PIA: Commenti: 2,5/5 All'uscita delle sale: 50/100
Punteggio★★1/2
Hamano Sachi è una figura leggendaria nel mondo del pink eiga. Collaboratrice di Wakamatsu per alcuni anni, dal 1971 inizia la carriera registica che la porterà a realizzare più di 300 lavori. Ma Hamano è anche produttrice, insomma una donna che fra le altre cose si è saputa imporre con lasua abilità e le sue idee in un mondo che solitamente è riservato ai soli uomini. Daun po' di tempo a questa parte Hamano sista cimentando anche al di fuori del genere che l'ha lanciata. Per esempio, è del 2006Cricket Girl, con cui ha adattato per il grande schermo tre storiedella scrittrice giapponese Ozaki Midori. Anche con il suo ultimo lavoro qua recensito, la regista affronta la storia scandalosa, per l'epoca incui si svolsero i fatti (gli anni '20 e '30 dello scorso secolo), di due donneletterate e della loro relazione d'amore. Si tratta di Yuasa Yoshiko (1896-1990),traduttrice e studiosa di lingua e cultura russa, e di Chujo Yuriko (1899-1951),scrittrice. La prima lesbica dichiarata, per quel che si poteva dichiarare aquel tempo, che convive a con una geisha a Kyoto, la seconda sposata regolarmente con unprofessore conosciuto in America. E' questa la situazione dacui parte il film tratto direttamente da due testi: Nobuko, un romanzo dellaChujo, e una serie di interviste rilasciate dalla Yuasa poco prima di morire. Siamo nel tredicesimo anno del periodo Taisho (1924) quandola famosa scrittrice Nogami Yaeko fa conoscere le due donne. Fra di loro si instaurafin da subito una forte relazione di amicizia che a poco a poco si trasforma inun vero è proprio sentimento amoroso. Da Tokyo, dopo aver rotto con il marito,Yuriko si trasferisce a Fukushima dalla nonna, dove verrà raggiunta subito daYoshiko ma anche saltuariamente dal marito che tenterà in tutti modi di nonperderla. Nella prima parte il film non decollaparticolarmente soprattutto a causa di un sonoro impercettibilmentefuori sincrono e di non altissima qualità e temo che ciò non sia un difetto della sala di proiezione dove l'ho visto. I luoghidescritti dal film, inoltre, il giardino di una villa, la casa di Yuriko e gliesterni, non rimangono molto impressi nella memoria , così come nonaiutano molto a creare quell'atmosfera dell'epoca che ci si aspetterebbe da unfilm del genere. Nonostante tutto questo, è unlavoro che ha un suo fascino ed una sua forza che emergono lentamente nella seconda metà. Lo spettatore viene infatti lentamente trascinato nella relazione amorosa fra le due donne e questo è già unmotivo più che buono per vedere il film. Essendo, come già detto, tratto anche dalle interviste della Yuasa,il film si concentra sugli aspetti personali epsicologici del rapporto fra le due donne e ha poco interesse a creare un'atmosferache ci riporti ed evochi il periodo Taisho.Le parti migliori risultano essere così i primi piani deivisi delle due ragazze e le loro riflessioni, anzi si potrebbe quasi dire che tutto ilfilm si regge proprio su questi due aspetti. In questo la Hamano è stata brava. Fra gli attori,soprattutto Toi Hitomi, cantante qui al suo debutto, nella parte di Yuriko, assieme all'interpretazione maschile di Nahana, riesce a mettere bene in evidenzala differenza di personalità fra le due donne e la chimica di coppia su cui tutta lanarrazione si sviluppa. Al contrario, il cast di supporto non brilla certo, aparte Dōguchi Yoriko nei panni della comune amica scrittrice. Specialmente ilmarito risulta troppo macchiettistico e, se è vero che probabilmente è unascelta atta a ridicolizzare la figura maschile in toto dovuta all'anima femminista della Hamano, resta comunque il fatto che in certe occasioni pare davvero unatteggiamento un po' eccessivo che rischia di rompere l'atmosfera del film. Lostile con cui il film è girato è abbastanza piano e senza particolariespressivismi di sorta, una scelta anche questa fatta perpermettere allo spettatore di concentrarsi sulla pura narrazione e sullarelazione fra le due protagoniste. Si cambia registro solo negli ultimi minutiquando in una scena di sogno Hamano usa angolature oblique, colori accesissimie indovina la posizione della camera con due o tre close up sul viso diYoshiko. In definitiva, anche se non è un' opera del tuttoriuscita e che a tratti sembra quasi incompleta, è importante tanto per la sceltadel tema affrontato quanto per la capacità di portare alla ribalta una storiatanto significatica quanto poco conosciuta, anche nell' arcipelago giapponesestesso.[Matteo Boscarol]