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«ZES, logistica ed energia, fattori di sviluppo per il porto di Gioia Tauro»: il resoconto del convegno

Creato il 15 ottobre 2014 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
«ZES, logistica ed energia, fattori di sviluppo per il porto di Gioia Tauro»: il resoconto del convegno

Mercoledì 8 ottobre, presso la Sala delle Colonne di Palazzo Marini, della Camera dei Deputati, si è tenuto il convegno ZES, Logistica ed Energia: fattori di sviluppo per il porto di Gioia Tauro. L’iniziativa è stata promossa da IsAG (Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie) e Ce.F.R.I.S. (Centro per la Formazione, la Ricerca, l’Innovazione tecnologica e lo Sviluppo) e ha permesso di approfondire la questione del possibile sviluppo per il porto di Gioia Tauro sotto tutti gli aspetti, da quello strettamente economico e imprenditoriale, a quello politico e più prettamente strategico, in un’ottica non solo locale o regionale, ma soprattutto nazionale ed europea. Punto centrale dell’analisi è che, partendo da Gioia Tauro, l’Italia può raggiungere la piena consapevolezza dell’importanza cruciale che dovrebbe assumere, grazie anche al prezioso vantaggio della sua conformazione geografica, non più solo “porta dell’Europa” come vista da Bruxelles, ma centro del Mediterraneo e volano dell’economia euro-mediterranea.

pasquale monea tiberio graziani

 
I presidenti dei due istituti hanno provveduto a porgere i saluti iniziali a tutti i partecipanti: l’avvocato Pasquale Monea, Presidente del Ce.F.R.I.S., ha ribadito l’importanza dell’iniziativa volta a rilanciare la questione della possibile istituzione della ZES (zona economica speciale) nel porto calabrese. Il dott. Tiberio Graziani, Presidente dell’IsAG, ha posto l’attenzione essenzialmente su tre aspetti tra loro interconnessi: ZES, logistica del retroporto ed energia. Lo sviluppo del porto calabrese, oltre che favorire ulteriormente l’integrazione con l’Europa, permetterebbe all’Italia di riappropriarsi, con coscienza, del ruolo storico che investe nel Mediterraneo e nella politica euro-mediterranea. Graziani ha inoltre realisticamente fatto notare che “se non si coglie al volo questa occasione, essa verrà presa da altri potenziali attori che insistono nell’area mediterranea”.

luigi fedele tiberio graziani

 
Subito dopo ha preso la parola l’Assessore ai Trasporti e Politiche Euro-mediterranee della Calabria, l’On. Luigi Fedele, che ha sottolineato come nel progetto di ZES sia fondamentale un aiuto che provenga dal governo nazionale e da una diversa immagine mediatica legata al porto stesso. Perciò le iniziative in questo senso devono essere portate avanti su più livelli, sia regionali sia nazionali. Il miglioramento della struttura portuale e del retroporto permetterebbe di attirare maggiori investitori privati, anche internazionali. L’assessore Fedele ha terminato il suo intervento con l’auspicio che l’iniziativa possa rappresentare uno stimolo costruttivo per ribadire la questione al governo nazionale e fare in modo che Gioia Tauro si scrolli di dosso l’immagine di porto di smaltimento di armi chimiche.
 
salvatore silvestri

Nell’intervento del Presidente dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro, Salvatore Silvestri, è stata analizzata, con molto rispetto e particolare affetto, la difficile storia del porto e l’inefficienza dell’attuale logistica portuale. Il segretario ha spiegato che Gioia Tauro è essenzialmente un porto di transhipment, cioè svolge la funzione di porto principale addetto allo smistamento di container su navi feeder che raggiungono destinazioni secondarie. Uno dei motivi per cui gli investitori non guardano con particolare interesse alla zona è la mancanza di adeguate infrastrutture ferroviarie che permetterebbero, ad un costo più basso, di raggiungere le mete via terra. La ZES, oltre che aiutare a sbloccare questa situazione di stallo in cui la Calabria si è fermata, potrebbe essere garantita attraverso aiuti di Stato previsti espressamente dall’UE per quelle regioni in ritardo di sviluppo che rientrano nell’ex “Ob1-convergenza”.

