Dopo il diktat del Presidente della Regione Lazio, tale Zingaretti , per imporre ai medici che si rifiutano di praticare aborti un ordine di praticare un omicidio senza possibilita’ di scelta, (vedi articolo) ecco un’altra chicca attraverso la quale, in maniera furba, si cerca di promuovere la teoria gender con la scusa di combattere l’omofobia, una malattia inventata che colpirebbe tutti coloro che non sono gay.
Un piano per «la promozione dei diritti umani e la lotta all’omofobia » in 50 scuole del Lazio per 25 mila studenti delle superiori. La Giunta di Nicola Zingaretti stanzia 120 mila euro – 40 quest’anno e 80 per il 2015 – per «progetti presentati da associazioni in difesa delle persone lesbiche, gay e trans» per la «lotta all’omofobia e alla transfobia». «Il più grande piano in Italia contro l’omofobia », dice il ‘governatore’ del Lazio: «La crisi economica rischia di portare con sé un processo di degrado e di crisi civile». Ma il Forum delle associazioni familiari del Lazio esprime «preoccupazione» e Olimpia Tarzia (Lista Storace) chiede di fare luce sui criteri di assegnazione. Dichiarata la matrice culturale dei vincitori del bando che gestiranno quattro progetti. C’è il Gay Center, con il «Laboratorio contro la discriminazione contro le persone Lgbt»; T6 Società Cooperative (consulenza e riorganizzazione aziendale) col piano «Stop Lgbt bulling»; poi Gay Project che promuove «D@P – Diritti al punto»; infine «Lgbt? All Right(s)» promosso insieme da Cirses (Centro iniziativedi ricerca sul sistema educativo e scientifico), Agedo (Associazione genitori di omosessuali), Genitori Rainbow, Famiglie arcobaleno, Libellula (associazione per i diritti di transessuali e transgender), Circolo Mario Mieli. Tra gli obiettivi, recita il bando, anche «il contrasto degli stereotipi e dell’omofobia nei mass media». Il piano si inserisce nell’offerta culturale della Regione Lazio denominata ‘Fuoriclasse’, che comprende i viaggi della Memoria, le simulazioni in inglese di sedute Onu, la lotta alla violenza sulle donne, la storia degli anni di piombo. Ora la lotta all’omofobia. Che suscita timori, dentro e fuori alla Regione, su un possibile uso strumentale, per contrabbandare la propaganda della cultura gender.Alla Regione Lazio assicurano che il rischio non esiste: il termine gender non c’è nel bando. RedazioneE mentre ‘omosessualita’ non e’ piu’ una malattia, si fa’ capire che invece ora chi non e’ gay e’ malato, e’ omofobo.