Bambine giapponesi
L’associazione Senninzuru Italia ha organizzato due iniziative benefiche per i bambini giapponesi. La prima è la mostra “Watanoha Smile – Frammenti della città”, che viene inaugurata oggi al Museo del giocattolo di Zagarolo, in provincia di Roma. La mostra, che sarà aperta fino al 22 aprile, ospita 80 opere realizzate dai bambini della scuola Watanoha di Ishinomaki, piccoli oggetti e nuovi giochi realizzati dalle macerie e dai detriti raccolti nel cortile della scuola. Così la mostra è stata presentata da Cecilia D’Elia, assessore alle politiche culturali della Provincia di Roma: “È un progetto straordinario perché dopo il dramma, si lavora alla ricostruzione partendo proprio dai bambini e dalla loro creatività, e creando anche una rete di solidarietà“. La seconda iniziativa prevede la visita di una delegazione giapponese: fino al 2 aprile 10 piccoli artisti giapponesi saranno ospitati dal Comune di Zagarolo, come ha spiegato il sindaco Giovanni Paniccia: “La comunità cittadina si apre all’accoglienza: i bambini, e i loro accompagnatori, saranno ospitati dalle famiglie di Zagarolo e avranno così la possibilità di vivere a stretto contatto con la realtà locali, in un’esperienza di scambio e arricchimento“. Durante la vacanza, i piccoli visiteranno Frascati, Civitavecchia, Roma e Città del Vaticano, Trigoria, Sant’Eusanio Forconese e L’Aquila. Giorgio Campanaro, vicepresidente si Senninzuru Italia, ha così spiegato l’importanza di questo progetto: “È un progetto ambizioso e non è stato facile realizzarlo. Lo tsunami ha provocato oltre 22.000 vittime causando traumi nei bambini superstiti e depressione negli adulti. Ora c’è attesa e trepidazione, per un viaggio che sarà terapeutico per loro. Solo rinnovando lo spirito di questi bambini, e ricostruendo le coscienze, si può dare loro una speranza per guardare al futuro, e fare in modo che tornino in Giappone testimoniando agli altri la ricchezza di questa esperienza. L’obiettivo del progetto è dunque dare valore non solo alla ricostruzione materiale del Giappone ma soprattutto a quella morale e psicologica dei superstiti“. (Fonte: Romasette.it)