raffaele ruberto

A portare i suoi saluti è stato poi il Prefetto Dottor Raffaele Ruberto, Commissario Straordinario del Comune di Gioia Tauro, il quale ha voluto esprimere il suo apprezzamento per la realizzazione del convegno e ha assicurato i presenti sulla disponibilità sua e della pubblica amministrazione a favorire le iniziative per lo sviluppo del porto di Gioia Tauro.

paolo sellari

La seconda fase del convegno ha visto la partecipazione al dibattito di esponenti dell’economia, della ricerca e della giustizia e ha permesso di approfondire la questione da ogni punto di vista. Il mediatore, il dott. Filippo Romeo, ricercatore IsAG, ha aperto i lavori dando parola prima di tutto a Paolo Sellari, Professore aggregato di Geografia politica ed economica dell’Università “La Sapienza” di Roma e Direttore del Master di Geopolitica e Sicurezza Global presso il medesimo ateneo. Il professore ha cercato di far comprendere che le scelte geopolitiche sono necessariamente anche delle scelte geo-economiche, che fanno perno sui traffici e i commerci mondiali. Per il professore, il transhipment può fungere da indicatore fondamentale della competitività di un sistema portuale, di un sistema marittimo e di un Paese. Incrementare le funzionalità del porto di Gioia Tauro, posto in una posizione geografica favorevole che abbraccia quasi tutte le rotte di Round-the-World, potrebbe renderlo maggiormente competitivo in rapporto con altri porti mediterranei sviluppatisi negli ultimi anni, come Algeciras e alcuni porti nordafricani.
 

Pierangelo Dacrema

Subito dopo è stato il turno del professor Pierangelo Dacrema, ordinario di Economia all’Università della Calabria, che ha elencato tutte le caratteristiche positive dell’area mediterranea, agevolata dal mare negli scambi di ogni genere. Quello che serve alla zona di Gioia Tauro, secondo il professore, è tornare a una politica dei fatti, degli eventi. Non bisogna più attuare una politica dei numeri e del denaro, ma pensare ad una politica che crei occupazione. Secondo il professore il lavoro genera benessere e perciò denaro. Gioia Tauro in questo senso potrebbe essere un grande investimento di capitale di lavoro e di capitale umano e, ha chiuso Dacrema, il fatto di “dimenticare la portata di Gioia Tauro dietro la cortina della politica dei numeri sarebbe un errore imperdonabile”.

stefano caridi

 
Ha proseguito poi il senatore Antonio Stefano Caridi, membro della Commissione Industria, Commercio e Turismo e relatore della legge sulla ZES, il quale ha puntato l’attenzione sulla politica che non ha saputo sfruttare il grande potenziale del porto e la sua valenza per la logistica. Anche il Senatore ha confermato che Gioia Tauro, in questo preciso momento storico, deve creare occupazione nella regione. Nel progetto di legge presentato a seguito di numerose battaglie si nota chiaramente la dimensione strategica che l’istituzione della zona economica speciale può rappresentare, portando investimenti nazionali ed esteri.

Giovanni Saccà

 
Nel suo intervento, l’ingegnere Giovanni Saccà, Incaricato di ricerca nei Sistemi di Trasporto presso l’Università di Verona, ha presentato un progetto di miglioramento delle funzionalità di gateway per permettere alla merce che arriva nel porto di transhipment di proseguire via ferrovia in maniera almeno congruente alla capacità delle navi e più economicamente. Il miglioramento potrebbe avvenire eliminando le navi feeder che trasportano le merci nei porti secondari, implementando la funzionalità delle infrastrutture ferroviarie o creando autostrade viaggianti. L’ingegnere Saccà ha mostrato il suo progetto di sviluppo della logistica portuale, adeguato ai nuovi standard europei che permetteranno di costruire nuovi locomotori di 1.500 metri di lunghezza costituiti dall’unione di due autotreni da 750 metri e collegati radiofonicamente. Naturalmente un simile progetto, rapportato a Gioia Tauro, significherebbe adeguare il retroporto e sfruttare il collegamento già esistente con la stazione ferroviaria di Rosarno.

