Young Adults
Posted by Ayame on ott 12, 2011 in Blog, Generi letterari | 0 comments
Negli ultimi anni – dal debutto di Twilight in poi – ha preso piede anche in Italia il genere young adults, quello dedicato ai giovani adulti. Se inizialmente si pubblicavano quasi solo Harmony a misura di adolescente (ovvero edulcorati da sesso e altro, come se un adolescente del 2000 non conoscesse la tematica fin troppo bene), con il tempo sono emerse tematiche più profonde e trame più originali del triangolo amoroso “sdoganato” da Twilight.
La maggiore esponente di questa piccola rivoluzione è senz’altro Giunti, che con la sua collana Y ha dato il via a una serie di pubblicazioni interessanti: Wintergirls, che parla dell’anoressia, Luna, che tratta della transessualità, Speak, che affronta il tema dello stupro. Questi sono solo alcuni dei titoli “impegnati” dati alle stampe da Giunti Y, che ha anche ristampato alcuni classici in edizioni graficamente più appetibili non solo dagli adolescenti ma da qualsiasi lettore (ditemi, lettori: preferite acquistare lo stesso libro in questa versione o in questa? Tanto più che la versione Y costa anche meno…)
Giunti non è certamente l’unica a essersi addentrata in questo panorama florido e ricco di elementi da esplorare; Fazi con il suo Matched e Newton Compton con la trilogia de Il giardino degli eterni (traduzione poco azzeccata, dato che il titolo originale è The chemical garden e, come si scopre fin dalla quarta di copertina, di eterno i protagonisti non hanno proprio nulla, anzi) sono eccellenti esempi di romanzi young adult che appartengono al filone della distopia, dove i protagonisti si trovano a che fare con situazioni simili da quelle descritte da Orwell nel suo celebre 1984.
Anche i romanzi con temi meno importanti e puramente d’intrattenimento hanno trame sempre più originali e organiche; anche qui, un’occhiata al catalogo di Giunti Y dà un’idea di quant’è variegato il panorama in questione. I sentieri che dopo Twilight sono stati battuti fino alla nausea vengono ora ribaltati e parodizzati; è il caso di Paranormalmente, per esempio, recensito in passato da me, o di Promessi vampiri. Non mancano, certo, le storie d’amore, ed è questo l’unico difetto, se vogliamo, degli young adults di ultima generazione: la storia d’amore è sempre presente, qualsiasi sia il tema trattato, sia nei libri più impegnativi che in quelli più leggeri. Questa caratteristica può – e fa – storcere il naso a molti non adolescenti che si avvicinano al genere, attratti dalla trama intrigante – come nel mio caso con il primo volume de Il giardino degli eterni: tuttavia, vista la qualità degli intrecci prodotti negli ultimi tempi, si può anche chiudere un occhio e sorvolare sugli aspetti romantici del libro che, tra l’altro, se scritti bene possono non essere del tutto spiacevoli o irritanti (come lo sono, per esempio, nel già citato Twilight).
L’importante è che la storia d’amore non sia il motore della storia: l’intreccio deve reggersi su basi solide, su una vicenda. La love story deve essere quindi un condimento e non l’ingrediente principale, altrimenti ci si va a impantanare in un episodio di Beautiful. Essere adolescenti non significa essere beoti che ragionano con gli ormoni (anche perché i beoti in questione non leggono); fortunatamente, gli editori italiano lo hanno capito.
All’estero il panorama degli young adult è ancora più variegato e complesso: basta dare uno sguardo al frequentatissimo blog di The Story Siren per farsene un’idea.
C’è sempre, però, il discorso etichette. Molti sono contrari all’etichettatura dei romanzi e alla suddivisione, anche per genere: fantasy, horror fantasy, dark fantasy, urban fantasy, high heroic fantasy, steamfantasy (ho preso il fantasy perché, attualmente, è quello con più suddivisioni in sottocategorie); era davvero necessaria una nuova etichetta, quella degli young adults, per distinguere la letteratura per “giovani adulti” da quella per “grandi adulti”? Io non sono contraria alle etichette, anzi: le trovo utili per orientarsi e scegliere più facilmente il libro che mi interessa. Per dire, io che non amo la narrativa mainstream mi tengo ben lontana da quello scaffale, in libreria. Non trovo niente di male, quindi, nell’etichettare un libro.
Quello che, piuttosto, mi dà da pensare è se veramente i “giovani adulti” hanno bisogno di una letteratura dedicata. È vero che, infilando la storia d’amore in ogni storia, possono essere più attratti verso determinati libri; penso anche però che in realtà i “giovani adulti” se ne freghino degli young adults, sentendosi un po’ confinati in un recinto e vergognandosi un poco, anche, di rientrare in una categoria “per ragazzi” (sappiamo bene che gli adolescenti non vogliono essere considerati ragazzini); il successo maggiore gli young adults – almeno da quanto leggo nei blog letterari – lo riscuotono tra persone tra i venti e i trent’anni, mentre gli adolescenti sono la minoranza.