Zero dark thirty

Creato il 27 gennaio 2013 da Houssymovies2punto0 @h0ussy

Necessario ed ingombrante, estenuante e splendido, l’ultimo film di Kathryn Bigelow ha la forza di una mattonata e l’urgenza del miglior cinema.

Film bellico che fa della guerra un’esperienza interiore e logorante, capace di cambiare gli uomini, e soprattutto le donne, dal di dentro oltre che dal di fuori, Zero Dark Thirty, gioca la sua partita a metà strada tra il campo di battaglia, con l’umanità che lo abita, indagandone i volti segnati dalla stanchezza ed indugiando sui visi deformati dalla tortura, e i corridoi in cui si prendono le decisioni, uffici asettici e tutti uguali, percorsi da uomini dai lineamenti più rilassati e mossi da motivazioni fin troppo diverse.

La Bigelow confeziona un film stratificato, complesso, eppure estremamente lineare e comprensibile, capace di indagare motivazioni, scelte e valutazioni in maniera lucida e contemporaneamente appassionata. Aiutato da una straordinaria protagonista, una Jessica Chastain giustamente premiata ai Globe, Zero Dark Thirty trova il proprio cuore pulsante e il proprio vero centro, nella splendida visione della sua ispirata regista, che qui, più che nel sopravvalutato The Hurt locker, ci restituisce un mondo profondamente cambiato e frammentario in cui è davvero difficile discernere tra il bianco e il nero, soffocato com’è in un grigio cupo e senza luce, fin troppo sfumato ed inafferrabile.

In mezzo a tutto poi, restano un paio di sequenze, tra cui l’ultima lunghissima e tesissima dell’incursione notturna, che basterebbero da sole a ascrivere il film nell’Olimpo di un cinema che raramente siamo abituati a vedere, così puro, così coerente con un’idea e con un’estetica, da far tremare le vene dei polsi.

Ipnotico e potente, granitico eppur abitato da umanità fragilissime, sempre ad un passo dallo spezzarsi, Zero Dark Thirty è un’esperienza necessaria, avvolgente eppure mai catartica, capace di non dare solo risposte ma anche di regalare preziosi dubbi.

Capace insomma di restituirci, quella meravigliosa ed intelligente dignità di spettatori, che fin troppe volte ci viene sadicamente negata.

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VOTO

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