Domenico Napoli

 
Successivamente è stato il dottor Domenico Napoli, Responsabile del centro di formazione del Ce.F.R.I.S. a introdurre un nuovo punto di osservazione: l’importanza cruciale che investe la formazione nel rapporto tra istruzione e mondo del lavoro. L’obiettivo del Ce.F.R.I.S. è creare delle professionalità specializzate da inserire nel mondo dell’imprenditoria privata. Secondo Napoli l’istituzione della ZES può essere un’occasione unica per l’inserimento di giovani figure professionali del territorio, specializzate e preparate. L’aumento della qualità del lavoro potrebbe rendere le imprese, stabilite nella zona, molto interessanti e competitive.
 
Cinthia Pinotti

Ultimo intervento della seconda fase del convegno è stato il punto di vista giuridico della questione, analizzato dal Vice-Procuratore generale della Corte dei Conti, Cinthia Pinotti. L’analisi condotta ha riguardato il problema della giustizia come fattore di sviluppo economico. Secondo la dottoressa Pinotti bisogna porre l’attenzione sugli aspetti più problematici della relazione tra giustizia, sviluppo ed economia. Le regole giuridiche dovrebbero garantire la stabilità e la certezza al sistema Paese ed essere la precondizione per una corretta allocazione delle risorse economiche. In più è da sottolineare come la specificità e la complessità del sistema italiano, basato sulla pluralità delle giurisdizioni e su una divisione di competenze e attribuzioni tra magistratura ordinaria e straordinaria, renda tutti i procedimenti innovativi davvero lenti e complessi rispetto agli altri Paesi.

Dario Citati

 
La seconda parte della conferenza è stata programmata come una di tavola rotonda, in cui si sono confrontate le componenti imprenditoriali, e i cui lavori sono stati moderati dal dottor Dario Citati, Direttore del programma “Eurasia” dell’IsAG, e in cui sono emersi nuovi spunti di riflessione.

Danilo Iervolino

 
Primo in ordine cronologico a intervenire è stato Danilo Iervolino, Presidente dell’Università telematica “Pegaso” che, come membro dello SVIMEZ (l’associazione per lo sviluppo dell’industria del Mezzogiorno) ha ribadito l’importanza della formazione nel Sud, aggiungendo che bisogna occuparsi, in primo luogo, della creazione di nuove figure professionali preparate e specializzate nello sviluppo locale, che possano contribuire a stimolare una progettualità locale e sappiano comunicare la propria competenza. In secondo luogo, per il dott. Iervolino occorre effettuare una piena democratizzazione della cultura, per dare a tutti una opportunità in più e permettere un innalzamento sociale che, da solo, farebbe salire il PIL di due punti percentuali. Ha concluso dicendo che il Sud, con progetti di sviluppo sostenibile, potrebbe rappresentare il volano di crescita per l’Italia e tutta la comunità europea.
 
Gli interventi successivi hanno rappresentato la componente imprenditoriale della conferenza.

Domenico Bagalà

Prima Domenico Bagalà, Amministratore Delegato della “MCT s.p.a.” (Medcenter Container Terminal) ha raccontato l’esperienza di Tangeri, che nonostante un tessuto sociale ed economico più disastroso dell’Italia, in 4 anni è riuscita a ottenere risultati strabilianti grazie alla ZES. Proprio perché la semplificazione normativa è un punto importante per le imprese che vogliono investire, a Tangeri è stato creato uno sportello unico, un unico interlocutore cui si rivolge l’azienda e che si districa successivamente nelle concessioni su più livelli. Ha inoltre specificato come la ZES sia un progetto per una zona che non possiede particolari risorse finanziarie, e dove proprio le imprese che decidono di investirvi possono fungere da start up dell’economia della regione. Il Mediterraneo, attualmente, non presenta elementi di attrazione per le imprese internazionali, perciò la ZES, come fattore di sviluppo e miglioramento logistico potrebbe portare benefici sostanziali all’economia dell’area.

