’ immaginazione. Molte volte, infatti, mi ritrovo a creare una nuova collezione proprio mentre ascolto questo tipo di musica. È qualcosa che mi fa volare verso un mondo d’ incanto … Difficile spiegare cosa provo! Se avessi la possibilità di realizzare una creazione, lo farei per Enya … Un gioiello, esplosione di colore, armonia di forme, poesia per l’ anima.

  • Sei stata catapultata dal mondo dell’Accademia a quello del lavoro. Com’è stato? Daresti dei consigli agli studenti dell’Accademia su come affrontare al meglio un’esperienza di questo tipo?

Della vita in accademia ricordo l’ atmosfera familiare. In qualsiasi circostanza, si era sempre sostenuti da personalità importanti, oserei dire quasi indispensabili! Credo che l’ accademia abbia svolto un ruolo fondamentale per la mia formazione. È lì che ho trovato la forza di avventurarmi, alla ricerca di un mondo che volevo far mio. Difficoltà, amarezze, sconforto si sono alternati a momenti di orgoglio e soddisfazione, gioia e affetto. L’ accademia è un luogo in cui si nasce e si cresce insieme a chi è disposto ad accoglierti e prendersi cura di te. Purtroppo il mondo professionale non offre uno scenario così confortevole. È molto difficile trovare spazio in una società che ormai è riservata solo a chi ha la capacità di persuadere e nient’altro. Tuttavia è proprio nei momenti più bui che, ricordando gli insegnamenti e i suggerimenti ricevuti, si riesce a trovare una forza tale da andare avanti e credere che lì, in quel mondo tanto difficile da vivere, c’è un posto riservato proprio a te.

Non si abbatte, Ylenia, e fa bene: con il suo talento e la sua determinazione farà di sicuro molta strada. In attesa di ammirare le sue nuove creature, vi lasciamo con il video della sfilata al MADEINMEDI. Godetevelo!


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