Maya è un'agente della CIA, pone tutta se stessa nella propria missione fino a venirne ossessionata.
Zero Dark Thirty era nato come film sul fallimento della battaglia di Tora Bora del 2001 ed è stato completamente riscritto in seguito ai noti fatti del 2011.
Questa genesi travagliata risulta abbastanza evidente nella struttura spezzata del film. Tutte le quasi due ore iniziali sono una sequenza di false piste e buchi nell'acqua in un frustrante avanti e indietro tra l'Oriente e Washington.Le amministrazioni presidenziali cambiano e cambiano i metodi per perseguire l'obbiettivo. Quel decennio strano ed enigmatico che ci siamo lasciati alle spalle senza troppi rimpianti finisce. Resterà soltanto Maya, interpretata da una strepitosa e mai così bella Jessica Chastain, a crederci.
Questa prima parte di ZDT può esser vista come una sorta di episodio lungo e perfetto di Homeland, impregnato di un'atmosfera oppressiva ci conduce all'ultima mezzora.
Il registro cambia completamente.L'attacco al compound di Bin Laden libera tutta la tensione latente della parte iniziale.Mezzora in prima persona, quasi una partita a Call of Duty con le dita non sul pad ma a stritolare i braccioli della poltrona.
Finisce come sappiamo.
Maya piange forse perché ormai ha perso l'innocenza forse perché non le resta più nessuno da catturare.
Un film grandioso e che donna Kathryn Bigelow.