Marco Simonetti

 
Successivamente è intervenuto l’ingegner Marco Simonetti, rappresentante della Contship Italia Group, che ha parlato della necessità di un impegno congiunto per creare interesse sull’area calabrese. Per Simonetti importante è, senza dubbio, sviluppare la zona retrostante per dare piena attuazione a un tipo di traffico che non sia solamente il transhipment. Il mancato impegno in questo senso potrebbe portare a un trasferimento completo del traffico navale in porti non UE, se questo non risultasse più conveniente per le grandi imprese navali. Questa fattispecie costituirebbe una seria minaccia per gli scambi marittimi dell’Europa e per la continuità degli approvvigionamenti dei Paesi comunitari.

Domenico Arcuri

 
Il dottor Domenico Arcuri, come Amministratore Delegato di “Invitalia”, ha rappresentato la posizione governativa. Arcuri ha introdotto il suo intervento facendo un elenco delle più importanti variabili che rendono attraente una particolare zona agli occhi delle imprese: anzitutto la stabilità, la semplificazione, la qualità del servizio, l’accoglienza e la competitività delle norme. Queste variabili, seppure elementari, non riescono a manifestarsi in Italia, soprattutto al Sud. Nel suo intervento Arcuri ha poi proseguito parlando degli aspetti positivi e delle lacune, che a suo avviso, sono riscontrabili nel disegno di legge sulla ZES presentato alle Camere, sottolineando la necessità di trovare le risorse finanziarie che servirebbero al progetto e di individuare il soggetto gestore dell’eventuale area.

Pier Filippo Di Peio

 
È stato poi il turno del dottor Pier Filippo Di Peio, che in qualità di Amministratore Delegato della “LNG Medgas Terminal srl” ha presentato un altro aspetto chiave della questione dello sviluppo del porto di Gioia Tauro, ossia quello di renderlo un terminale di rigassificazione di altre navi e del territorio stesso. Anzitutto ha spiegato che per LNG si intende un gas naturale liquefatto che, per raffreddamento, ottiene una composizione liquida e può essere trasportato per lunghe distanze, anche via mare. Secondo Di Peio, questa soluzione potrebbe sicuramente ampliare le funzionalità del porto calabrese, che non sarebbe più un mero porto di transhipment, ma un porto in grado di approvvigionare altre navi e tutto il Paese, contribuendo a diminuire la dipendenza energetica dell’Italia da altri Stati. In più Gioia Tauro, secondo uno studio del 2012, sarebbe una soluzione ideale per il progetto, soprattutto per la presenza di due elementi: profondità dei fondali e dimensione del terminale.
 
Con l’ultimo intervento del ricercatore Andrea Appetecchia dell’ISFORT (Istituto di Formazione e Ricerca per i Trasporti) si sono riassunti un po’ tutti i punti fondamentali dell’ultima parte della conferenza, e proprio sulle sue considerazioni finali si è sviluppato un ampio dibattito tra relatori e pubblico che ha riguardato lo sviluppo delle potenzialità del porto mediante l’estensione delle sue funzionalità – per cui non solo porto di transhipment, ma molto di più. Secondo Appetecchia, questo risultato può essere raggiunto mediante la consapevolezza reale della posizione strategica del porto per le rotte di Round-the-World e, infine, mediante la possibilità di disegnare dei corridoi ferroviari in grado di consentire collegamenti più economici e veloci confronto ai rispettivi collegamenti via mare. Il suo punto di vista, in particolare si è rivolto, alla formazione di un progetto di sviluppo per il porto di Gioia Tauro in base però alle dinamiche del mercato e alle effettive possibilità del sistema.

(Testo di Linda Lupardini, foto di Priscilla Inzerilli)

Pubblicazione di Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG).

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