La bellissima scrittrice di romanzi per bambini Mavis Gary (Charlize Theron), con alle spalle un matrimonio non andato a buon fine, lavora a Minneapolis e, a dispetto di quanto ci si potrebbe aspettare, ha una vita anonima e solitaria. Incapace di stabilire una nuova relazione duratura, beve molto e non si sente affatto appagata. Anche il lavoro non gira più nel verso giusto, dal momento che i suoi libri, che scrive all’ombra della più nota ideatrice della serie letteraria di cui essi fanno parte, hanno avuto nell’ultimo periodo un vistoso calo di vendite. Alla notizia della nascita del primogenito di Buddy, il suo ex ragazzo del liceo (Patrick Wilson), Mavis decide di far ritorno dopo tanti anni nella piccola città natia dalla quale era partita per cercare fortuna in qualità di scrittrice. Viziata, egoista e mai davvero divenuta adulta (da qui il titolo del film Young Adult che, oltre a giocare con il genere letterario frequentato dalla protagonista, fa evidentemente riferimento alla sua condizione), ella si prefigge con decisione e ben poca sensibilità di riconquistare Buddy, del tutto incurante del fatto che egli ha oramai una figlia neonata e si è costruito una vita familiare di cui è fiero.
Il personaggio di Mavis, portato sullo schermo in modo assai convincente dalla Theron (la cui nomination all’Oscar non sarebbe stata affatto immeritata), è uno dei protagonisti cinematografici umanamente più ripugnanti degli ultimi anni, perlomeno nel contesto della produzione statunitense, e allo spettatore risulterà praticamente impossibile condividerne idee, propositi e atteggiamenti. La regia di Jason Reitman è misurata e minimalista,
sempre al servizio dell’azione all’insegna della tradizione più classica, e segue con sguardo distaccato e privo di fronzoli la traiettoria in verità ben poco classica (in quanto priva di una sostanziale evoluzione) del suo personaggio. Fino al paradigmatico finale.È davvero così semplice, nella vita di tutti i giorni, imparare dagli errori o analizzare il nostro vissuto per poi cambiare e, di conseguenza, modificare i nostri comportamenti? Il film sembra avere le idee chiare a riguardo e la risposta non è quella che ci si potrebbe facilmente aspettare da un film hollywoodiano. A tal proposito, è impossibile non accennare alla assai raffinata sceneggiatura di Diablo Cody, la quale, dopo la vittoria dell’Oscar per il brioso e inventivo Juno, in realtà ben più edulcorato e furbo di quanto possa apparire in un primo momento, quest’anno è stata ingiustamente ignorata dai membri dell’Academy.