Yogen (予言, Premonition). Regia: Tsuruta Norio. Sceneggiatura: Tsuruta Norio, Takagi Noboru (da un manga di Tsunoda Jirō); Fotografia: Kayano Naoki; Scenografie: Saitō Iwao; Trucco: Nakada Akiteru; Costumi: Miyamoto Mari; Effetti speciali: Kishiura Shūichi; Produzione: Ichise Takashige per Oz; Durata: 95’; Prima proiezione: 24 giugno 2005.
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Hideki Satomi è un insegnante molto ligio al suo lavoro, ragione che lo spinge a fermarsi in una cabina telefonica per spedire un file dal portatile, durante una gita fuori porta con la moglie e la figlioletta di cinque anni. All’interno, l’uomo rinviene casualmente un ritaglio di giornale datato il giorno successivo, sul quale è riportata la morte della figlia. Improvvisamente, un tir fuori controllo investe la macchina su cui stava la bambina, uccidendola. In seguito al tragico incidente, Hideki e la moglie Ayaka divorziano, ma lei seguita a cercare un riscontro, tra le persone dotate di poteri paranormali, su quanto sostenuto dal marito. La donna scopre che esistono effettivamente persone in grado di prevedere il futuro tramite misteriosi frammenti di giornale, e insieme al marito viene a conoscenza del caso di un altro uomo sacrificatosi per prevenire le morti annunciate. Dopo le prime esitazioni, Hideki decide di seguirne l’esempio.
Premonition apre, insieme a Infection di Ochiai Masayuki (che gli è inferiore), il “pacchetto” di sei film, riuniti sotto l’etichetta di J-Horror Theater, voluto dal produttore Ichise Takashige per sfruttare il boom internazionale dello psycho-horror di matrice nipponica. In virtù dei suoi pionieristici film realizzati per il mercato video negli anni Novanta, Tsuruta merita senza alcun dubbio di fare parte del sestetto di “maestri” del genere cimentatisi nell’impresa, ma il risultato nello specifico è quello di un film poco più che mediocre. E purtroppo, anche nella prospettiva del progetto complessivo, che pur in nessun caso ha saputo dar vita a capolavori all’altezza delle opere girate dagli stessi autori negli anni precedenti, il film di Tsuruta non si attesta tra gli episodi migliori.
Sorta di Dead Zone (David Cronenberg, 1983) in salsa J-Horror, Premonition presenta diversi ingredienti cari al genere: il tema della maledizione immeritata e ineluttabile che per essere contenuta (o quanto meno risparmiata ai propri cari) esige un grosso sacrificio; la drammatica dissoluzione del nucleo familiare, peraltro successiva alla tragica morte di una bambina; la commistione tra superstizioni ancestrali e media contemporanei (in questo caso la stampa - forse il meno tecnologico tra i vari mezzi di informazione, riproduzione e diffusione che costellano il J-Horror – ma anche le videocassette, che citano esplicitamente e con consapevolezza vintage, Ring di Nakata Hideo). Sfortunatamente l’aderenza al genere determina anche una sostanziale carenza di originalità e di idee, e i pochi momenti di brivido appaiono già visti, attesi e talvolta puramente pretestuosi.
La confezione, ancorché priva di ambizioni, è abbastanza elegante, ma la traccia narrativa risulta troppo spesso inconsistente (indipendentemente dal fatto che il genere prediliga strutture aperte ed ellittiche), con passaggi poco chiari e personaggi di contorno bidimensionali che entrano ed escono dalla scena senza essere approfonditi adeguatamente. Sicuramente meno irritante di altri prodotti analoghi più velleitari o più sfrontatamente derivativi, ma in definitiva un’opera che non offre molto di nuovo e che fa rimpiangere la freschezza degli esordi di Tsuruta per il V-Cinema. [Giacomo Calorio]