“ ‘’Stavolta ce la devi fare’’, mi ripetevo ogni volta… Invece niente. Me ne stavo là in silenzio, imbambolata, sguardo a terra, fuoco in viso. Nell’attesa lui serviva altri clienti e mi ignorava nel modo più assoluto, forse perché non ero per niente appariscente, forse per la mia timidezza, chissà… Fatto sta che Massimo non aveva la benché minima idea di quello che stessi passando io mentre lui girava i toast per cuocerli sul lato b…”
La vita della stessa Fiorella è il punto di congiunzione della narrazione, giacché si tratta in gran parte di fatti autobiografici. Ripercorriamo quindi con la scrittrice la sua infanzia, la sua adolescenza ed infine l’approdo all’età adulta. Tra ricordi più o meno felici non possiamo fare a meno di sorridere e commuoverci durante la lettura dei racconti.
Ognuno incorpora una sfumatura della vita della scrittrice, la quale, con uno stile asciutto e sobrio, riporta nelle parole le sue emozioni.
Riviviamo le prime esperienze, non sempre positive, scolastiche, l’affetto per i nonni, il legame con i genitori e con quel padre non abbastanza protagonista nella sua vita, i primi amori, la passione per il calcio, i primi viaggi all’estero e l’inserimento nel duro mondo del lavoro. Ed in tutto ciò non manca un velo di tristezza e malinconia per quelle vicissitudini che la protagonista dei racconti ha dovuto subire ed affrontare suo malgrado.
Infine, vanno citati i due racconti, quello iniziale, “Aleph”, e quello finale, “Quando la bambina era bambina”, i quali, come una sorta di preludio ed epilogo, contribuiscono a dare maggior prestigio ed originalità alla raccolta.
“Luoghi e persone che, invece, sono entrati inspiegabilmente a far parte di quel bagaglio di ricordi indelebili che si sono impressi come un marchio a fuoco nella mia mente, che fanno parte integrante di me e che hanno dato, a loro modo, un senso a tutto ciò che è venuto dopo.”
Written by Rebecca Mais
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