8 FEBBRAIO – Quando i risultati non arrivano solitamente il primo a pagare, unico capro espiatorio, è l’allenatore. Dopo 23 giornate, trascorse tra alti (pochi) e bassi (molti) la più volte traballante panchina di Zeman è definitivamente saltata. La scelta del tecnico boemo rappresentava per i giallorossi un ritorno al passato – Zeman era già stato sulla panchina romanista nel biennio 1997/1999 – e la nuova occasione – dopo la trionfale stagione alla guida del Pescara terminata con la promozione in Serie A – era per il tecnico la possibilità di rientrare nel grande calcio dalla porta principale. La nuova avventura è tuttavia già terminata. Senza dubbio Zeman ha le sue responsabilità. In tempi non sospetti dissi che il suo spregiudicato 4-3-3 – ottimo per il campionato cadetto – avrebbe potuto trovare in serie A più di qualche difficoltà dove concedere agli avversari 5/6 occasioni a partita può diventare molto pericoloso. Scelte tecniche poi oggettivamente “controcorrente ” – come quella di arrivare quasi ad escludere dal progetto l’intoccabile “Capitan Futuro” Daniele De Rossi – hanno fatto discutere ed hanno incrinato i rapporti fin qui idilliaci con società e tifosi. Ma Zeman è così, è sempre stato così, quindi… prendere o lasciare…
Il tecnico non credo sia però l’unico colpevole. Qualche lecita domanda – ammesso che se ne trovino le risposte – dovrebbero farsela anche il direttore sportivo Sabatini e il direttore generale Baldini. Senza dimenticare una proprietà praticamente assente. Tralasciando per un attimo Unicredit – socio al 40% – appare infatti quantomeno curioso una presidenza a “stelle e strisce” poco presente, il cui vero interesse è forse rappresentato dalla costruzione del nuovo stadio. In chiusura, la ciliegina sulla torta di tutta questa vicenda: Zeman è stato esonerato con un laconico quanto crudo sms. Da sempre i grandi risultati nascono quando alle spalle c’è una società solida e questo è forse quello che manca veramente ai giallorossi per tornare a pensare veramente in grande.
Ora la squadra è stata affidata al fido secondo Andreazzoli in attesa di decidere dove e da chi ripartire. I nomi che circolano sono tanti. Si parte dal francese Blanc sino ad arrivare a Allegri e Ancelotti. Il progetto Roma va quindi avanti e “riparte” per la terza volta. Speriamo sia quella buona..
Enrico Brigi