Zerocalcare - Dodici | Recensione

Creato il 06 novembre 2013 da Xab @Xabaras89

Zerocalcare è il fenomeno fumettistico italiano del momento.

In cima alle classifiche dell'editoria, diffuso a livello virale con le sue storie del lunedì, rivoluzionario eppur nostalgico al tempo stesso:
Michele Rech è un ragazzo dotato di uno smisurato talento che è riuscito ad ottenere il successo che merita, e questo in Italia è già di per se un piccolo grande miracolo:
Se poi consideriamo il settore fumettistico e la sua particolare storia (legata a doppio filo coi centri sociali, il punk e il circuito underground) si capisce che il suo fenomeno è qualcosa di difficilmente rapportabile con un qualsiasi analogo precedente

Dodici 

I disegni sono sul solito apprezzatissimo stile di Zerocalcare in tutta la loro gloria a colori

Viene allora da chiedersi: Come mai questo Dodici ha fatto storcere il naso a tanta gente ?
Troppe aspettative ?
Calo qualitativo ?
La fregna ?
O è Zero che s'è imborghesito ?
No, manco per idea, anzi: è che se uno pensa a Zerocalcare, tendenzialmente pensa ai suoi webcomic, cioè storie veloci e con un preciso soggetto trattato in una manciata di pagine

Walking Ze'


Ecco, Dodici ha tutto quello humor e quel citazionismo che sono diventati il marchio di fabbrica di Zerocalcare, eppure risulta un'opera assai diversa e sperimentale:
Non tanto perché voglia raccontare una vera e propria storia, o perché lo stesso Zero risulti per una volta un personaggio secondario/voce narrante invece che protagonista assoluto...ma per la somma di queste e altre cose, assemblata al celeberrimo zombie factor
E poi, e forse sopratutto, Dodici è sostanzialmente (ma non solo) un inno d'amore a Rebibbia, il quartiere del nostro armadillofilo preferito, e sebbene l'aspetto local-settoriale sia da sempre un punto fondamentale del suo lavoro quest'aspetto potrebbe essere recepito diversamente in altre italiche realtà (Rebibbia ? i cu spacchiu je?)

Tu che ci dici Xab ?


Io dico che Dodici l'ho trovato meraviglioso, e che ha un unico pesante difetto per il mio gusto: è troppo breve.
Sarà la sensazione da serial, ma è un po' come guardarsi il bellissimo episodio pilota di un telefilm sapendo che (probabilmente) non ce ne verrà fuori una serie di cui pasciarsi
Per il resto, con l'apice del Cristo di Hokuto e le altre geniali leggi di strada elargiteci da Secco (il bassista carismatico [cit] qui assurto al ruolo di protagonista), Dodici mi è piaciuto davvero tantissimo...
Forse nel complesso m'ha fatto ridere un po' meno del solito, ma allo stesso tempo m'ha anche intrippato di più. E pure tanto.

In sintesi, accattatevelo subito subitissimo ed entrate così nel nostro giro di millemila acquirenti zombie che già lo hanno fatto