Youtube, il terzo sito più visitato al mondo dopo Google e Facebook, lancia il «Memoriale multimediale dei giornalisti»: un canale interattivo per ricordare, con video, foto e altre testimonianze, quanto hanno fatto e raccontato le migliaia di giornalisti nel mondo che hanno perso la vita negli ultimi due secoli in nome della verità, della giustizia e della notizia. Lo fa insieme al Newseum di Washington, il museo dell’informazione e del giornalismo americano, ponendosi come la versione digitale del Freedom Forum Journalists Memorial, sezione del museo di Washington dedicata agli oltre duemila giornalisti uccisi nel corso degli ultimi due secoli. Il canale di video-sharing si apre anche alla collaborazione degli utenti che, potranno contribuire ad ampliare la memoria postando video e immagini sul lavoro svolto dai reporter in tutto il mondo.
Il canale “della memoria” non dimentica. E non dimentica nemmeno gli italiani. Celebra le vittime uccise dalla mafia a partire dalla prima, Cosimo Cristina che, a soli venticinque anni, veniva assassinato a Termini Imerese nel 1960 dopo aver scritto per l’Ora di Palermo nomi e parole scomode alla “grande famiglia”.
Parole, nomi e fatti denunciati dai più coraggiosi che riuscivano a vincere la paura come Mauro Rostagno, freddato a Valderice nel 1988, Peppino Impastato, zittito al “centunesimo”passo a Cinisi nel 1978, Mauro de Mauro assassinato a Palermo nel 1970, Mario Francese , ammazzato a Palermo nel 1979, Giuseppe Fava, il Pippo dell’antimafia ucciso a Catania 1984, Beppe Alfano che, per le sue inchieste sul malaffare siciliano e la mafia dentro e fuori trinacria, veniva trovato morto a Barcellona Pozzo di Gotto nel 1993.
Ma l’Italia, purtroppo, ha una lunga lista di vittime. Uomini e donne uccise in prima linea mentre cercavano la verità, quella scomoda, quella che tende e tendeva a rimanere nascosta. Vittime indimenticabili “cadute” per mano dei terroristi delle Brigate Rosse sono ad esempio Walter Tobagi (1980) e Carlo Casalegno (1977).
Di quelli impegnati all’estero, Youtube, ricorda Ilaria Alpi la giornalista di Rai 3 uccisa in Somalia nel 1994, il fotoreporter Ascanio Raffaele Ciriello ammazzato a Ramallah nel 2002 e Maria Grazia Cutuli corrispondente del Corriere della Sera freddata dai talebani vicino Kabul nel novembre del 2001.
Nomi che hanno visto e riportato, saputo e mai finto di non sapere. Eroi perché non hanno ceduto al silenzio, ai ricatti, ai compromessi. Eroi senza prezzo se non quello inestimabile della loro stessa vita. Eroi che non si sono mai fatti comprare dal miglior offerente ma, hanno continuato a dare notizia, viedoraccontare, parlare, scrivere, fotografare. E la lista di queste vittime del terrore che viviamo e continuiamo a vivere si allunga quando allarghiamo lo sguardo al mondo, agli scatti di Robert Capa, il fotografo ungherese che morì saltando in aria dopo aver attraversato un campo minato in Vietnam nel 1954 lasciando in eredità il frutto dell’obiettivo nato dalla sua macchina fotografica il racconto della guerra civile spagnola, la seconda guerra sino-giapponese, la seconda guerra mondiale, la guerra arabo-israeliana e la prima guerra d’Indocina.
Reportage lontani e vicini, come quelli dell’inviato del Sunday Mirror, Rupert Hammer, ucciso nel sud dell’Afghanistan il 10 gennaio 2010 da una bomba mentre viaggiava con una pattuglia di soldati americani.
Un canale dunque che vuol essere l’occhio sul mondo capace di continuare a guardare con quelli che non possono più vedere; voci che non possono più parlare ma continuano a vivere con la stessa forza e la stessa intensità…perché ricordando Giovanni Falcone a poche ore dall’anniversario della sua morte « Avete chiuso cinque bocche, ne avete aperte 50 milioni.»
Marina Angelo
http://www.youtube.com/journalistsmemorial