La giornata era chiarissima e l'aria del mattino pungeva di fresco, il sole abbagliava Zoe delicatamente anche sotto l'ombra del grande albero sotto il quale stava seduta ad ascoltare il racconto di Panaiotis: era a Delfi.Apollo mio Apollo dove sei? Immersa in questo richiamo mistico, Zoe sentì appena la voce di Panaiotis che la invitava ad assaggiare l'acqua della fonte Castalia, in cui si dice che Teti immerse Achille per renderlo immortale, tranne, naturalmente, il tallone.La fonte sgorgava pura e cristallina dalla roccia, era così bella che sembrava l'idilliaca immagine di una cartone animato. L'acqua era freddissima e il suo sapore intenso e corposo, con quella sensazione di viva purezza al suo contatto con i denti. Zoe ne bevve una lunga sorsata, e in quel momento si sentì immortale anche lei, e rinfrancata dal potere dell'acqua, si avviò verso il complesso dove era situato il santuario dove un tempo, la Pizia vaticinava. E fu allora che, dopo anni di studio e traduzioni, Zoe vide l'omphalos, il centro del mondo. Una leggenda racconta che, chiunque lo tocchi con entrambe le mani ed esprima contemporaneamente un desiderio, questo si avveri. Fu così che Zoe corse, come solo Ermes avrebbe saputo fare con le ali ai piedi, verso il centro del mondo, e postevi le mani, espresse il suo desiderio.Tutta Delfi era intrisa di aria misteriosa e sacra, magia che avvolgeva ogni pietra, ogni iscrizione lasciata dagli antichi pellegrini, ogni pianta e arbusto. Lesse tutti gli ex voto in greco antico, dei soldati in partenza per le battaglie, che chiedevano se sarebbero tornati a casa, di nobili che chiedevano se le loro ricchezze si sarebbero conservate a lungo, di malati che volevano guarire, di donne innamorate che desideravano riunirsi al loro innamorato e li interpretò, e si chiese se la Pizia non sarebbe uscita dal suo antro per vaticinare il futuro anche lei. Era certa che Apollo la stesse ascoltando, e che se anche ormai la Pizia non c'era, in qualche modo lui, le avrebbe risposto, dall'alto dell'Olimpo, che circondato da nuvole, ancora le dimostrava che gli dei erano in casa.