Youssef abdelke: metafora vivente della repressione siriana

Creato il 24 ottobre 2013 da Scarabocchiarte @scarabocchiarte
Pubblicato da Raffaella Cristiano il 3/8/2013 su http://www.dubito.it/notizie-flash/youssef-abdelke-metafora-vivente-della-repressione-siriana/ e oggi aggiornato
E' destino di ogni artista, nato in un paese sottoposto ad un regime, subire la censura del proprio governo. Le autorità vedono in ogni opera una metafora contro il regime, per la maggior parte dei casi vedono giusto, perché l'artista si sente in possesso di un'arma, la sua arte, e si sente in dovere di usarla per  aiutare a liberare  il proprio paese dall'oppressione, e la usa spudoratamente, non potrebbe fare altrimenti,  il suo è un dovere morale diventa una missione di vita.

 E’ quello che è accaduto a Youssef Abdelke , noto incisore siriano, che sta contrastando a colpi di metafora il governo siriano,  considerando che in due anni di guerra in Siria, ci sono stati oltre 10000 morti, vittime del regime.
Youssef Abdelke è nato nel 1951 a Dameshli, a nord-est della Siria , ha iniziato i suoi studi presso la facoltà di Lettere di Damasco, poi nel 1981 dovette allontanarsi da Damasco a causa delle sue azioni da attivista comunista e ha continuato i suoi studi presso l'Ecole Nationale Superioure des Beaux-Art di Parigi dove, nel 1986, ha conseguito il diploma di incisione, e in seguito, ha conseguito il dottorato di arti plastiche presso l'università di Paris VII nel 1989. Ha vissuto e lavorato a Parigi dal 1981 fino al 2008 ha deciso di tornare a Damasco.
E' uno dei principali artisti del mondo arabo, è conosciuto per i suoi manifesti, loghi e copertine dei libri, per le incisioni e collage. Un incisore e disegnatore rispettato, con le sue nature morte, ha lanciato messaggi subliminali contro l'oppressione politica, creando intorno a se una cerchia di artisti e attivisti. Divenne noto per la sua serie di incisioni denominata "Caratteri", tavole di satira politica araba.
AbdelKe è stato arrestato Giovedi 18 Luglio a un checkpoint di sicurezza nella città portuale di Tartus in compagnia di altri due membri del partito Comunista, Tawfiq Omran e Adnan al-Dibs.
Aveva appena firmato una petizione che vede coinvolti accademici siriani e altri artisti, che richiedono una soluzione pacifica e politica del conflitto nel paese che ormai imperversa da oltre due anni e che ha fatto più di 60.000 vittime civili e non. Il documento chiede la cacciata di Bashar al-Assad e l'istituzione di un governo democratico provvisorio, sotto la supervisione delle Nazioni Unite.
E' partita una campagna sul Web per chiedere la sua scarcerazione. Artisti e studiosi di tutto il mondo hanno anche aderito ad una petizione su Facebook partita dalla moglie di Youssef, la regista Hala Alabdalla, sollecitando le autorità siriane a liberare Youssef Abdelke  prima possibile. Il documento è stato sottoscritto da oltre 1000 utenti .
Gli amici i parenti, e tutti coloro che lo conoscono attraverso le sue opere, hanno temuto per la sua vita.  E' stato rilasciato dopo 36 giorni di prigionia.

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